04 Dec, 2025 - 15:50

Terni, dopo il rinvio a giudizio di Bandecchi opposizione all'attacco. Verini (Pd): "Intervenga Piantedosi"

Terni, dopo il rinvio a giudizio di Bandecchi opposizione all'attacco. Verini (Pd): "Intervenga Piantedosi"

È bufera politica a Terni dopo che il sindaco Stefano Bandecchi è stato rinviato a giudizio dal GUP Chiara Mastracchio per la bagarre scoppiata in consiglio comunale nell’estate del 2023, quando l’aula si trasformò nel terreno di un animato alterco tra il primo cittadino e i consiglieri di Fratelli d’Italia Orlando Masselli e Marco Cecconi. 

La decisione giudiziaria di ieri ha fatto esplodere la reazione dell’opposizione, col PD che torna a rimettere la puntina sul disco della richiesta di dimissioni da parte del sindaco, mentre FDI prende le distanze dai metodi polemici utilizzati secondo il coordinamento del partito al sindaco di Terni.

Verini (PD) rilancia le accuse al sindaco Bandecchi: "Riduce agibilità democratica"

A scatenare l’offensiva è il senatore del Partito Democratico Walter Verini, segretario della Commissione Giustizia e capogruppo Pd in Antimafia, che non usa mezzi termini. “Il rinvio a giudizio del Sindaco di Terni Bandecchi per gravi reati come minaccia, oltraggio, violenza e resistenza a pubblico ufficiale, interruzione di pubblico servizio, minaccia a corpo politico è una ulteriore conferma del fatto che questo personaggio ha colpito ripetutamente l’agibilità democratica del Consiglio Comunale”, afferma in una dichiarazione a caldo.

Un rinvio a giudizio come cartina di tornasole politica: nuova richiesta di intervento a Piantedosi

Per il capogruppo dem in commissione Antimafia, i fatti di cui Bandecchi dovrà rispondere in aula non sono un episodio isolato, ma il sintomo di una condotta consolidata. Verini allarga il campo dell’accusa, ricordando “i ripetuti episodi di violenza e intimidazione che lo hanno visto protagonista: contro giornalisti, manifestanti democratici”. La sua conclusione è politicamente netta: “Al di là del rilievo penale dei fatti, su cui ci saranno giudizi di merito, il rinvio a giudizio è una ulteriore conferma politico-istituzionale: Bandecchi non può rimanere a fare il Sindaco”.

L’attacco del Pd si struttura su due piani: la richiesta di un passo indietro del sindaco e una formale sollecitazione al governo. Verini chiede infatti un intervento del Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, ricordando come in Senato questi avesse promesso monitoraggio sulla situazione ternana. “Bene: i fatti nuovi impongono un aggiornamento del monitoraggio e l’adozione di iniziative che rendano finalmente normale il clima della città”, scrive il senatore, trasformando la questione giudiziaria in una vera e propria questione di ordine pubblico e di tenuta democratica.

La fredda presa d’atto di Fratelli d’Italia: “Quella pagina superò ogni limite”

La reazione dall’area di governo nazionale, nello specifico dal partito i cui consiglieri furono coinvolti nella rissa, è più contenuta nel tono ma altrettanto significativa nel merito. Fratelli d’Italia di Terni, attraverso i coordinatori Alberto Rini (provinciale) e Maurizio Cecconelli (comunale), “prende atto” del rinvio a giudizio in un comunicato che evita riferimenti personali diretti al sindaco, ma che condanna senza appello l’accaduto.

Il partito sottolinea come l’episodio abbia leso - secondo i dirigenti di FdI - l’intera comunità politica e la città: “La vicenda del 28 agosto 2023 non riguarda solo i singoli consiglieri coinvolti, ma interessa direttamente tutti i nostri rappresentanti, il nostro gruppo politico, il nostro partito e con ripercussioni sulla città”.

E, in una frase che risuona come un monito generale, FdI afferma: “Noi non concepiamo la politica come una rissa, ma al tempo stesso rivendichiamo il diritto, e il dovere, di dire con chiarezza che quella pagina superò ogni limite del rispetto istituzionale e del vivere civile”. Una presa di posizione che marca una chiara distanza etica e di metodo da quanto avvenuto, pur nel rispetto del percorso giudiziario.

Il futuro di Bandecchi tra aule di tribunale e consiglio comunale

La dichiarazione di Fratelli d’Italia si chiude con uno sguardo al futuro: “Ora la magistratura seguirà il suo corso; per parte nostra continuiamo a lavorare per una politica che non abbia bisogno di alzare la voce per farsi rispettare”. Un’indicazione di stile che suona anche come un implicito richiamo per l’intera amministrazione cittadina.

La vicenda giudiziaria seguirà ora il suo iter. Ma l’impatto politico del rinvio a giudizio è già esploso in tutta la sua forza nell'agone politico cittadino e umbro.

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Federico Zacaglioni
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