22 Nov, 2025 - 12:15

Terni, rimpatriato in Niger autore di numerosi furti. La Polizia: "Stop a una lunga attività delittuosa"

Terni, rimpatriato in Niger autore di numerosi furti. La Polizia: "Stop a una lunga attività delittuosa"

Un volo di ritorno verso Niamey, la capitale del Niger, ha interrotto definitivamente la lunga e reiterata attività criminale di un uomo che per anni ha seminato lo scompiglio tra gli esercizi commerciali e le autovetture in sosta a Terni. L’azione della Polizia di Stato, precisa e inesorabile, non si è fermata al solo rimpatrio. Nella stessa giornata di controlli a tappeto, il Questore di Terni ha firmato due provvedimenti restrittivi contro soggetti ritenuti pericolosi e gli agenti hanno eseguito una detenzione domiciliare. Un trittico di interventi che disegna una strategia di contrasto alla criminalità diffusa, fatta di prevenzione e repressione mirata.

Un’identità svelata tra furti in città e identità “alias”

La sua presenza nel territorio ternano era una costante negativa, una spina nel fianco per commercianti e cittadini. L’uomo, un cittadino del Nigerera entrato illegalmente in Italia nel 2017 e da allora aveva costruito un articolato percorso criminale, vivendo esclusivamente dei proventi delle sue attività illecite. La sua specializzazione: i reati contro il patrimonio. La sua tecnica: l’utilizzo di diverse identità “alias” per confondere le acque e seminare gli investigatori. Furti in esercizi commerciali e ad autovetture parcheggiate erano la sua firma, una firma che aveva ripetuto così tante volte da diventare un nome noto e temuto.

È stata la costante e meticolosa attività di controllo dell’Ufficio Immigrazione della Questura di Terni a fare la differenza. Gli agenti, incrociando dati e informazioni, sono riusciti a smascherare il gioco delle false identità, accertando la reale identità dell’individuo. Un lavoro di intelligence che ha rappresentato il primo, fondamentale anello di una catena operativa. Una volta identificato, per l’uomo non c’è stata scampo. È scattata la procedura amministrativa per il rimpatrio. È stato prima accompagnato in un Centro per i Rimpatri e, nei giorni scorsi, la conclusione: la partenza dall’Italia e l’arrivo a Niamey. Un atto dovuto, che chiude un capitolo di illegalità e restituisce un senso di sicurezza alla comunità ternana.

Avvisi Orali e detenzione: la strategia a tenaglia della Questura

L’operazione di contrasto non è stata un episodio isolato, ma il picco di un’attività di controllo del territorio che procede senza sosta. Parallelamente al rimpatrio, il Questore di Terni, Michele Abenante, ha fatto ricorso a uno strumento di prevenzione amministrativa: l’Avviso Orale. Un provvedimento che non è una sanzione, ma un monito ufficiale e pesante dello Stato nei confronti di soggetti ritenuti socialmente pericolosi. Il primo Avviso Orale è stato rivolto a un uomo dell’area amerina, recentemente arrestato in flagranza per spaccio di sostanze stupefacenti. Il secondo è toccato a un residente a Terni, un nome già ben conosciuto dalle Forze dell’Ordine per una serie di precedenti penali di varia natura.

L’incontro con il Questore non è una formalità. È un confronto duro, in cui viene messo nero su bianco il rischio concreto di vedere aggravarsi la propria posizione legale se si persevera in condotte illecite. È un atto di prevenzione pura, un tentativo di deviare un percorso criminale prima che sia troppo tardi. A completare il quadro dell’azione di polizia giudiziaria, è stata eseguita una detenzione domiciliare nei confronti di un ternano, già destinatario di una condanna definitiva a sei mesi di reclusione per reati contro il patrimonio commessi in città. Un provvedimento detentivo che traduce in concretezza una sentenza della magistratura, togliendo dalla circolazione, seppur tra le mura domestiche, un altro individuo dedito ai reati predatori.

Il coordinamento delle squadre specializzate: un modello di efficacia

L’efficacia dell’intera operazione è stata garantita dal coordinamento tra le diverse squadre specializzate della Questura. Un lavoro di squadra che ha visto Ufficio Immigrazione, Divisione Anticrimine e Squadra Mobile agire in perfetta sinergia, ciascuna con il proprio specifico apporto. L’Ufficio Immigrazione ha svolto il delicato compito di ricostruire la vera identità del soggetto rimpatriato, snodando la matassa delle sue generalità false. La Divisione Anticrimine, cuore dell’attività di prevenzione, ha curato la complessa istruttoria che ha portato all’emissione dei due Avvisi Orali da parte del Questore. La Squadra Mobile, infine, braccio operativo della Polizia Giudiziaria, ha materialmente eseguito la detenzione domiciliare e supportato le fasi più operative dell’intervento. Questo modus operandi integrato rappresenta il standard di azione della Polizia di Stato per un contrasto multidimensionale alla criminalità.

Le attività, coordinate e portate a termine dalle unità specializzate della Questura - Ufficio Immigrazione, Divisione Anticrimine e Squadra Mobile - parlano un linguaggio chiaro. Quello di una strategia di sicurezza a 360 gradi, che non si limita a reagire ai reati ma cerca di anticiparli, colpendo sia i criminali “di professione” che coloro che, per condotta e precedenti, rappresentano un elemento di destabilizzazione per la comunità. “Queste attività confermano l’impegno costante della Questura nel contrasto alla criminalità diffusa”, fanno sapere dalla Polizia di Stato“e nella tutela della sicurezza della collettività, attraverso un’azione preventiva e repressiva mirata a rimuovere dal territorio soggetti ritenuti socialmente pericolosi”. Un impegno che a Terni, in queste ore, ha un volto e un biglietto di sola andata per il Niger.

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Federico Zacaglioni
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