09 Oct, 2025 - 20:30

A Terni Bandecchi firma il primo atto ufficiale di riconoscimento per entrambe le madri di una bambina

A Terni Bandecchi firma il primo atto ufficiale di riconoscimento per entrambe le madri di una bambina

Una bambina di cinque anni, da oggi, ha ufficialmente due madri davanti allo Stato italiano. È questa la notizia che segna una svolta nei diritti delle famiglie e nel panorama giuridico nazionale. L’atto di riconoscimento firmato dal sindaco Stefano Bandecchi in qualità di ufficiale di governo consente sia alla madre biologica sia alla madre di intenzione di essere registrate come genitori. La decisione segue la storica sentenza n. 68/2025 della Corte Costituzionale, che ha dichiarato illegittima la limitazione imposta dalla legge 40/2004, aprendo nuove strade alla tutela dei minori e al riconoscimento di nuove forme di famiglia.

Si tratta del primo caso pubblico a Terni: un evento reso possibile dalla corretta applicazione delle nuove indicazioni giuridiche, che ora coinvolgono direttamente amministrazione locale e cittadinanza. Il provvedimento, firmato alla presenza delle due madri, attribuisce valore legale a un progetto genitoriale condiviso, superando finalmente la visione esclusivamente biologica che aveva guidato la prassi amministrativa italiana.

La sentenza della Corte Costituzionale trasforma la genitorialità

La recente sentenza n. 68/2025 della Corte Costituzionale rappresenta uno spartiacque epocale. Prima di questo intervento, l’articolo 8 della legge 40/2004 sulla procreazione medicalmente assistita (PMA) riconosceva soltanto la madre biologica nei casi di fecondazione praticata all’estero, escludendo la madre intenzionale e negando così al bambino il legame giuridico con entrambe le persone che lo avevano voluto e cresciuto.

I giudici della Consulta sono stati categorici: “La mancata previsione del riconoscimento della madre intenzionale lede il diritto fondamentale del minore a vedere formalizzato il rapporto giuridico con entrambe le figure genitoriali che lo hanno voluto”. La sentenza dunque riconosce l’illegittimità costituzionale dell’ordinamento nella parte in cui non consente il pieno riconoscimento, affermando una vera svolta culturale e giuridica sulle famiglie nate con PMA.

La decisione della Corte va ben oltre la mera interpretazione normativa: costruisce la strada per una tutela concreta del minore, valorizzando affettiresponsabilità e consapevolezza dei progetti di vita familiare, piuttosto che limitarsi al legame biologico come unico riferimento.

Bandecchi tra accuse e convinzioni: “Il minore ha diritto a essere tutelato”

La posizione di Stefano Bandecchi sui diritti civili e sulle famiglie è stata spesso al centro del dibattito. Recentemente il sindaco di Terni è stato oggetto di accuse di misoginia e di sessismo, per alcuni suoi interventi pubblici legati al suo stile diretto di free speech. Polemiche che hanno acceso la discussione sia localmente che a livello nazionale.

Eppure, proprio in questa circostanza, Bandecchi rivendica fortemente le sue convinzioni liberali e la sua autonomia di pensiero: “Già nel 2023, prima della sentenza, avevo riconosciuto entrambe le madri in un caso simile. Sono fermamente convinto, da sindaco e da liberale, che il primato spetti ai diritti del minore, da tutelare senza schemi tradizionali. I veri valori di una famiglia sono l’amore e il rispetto“Da oggi, questa bambina è ufficialmente protetta da due genitori – un modello che considero positivo e necessario per il benessere della comunità”.

Il sindaco sottolinea che la sua posizione non cambia di fronte alle polemiche personali“Per me la famiglia è tale quando mette al centro il benessere del minore. Il riconoscimento della doppia maternità rappresenta una tutela decisiva: ciò che conta è che ogni bambino possa contare su due genitori responsabili.

Con questa firma, Bandecchi trasforma la giurisprudenza costituzionale in prassi amministrativa locale: una scelta che pone Terni tra le prime città italiane a dare attuazione alle nuove tutele per la genitorialità condivisa.

Una svolta che cambia la comunità nel solco dei diritti

Il caso odierno non riguarda solo chi è stato direttamente coinvolto, ma apre prospettive per tutta la cittadinanza e il tessuto sociale. La capacità di Terni di recepire in modo attento le evoluzioni legislative rafforza i suoi strumenti di inclusione, ponendo la città tra le realtà più avanzate nella tutela dei minori.

La firma su questo atto pubblico assume valore sia simbolico che concreto: da oggi, la legge riconosce pienamente il diritto di ogni bambino a una famiglia composta anche da due madri, secondo il percorso di vita scelto e condiviso. La storia entra in un clima nazionale che, a partire dal pronunciamento della Consulta, riflette sul tema delle famiglie non tradizionali e sulla responsabilità delle istituzioni nell’assicurare pari diritti, stabilità e protezione.


Con un provvedimento concreto e denso di significato, il sindaco di Terni si configura come protagonista di un cambiamento epocale, portando al centro “le persone e la loro felicità”, come ha ribadito il primo cittadino. Dal riconoscimento amministrativo all’affermazione dei principi fondamentali: una strada aperta che mette finalmente al centro il diritto dei minori a crescere in ambienti di amore, rispetto e tutela piena.

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Federico Zacaglioni
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