Il sindaco Stefano Bandecchi ha inventato un'analogia, prima di andare a pescare nella filmografia, da Rambo al Giustiere della notte: trasformare ogni cittadino perbene in una "telecamera vivente". Niente ronde notturne o giustizia fai-da-te, ma un sistema collaudato di osservazione che punta dritto al cuore della sicurezza urbana. Terni inaugura così il suo progetto "controllo di vicinato", suggellato questa mattina dalla firma del prefetto Antonietta Orlando e del primo cittadino in presenza dei vertici provinciali delle forze dell'ordine.
La formula è quella del flusso dall'azione di segnazione a quella di reazione sul territorio: cittadini che osservano, coordinatori che filtrano, polizia che interviene. Il triangolo della sicurezza ternana poggia su tre pilastri ben definiti, dove l'improvvisazione non trova spazio e ogni ruolo ha confini invalicabili. I "gruppi di controllo di vicinato" nasceranno nei quartieri come cellule di attenzione diffusa, occhi e orecchie al servizio di una comunità che non vuole arrendersi al degrado.
"Il progetto mira ad incrementare le condizioni di sicurezza effettiva e percepita", ha spiegato il prefetto Orlando, delineando i contorni di un'operazione che punta a valorizzare "percorsi di cittadinanza attiva e di partecipazione diretta dei cittadini alla cura del proprio territorio". La deterrenza psicologica si materializza già nella cartellonistica che il Comune installerà: un avvertimento silenzioso ma eloquente per chi coltiva cattive intenzioni.
Il meccanismo funziona come un orologio svizzero. I cittadini dei gruppi di vicinato si limitano alla mera osservazione, trasmettendo informazioni ai coordinatori designati dal Comune. Stop. Nessuna iniziativa personale, nessun pattugliamento selvaggio, nessuna tentazione da giustiziere della notte. La questura ha le idee chiare: "È vietata qualsiasi forma di iniziativa personale, individuale o collettiva che possa mettere in pericolo sé stessi o gli altri".
I coordinatori riceveranno formazione specifica dalle forze di polizia attraverso incontri periodici mirati a definire limiti e modalità operative. Il Comitato Provinciale per l'Ordine e la Sicurezza Pubblica manterrà il controllo del progetto, valutando eventuali modifiche ed estensioni ad altre zone del territorio comunale.
L'app YouPol della Polizia di Stato entra in campo come strumento tecnologico di supporto, permettendo l'invio diretto alla sala operativa della questura di segnalazioni corredate da immagini e video. Bullismo, cyberbullismo, spaccio, violenze domestiche e di genere: l'applicazione diventa il canale privilegiato per chi assiste a episodi di illegalità senza dover necessariamente comporre il 112.
"La sicurezza è una condizione imprescindibile per garantire ai cittadini il pieno esercizio delle libertà riconosciute dal nostro ordinamento giuridico", ha sottolineato Stefano Bandecchi, inquadrando l'iniziativa in una cornice costituzionale precisa. Il mantenimento di adeguati livelli di sicurezza rappresenta per il sindaco "un fattore determinante per lo sviluppo sociale ed economico del territorio".
Ma è nella definizione dei ruoli che emerge la filosofia del progetto. I gruppi di controllo svilupperanno una rete di reciproca assistenza: sostegno ai vicini anziani e soli, ritiro della posta durante le assenze, sorveglianza condivisa delle abitazioni. Whatsapp, sms e catene telefoniche diventano gli strumenti di una comunicazione capillare che riversa informazioni al coordinatore di zona.
L'identificazione dei fattori di rischio ambientale completa il quadro: scarsa illuminazione, accessi vulnerabili, persone isolate. Elementi che favoriscono furti e truffe e che il controllo di vicinato intende mappare con precisione chirurgica.
Il progetto ternano si inserisce in un filone consolidato di sicurezza partecipata, dove la collaborazione tra cittadini e istituzioni non sostituisce l'attività repressiva delle forze dell'ordine ma ne amplifica l'efficacia preventiva. Solo in presenza di situazioni che richiedano intervento immediato i componenti dei gruppi potranno chiamare direttamente i numeri dell'emergenza.
Il Comune si assume l'onere di una decisa attività di moral suasion per stimolare la partecipazione della comunità, mentre la cartellonistica installerà un deterrente visivo permanente. La scommessa è trasformare la percezione di insicurezza in controllo sociale organizzato, dove ogni cittadino diventa presidio attivo del proprio territorio senza mai sconfinare nel vigilantismo.