Una città intera si è fermata. Il silenzio composto delle fiaccole ha attraversato le strade di Terni in una sera in cui dolore, indignazione e amore si sono fusi in un unico, potente messaggio: basta alla violenza sulle donne. Migliaia di persone – donne, uomini, giovani, famiglie intere – hanno preso parte alla fiaccolata in ricordo di Ilaria Sula, la ventiduenne brutalmente uccisa dal suo ex compagno. Una tragedia che ha squarciato il cuore della comunità e acceso i riflettori, ancora una volta, sull’emergenza femminicidi.
La giornata si era già aperta nel segno del cordoglio, con il corteo funebre e i funerali celebrati nel primo pomeriggio. Una cerimonia sobria, straziante, partecipata da tutta la città. Ma è nella sera, quando il sole è calato, che Terni ha mostrato ancora una volta il volto della sua unità e del suo coraggio.
Foto redazione Tag24 Umbria.
"Grazie per essere qui, siamo qui insieme, non solo donne, istituzioni, tanti giovani, ragazzi. Ci sta Terni, l'intera Umbria, tutte le istituzioni insieme, mamme, papà, sorelline, Ilaria. Siamo tutte unite per dire una volta per tutte basta, per Ilaria, per Laura, per Elisa, per tutte le nostre ragazze che adesso sono angeli in cielo ma che sono qui a darci un monito. Vorrei ringraziare dal cuore questa Terni che sta qui stasera, siete un popolo bellissimo che si unisce tutta insieme senza paura, con coraggio, vicino a questa famiglia straordinaria".
Parole accorate, quelle della presidente Proietti, che hanno trovato il riscontro del pubblico in un lungo e rispettoso applauso. Una chiamata alla coesione, all’unità sociale e istituzionale, di fronte a una tragedia che ha colpito l’intera regione.
Profondamente commosso, il vicesindaco di Terni, Riccardo Corridore, ha voluto lanciare un messaggio alla città e alla società tutta:
"Trovare le parole questa sera non è semplice. Purtroppo Ilaria, che era la figlia di questa città, non c’è più e non ci sono risposte che possiamo dare alla sua famiglia. Credo che questo sia il momento per riflettere, per porci degli interrogativi. Le famiglie, le scuole, gli insegnanti devono fare delle riflessioni. Non è possibile questa escalation di giovani che ricevono un diniego dalle loro fidanzate e hanno questa tipologia di reazioni. È arrivato il momento di metterci tutti in discussione, a partire dai genitori.
Viviamo in una società frenetica, in cui ci si dimentica di parlare, si dimenticano i valori. I ragazzi vivono sui social, i ragazzi vanno assistiti, sono le generazioni di domani. Questi fatti non possono accadere e continuare ad accadere. Al di là della violenza del gesto, chiuderla in una valigia… la lucidità nell’abbandonare questa ragazza, questa figlia di tutti noi, comporta una mente assassina. Supportata da chi gli stava vicino. Noi dobbiamo fare in modo che questo non accada.
Impieghiamo del tempo con i nostri figli, a scuola quando vediamo dei ragazzi non facili… i ragazzi si devono soffermare. Devono interloquire con le famiglie. Non può accadere che si continui in queste situazioni assurde in cui un uomo usa la sua forza nei confronti di una giovane ragazza, di una donna che poteva essere una figlia di tutti noi. Ho due figli che hanno l’età di Ilaria. Non si può interrompere la vita così.
È facile additare l’omicida come il responsabile di tutto. La responsabilità è di tutti noi, della società e delle famiglie che non si accorgono. Una volta queste cose non accadevano. Questa manifestazione non deve essere fine a se stessa ma spingerci a delle riflessioni, per far sì che non avvengano più giornate come queste. La disperazione è in tutti noi, e interroghiamoci: quello che è accaduto a queste famiglie può accadere anche a noi".
Profonda, intensa, piena di significati simbolici e politici la lettera letta da Viviana Altamura, assessore alle Pari Opportunità del Comune di Terni, a nome dell’intera giunta comunale:
"Ci stringiamo stasera attorno a un nome, quello di Ilaria. Un nome dolce, giovane, che sa di sogni, di futuro e di vita. Un nome che oggi pronunciamo con la voce rotta e con il cuore ferito, perché Ilaria non c’è più. Perché qualcuno ha creduto di avere il diritto di spegnere la sua luce, di decidere che il suo tempo fosse finito.
Aveva solo ventidue anni, amava viaggiare, progettare. Era una figlia, una sorella, un’amica. Era una ragazza come tante, come le nostre figlie, le nostre sorelle, le nostre studentesse. Ora siamo qui con le fiaccole sulle mani, con gli occhi pieni di lacrime e rabbia, e ci chiediamo ancora una volta: perché dobbiamo stare qui a piangere donne uccise dalla violenza cieca e feroce? Perché ogni giorno una donna deve temere per la propria libertà, per la propria vita?
Il dolore per Ilaria è il dolore di una comunità intera. È il dolore di una madre che si chiede come andare avanti. È il dolore di chi, guardando le proprie figlie, sente una paura che non dovrebbe esistere. È un dolore che ci abbraccia tutte e che deve cambiare qualcosa.
Non è una tragedia privata, ma una ferita di tutta la comunità. È uno specchio che ci chiede conto di quello che non abbiamo fatto, di quello che non abbiamo voluto vedere o ascoltare. Da questo dolore deve nascere una voce forte che dica, senza paura: basta. Basta silenzi, basta giustificazioni, basta sottovalutare i segnali, basta pensare che questo riguardi solo le donne.
È una battaglia di tutti e tutti dobbiamo combatterla: con l’educazione, l’ascolto, il coraggio delle parole e delle scelte. Dobbiamo insegnare il rispetto prima dell’amore, la libertà prima del possesso, la parità prima di ogni altra cosa. In nome di Ilaria e di tutte le donne che non possono più parlare, in nome di chi è sopravvissuta e di chi ha paura. Oggi ci stringiamo, con rispetto e dolore, accanto alla famiglia di Ilaria, e promettiamo che non rimarremo in silenzio. La sua vita non può finire qui. Il suo nome deve diventare un seme di cambiamento e giustizia. Tutti insieme, con il cuore pieno, diciamo: basta!".
A chiudere la fiaccolata, il contributo di Marco Schenardi, assessore allo Sport e alle Politiche Giovanili:
"A nome del sindaco, di tutta l’amministrazione e del vicesindaco qui presente, voglio ringraziare Terni. Questa è la Terni che conosciamo: una città solidale, una città con un grande cuore. Tutta la gente che è qui stasera dimostra la grande umanità di questa città. Non lo ha dimostrato solo in questa occasione, ma tante volte.
Anche se in una situazione che non avremmo voluto vivere, questo ci deve rendere orgogliosi di vivere nella nostra città. Dobbiamo essere orgogliosi di essere ternani. Salutiamo ancora la famiglia di Ilaria che è qua con noi e resterà con noi. Sottolineando quello che ha detto oggi il nostro sindaco, la grande dignità che hanno avuto queste persone, in un dolore profondo, non si sono lasciate andare alla rabbia, anche se nei loro cuori ci sarà. Sono stati per tutti noi un grande esempio".