Un pezzo della storia artistica di Terni varca i confini locali per farsi ammirare in una delle roccaforti della cultura contemporanea italiana. Il Museo d'Arte Moderna e Contemporanea Aurelio De Felice si fa spazio tra le grandi istituzioni, portando al MAXXI - Museo nazionale delle arti del XXI secolo - una testimonianza pittorica che racconta radici, industria e sport di una città troppo spesso sottovalutata. La mostra che ospiterà questa eccellenza ternana promette di restituire dignità agli stadi come simboli di aggregazione e identità, lontano dalla sola narrazione del tifo sfrenato e della competizione esasperata.
L'esposizione "STADI. Sport, Società, Architettura" si propone di raccontare gli stadi come centri nevralgici di vita comunitaria, luoghi in cui lo sport si intreccia con storia e architettura. In questa cornice si inserisce l'opera di Orneore Metelli, "Le acciaierie di Terni" (1922-38), una tela che porta con sé l'anima operaia e sportiva di una città forgiata dal sudore e dal ferro. Il dipinto, con la sua rappresentazione dell'iconico campo sportivo di viale Brin, diventa un tassello di memoria collettiva che approda nella prestigiosa vetrina del MAXXI.
Il quadro, un olio su tela di 64x92 cm, restituisce una visione della città in cui l’imponente presenza delle Acciaierie convive con il campo sportivo di viale Brin, punto di riferimento per la comunità locale. La raffigurazione di questo spazio urbano non è casuale: per decenni ha rappresentato il fulcro delle competizioni calcistiche ternane ed è stato anche un set cinematografico, scelto dal regista Walter Ruttmann per le sequenze iniziali del film “Acciaio” (1933), tratto da un soggetto di Luigi Pirandello.
La presenza dell’opera all’interno del MAXXI è considerata un'opportunità per dare visibilità a uno dei pittori più rappresentativi del territorio ternano. "Essere presenti con un’opera così significativa nella prestigiosa cornice del MAXXI rappresenta una straordinaria occasione di valorizzazione del nostro patrimonio artistico e di promozione della figura di Orneore Metelli, uno degli artisti più rappresentativi del nostro territorio", ha dichiarato Michela Bordoni, assessore alla Cultura del Comune di Terni.
Il dipinto, di proprietà del Comune di Terni, è stato ufficialmente richiesto dalla Fondazione MAXXI, ottenendo il via libera da Palazzo Spada con un’apposita delibera. L’ultima parola spetta alla Soprintendenza, che dovrà concedere il nulla osta per il trasferimento dell’opera. La tela sarà assicurata per un valore di 20 mila euro e, in caso di spostamento, sarà gestita direttamente dalla Fondazione MAXXI, che coprirà interamente i costi della polizza assicurativa, del trasporto e della custodia con la formula All Risk ‘da chiodo a chiodo’.
Secondo l’amministrazione comunale, la partecipazione alla mostra rappresenta un'importante occasione per promuovere non solo la città di Terni, ma anche il suo museo d’arte moderna e contemporanea. Inoltre, questa collaborazione potrebbe aprire le porte a future sinergie con una delle istituzioni culturali più rilevanti del panorama nazionale.
Un'opera simbolo della città umbra arriva in uno degli spazi culturali più prestigiosi d’Italia. Il Museo d'Arte Moderna e Contemporanea Aurelio De Felice di Terni prende parte a un'importante esposizione organizzata dal MAXXI - Museo nazionale delle arti del XXI secolo.
Orneore Metelli (1872-1938), ternano doc, non era certo uno che si faceva incasellare. Nato calzolaio, finì per diventare un pittore naïf di culto, ma solo dopo i cinquant'anni, quando problemi di salute lo costrinsero a riporre gli strumenti musicali con cui aveva animato il Teatro Giuseppe Verdi e la banda cittadina.
La sua arte, spontanea e incisiva, racconta con pennellate decise la vita della sua città, tra strade polverose, volti segnati dalla fatica e quella Terni operaia che sapeva essere anche comunità. Non si limitava a dipingere: registrava, tramandava, immortalava un'epoca. Ogni tela, firmata con un piccolo stivaletto, rimandava con ironia alla sua prima professione. Con circa duecento opere all'attivo, ha saputo dare voce a una città spesso trascurata dalla grande arte ufficiale, facendola entrare dalla porta principale nelle esposizioni nazionali e oltre.
Oggi, Metelli è più di un pittore per Terni: è una memoria visiva, un testimone delle sue radici popolari e un simbolo di riscatto artistico.