Un crollo verticale, inatteso e preoccupante. È questo il quadro che emerge dai dati pubblicati dal Sole 24 Ore sulla qualità della vita degli anziani in Italia, che collocano la provincia di Terni al 101° posto su 107. Una caduta drammatica, se si considera che solo l’anno scorso la città occupava il 48° posto. Un segnale d’allarme che l’ANAP - l’Associazione Nazionale Anziani e Pensionati di Confartigianato Imprese Terni - ha voluto lanciare con fermezza, evidenziando una situazione definita “non più sostenibile” per la popolazione anziana del territorio.
“La nostra provincia vive una vera e propria emergenza sociale, invisibile ma quotidiana, che colpisce migliaia di anziani”, afferma Luciano Vittori, presidente territoriale dell’ANAP. “Siamo tra gli ultimi in Italia per pensioni, assistenza e presenza sanitaria. Serve un intervento istituzionale immediato”.
I dati che preoccupano l’ANAP derivano da fonti istituzionali e autorevoli: Ministero dell’Interno, ISTAT, INPS, Banca d’Italia, Prometeia, Crif, e altri istituti di ricerca. Il quadro tracciato per Terni è particolarmente allarmante: la provincia si colloca all’ultimo posto (107°) per importo medio delle pensioni di vecchiaia, al 105° per numero di utenti dei servizi sociali comunali e al 101° per disponibilità di infermieri non pediatrici.
Altri indicatori non sono meno gravi: la spesa sociale per anziani è al 95° posto, l’utilizzo di farmaci per la depressione e le malattie croniche è superiore alla media nazionale, mentre la presenza di orti urbani, segno di politiche attive per il benessere e l’inclusione, è praticamente assente.
“Rispetto alla media nazionale”, si legge nella nota ANAP, “gli anziani ternani ricevono pensioni inferiori di oltre due terzi, usufruiscono di servizi sociali in misura sei volte inferiore, e vivono in una condizione sanitaria e psicologica che peggiora anno dopo anno”.
A pesare maggiormente, secondo l’ANAP, è il venir meno della medicina di territorio. Il problema non riguarda solo Terni, ma qui assume caratteristiche di particolare gravità. La cronica carenza di medici di medicina generale e d’urgenza - circa 38.000 unità mancanti a livello nazionale - si riflette su una popolazione anziana sempre più fragile e sempre meno assistita.
“Pensiamo all’anziano che deve percorrere decine di chilometri per una semplice visita o per ritirare una prescrizione, senza nemmeno poter contare sul medico di famiglia”, spiega Vittori. “L’assenza di servizi di prossimità sta distruggendo il diritto alla salute per migliaia di persone”.
L’esempio concreto è la sospensione sine die della Guardia Medica di Lugnano in Teverina, punto di riferimento strategico per diversi comuni della zona. Una decisione che ha lasciato centinaia di anziani senza assistenza, in una delle aree più periferiche della provincia.
In Umbria, denuncia ancora ANAP, le borse di studio per la specializzazione in medicina generale e d’urgenza sono state coperte solo per il 18% del totale disponibile.
L’associazione ha avanzato proposte specifiche in sede di Consiglio Regionale dell’Umbria, chiedendo l’incremento delle borse di studio e l’introduzione di incentivi economici per orientare i neolaureati verso le specializzazioni più necessarie. Analoghe iniziative sono state presentate a livello nazionale, nell’ambito dell’Assemblea Programmatica dell’ANAP.
“Occorre intervenire per valorizzare il ruolo della medicina territoriale, partendo dalla figura del medico di famiglia, oggi sempre più in sofferenza”, ha concluso Vittori.
L’ANAP conferma l’intenzione di proseguire il confronto con le istituzioni e di collaborare, nei limiti delle proprie funzioni, per sostenere le necessità della popolazione anziana.