È lo spot che nella nuova strategia turistica regionale, vuole promuovere l'Umbria come meta perfetta per l'autunno e le festività natalizie mostrando le eccellenze del territorio. Incluse, naturalmente, quelle enogastronomiche. Peccato che il protagonista indiscusso delle feste teranane, il pampepato, venga collocato a Narni e non nella sua patria che è Terni. A far notare lo scivolone della Regione è stato l'ex sindaco Leonardo Latini in un post pubblicato sui social.
Il passaggio che ha innescato la polemica mostra una giovane coppia felice che acquista un bel pampepato artigianale in una pasticceria del centro di Narni: gli animi a Terni si sono infiammati.
"Nei nuovi spot turistici il nostro dolce - scrive Latini interpretando un sentimento diffuso - uno dei simboli più veri di Terni, viene mostrato acquistato in una pasticceria non ternana, senza alcun riferimento e riconoscimento alla nostra città" osserva l'ex sindaco che desolato ha commentato: "Terni è ormai sparita anche dalle campagne di promozione turistica regionale. Direi un bel salto all'indietro". Una gaffe quella della Regione che pesa molto, soprattutto adesso che il re delle feste ternano è al centro di un'importante operazione di valorizzazione con "Sweet Pampepato". Il pampepato di Terni, proprio grazie all'impegno di molti, ha visto tra le altre cose, anche l'ottenimento della ceritifcazione IGP, piazzandosi fra i soli sei dolci italiani che possono fregiarsi del marchio.
Nello spot della Regione Umbria ci sono, tra gli altro, il tartufo, il vino, l'olio, lo zafferano, i salumi e ancora Assisi, i paesaggi verdi con le dolci colline, la ceramica di Deruta, Orvieto col duomo e Umbria Jazz Winter, Perugia, l'albero di Natale a Gubbio e quello "liquido" sul Trasimeno. Tutte eccellenze e bellezze che è bene che ci siano, ma non c'è niente da Terni.
E se, come fa notare qualche utente sul profilo dell'ex sindaco, il pampepato è una tradizione non soltanto di Terni ma ampiamente condivisa nell'intero comprensorio, nello spot c'è un'assenza che ci mette il carico. A fronte di simboli identitari del Natale, ne manca uno che a Terni è molto sentito e che avrebbe certamente portato un contributo importante anche dall'Umbria sud: la stella di Miranda.
Dal 1990 la stella che domina Terni e la sua conca viene accesa ogni anno l'8 dicembre accompagnando la città nel periodo natalizio fino al 6 gennaio e anche nei momenti più difficili, come testimoniato ad esempio, dall'accensione durante il primo periodo del lockdown. Per i ternani quelle luci che compongono la stella cometa sono il simbolo del Natale, ma non ne risulta traccia nello spot regionale.
Terni dal canto suo, sta anche vivendo nell'ultimo periodo un momento molto delicato con la complessa vicenda Stadio-Clinica che imperversa e che vede un'accentuata polarizzazione con il Comune da una parte e il governo regionale dall'altra. Se il Natale e i valori che porta con sé ispirano buoni propositi e unità, lo spot avrebbe potuto certamente rappresentare una pur simbolica boccata d'ossigeno in questi giorni di tensione.
La campagna regionale che mette sul piatto 2 milioni e mezzo di euro, è il baluardo di una strategia su cui si punta molto per esportare, anche all'estero, le bellezze e le bontà dell'Umbria creando una narrazione che attragga turisti tutto l'anno, non solo in estate. Come ha spiegato la presidente Proietti, durante la presentazione, l'intento è proprio quello di rendere i Comuni protagonisti. E nel processo di valorizzazione, collegare le eccellenze ai territori che le hanno create, che le tutelano e a cui sono associate, è fondamentale.