Sono circa 600 chili di salsa tartufata e prodotti vegetali semilavorati quelli sequestrati dai Carabinieri del NAS di Perugia insieme ai veterinari dell’Azienda USL Umbria 2 in uno stabilimento produttivo di conserve. Il provvedimento è scattato dopo la rilevazione di gravi irregolarità igienico-sanitarie: le ispezioni hanno evidenziato mancate procedure di autocontrollo secondo HACCP e assenza totale della tracciabilità sulle materie prime lavorate. L’azienda è stata inoltre destinataria di una sanzione amministrativa di 2.000 euro, mentre il prodotto rimane sotto sequestro per ulteriori analisi di laboratorio.
“La sicurezza alimentare va garantita in ogni fase: i controlli restano serrati soprattutto sui prodotti d’eccellenza come il tartufo” - commentano fonti sanitarie locali.
Non si tratta di un episodio isolato. Nei mesi scorsi, simili sequestri sono stati effettuati in altri stabilimenti umbri impegnati nella trasformazione di funghi e tartufi, a conferma di una campagna di prevenzione contro il botulismo alimentare che negli ultimi dodici mesi ha portato al blocco di centinaia di chili di conserve vegetali non conformi ai requisiti di legge. L’Umbria, tra le regioni più vocate per la produzione agroalimentare di qualità, è costantemente monitorata dalle autorità sanitarie, con decine di aziende oggetto nei primi nove mesi del 2025 di verifiche stringenti e provvedimenti restrittivi.
Gli operatori sottolineano come la presenza di lotti privi di certificazione rappresenti un concreto rischio: la tossina botulinica, presente in prodotti conservati e lavorati senza rispetto delle norme, ha già causato in passato casi di intossicazione grave nel territorio.
I sequestri legati al settore del tartufo comportano ricadute significative sul tessuto economico umbro. Solo lo scorso anno, a Perugia, sono stati bloccati e ritirati dal mercato oltre 400 chili di “salsa tartufata DOP” per mancanza dei requisiti di tracciabilità e sicurezza: una vicenda che aveva sollevato la protesta delle associazioni di categoria e preoccupazione fra operatori del turismo enogastronomico.
Negli ultimi mesi, i rappresentanti delle imprese hanno invocato un rafforzamento dei controlli e l’organizzazione di nuove sessioni formative, sottolineando l’importanza di tutelare la filiera da chi opera fuori dalle regole, con il rischio di compromettere la reputazione regionale fatta di eccellenza e trasparenza.
A pochi chilometri da Terni, nel pomeriggio di domenica, i Carabinieri della Stazione di Narni hanno tratto in arresto un 21enne per la violazione del divieto di avvicinamento alla madre. Nonostante fosse già sottoposto alla misura cautelare e all’obbligo di dimora nel Comune di Terni, il giovane si è presentato presso l’abitazione familiare, innescando l’allerta e l’immediata chiamata al NUE 112 da parte del fratello preoccupato per la sicurezza della donna.
L’arresto è stato convalidato dal giudice durante il rito per direttissima tenuto lunedì mattina, con la conferma delle misure cautelari già in vigore. Il procedimento resta nella fase delle indagini preliminari.
Negli ultimi mesi la provincia di Terni e tutto il territorio umbro hanno registrato un incremento di segnalazioni e arresti in flagranza per la violazione delle misure cautelari in ambito familiare. Secondo fonti investigative, nel 2025 sono stati notificati decine di provvedimenti restrittivi e condotti più di 80 interventi tempestivi su chiamata di familiari e vicini.
La collaborazione tra cittadini e forze dell’ordine si conferma determinante per prevenire nuove escalation e proteggere le vittime. Le recenti campagne di sensibilizzazione e i nuovi protocolli operativi stanno favorendo una maggiore tempestività nelle denunce di violenza domestica, contribuendo a contenere situazioni di rischio e a promuovere interventi coordinati sul territorio.