Un segnale luminoso contro l'ombra della violenza. Questa sera, in occasione della Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne, la facciata della Questura di Terni si è tinta del colore arancione simbolo della campagna “Questo non è amore”. Un gesto carico di significato, voluto dal Questore Michele Abenante e condiviso con le massime autorità umbre, per rinnovare un impegno che va ben oltre la simbolica di una giornata.

Alle ore 18:00, alla presenza delle principali cariche del territorio, la luce ha avvolto l'edificio di via Carrara. Un momento non solo di ricordo per le vittime di femminicidio, ma soprattutto di rinnovata assunzione di responsabilità. Attorno al Questore Abenante, si è creata una rappresentanza istituzionale tutta al femminile di forte impatto: la Presidente della Regione Umbria, Stefania Proietti, il Prefetto di Terni, Antonietta Orlando, il Presidente del Tribunale, Emilia Fargnoli, il Presidente del Consiglio Comunale di Terni, Sara Francescangeli, l’Assessore al Welfare del Comune di Terni, Viviana Altamura e la Presidente del Soroptimist International Club di Terni, Raffaella Brizioli.

La loro presenza collettiva ha sottolineato un messaggio chiaro, quello già contenuto nel comunicato della Questura: “La violenza di genere non è un fatto privato, né un episodio isolato. È una grave violazione dei diritti umani, che colpisce la dignità e la libertà delle persone, spesso consumandosi nel silenzio delle mura domestiche”. Il Questore, nel ricevere le autorità, ha rimarcato come rompere questo silenzio significhi, concretamente, “salvare vite”.
L’illuminazione della Questura è stata la punta dell’iceberg di un lavoro quotidiano che la Polizia di Stato porta avanti attraverso l'anno in stretta sinergia con gli altri attori del territorio. L’occasione è servita a ribadire l’importanza della collaborazione tra Prefettura, Procura della Repubblica, centri antiviolenza, servizi sociali, strutture sanitarie e associazioni di volontariato.

Questo coordinamento è lo strumento operativo per tradurre in fatti il messaggio di speranza lanciato questa sera: “Le istituzioni sono presenti, pronte ad ascoltare e a intervenire per proteggere chi decide di intraprendere un percorso di sicurezza e rinascita”. Un impegno, quello delle Forze dell'Ordine e di tutta la filiera antiviolenza, che si concretizza nell'ascolto, nell'accoglienza e nella protezione delle vittime.
La luce arancione su uno dei simboli dello Stato a Terni ha quindi rappresentato un monito pubblico e una promessa di non abbassare la guardia. Un modo per dire alla comunità che la lotta alla violenza di genere è un dovere di tutti e che, come ricordato dalle istituzioni, solo “insieme, possiamo costruire una comunità più sicura, rispettosa e libera, in cui ogni donna possa vivere senza paura”.