Terni, storica città dell’acciaio, chiude il 2025 come ultima in Italia per la crescita nel settore manifatturiero, secondo i dati dell’Istituto Tagliacarne. Un dato che mette in luce un passaggio epocale: la città industriale sembra aver intrapreso una strada diversa, anche se ancora non completamente definita. Questa realtà è emersa con forza durante il panel dedicato alle attività manifatturiere negli Stati Generali dell’Economia, organizzati dall'assessore comunale allo sviluppo economico Sergio Cardinali, dove imprenditori e rappresentanti istituzionali hanno delineato criticità e strategie future.
Il direttore generale di Confindustria Umbria, il ternano Simone Cascioli, ha sintetizzato il senso di frustrazione accumulata negli ultimi vent’anni: “In Umbria siamo indubbiamente bravi a focalizzare i problemi, ma facciamo molta più fatica a mettere a terra le soluzioni”. E ha aggiunto, riferendosi alle imprese locali: “Ora chiedono di interpretare il cambiamento in modo diverso da quanto è stato fatto in passato, con concretezza e regole chiare.”
Il dibattito ha trovato concretezza nelle testimonianze industriali. Giovanni Scordo, responsabile relazioni istituzionali di Acciai Speciali Terni (AST), ha sottolineato l’entità degli investimenti già realizzati: “Abbiamo investito 560 milioni col gruppo Arvedi, puntiamo al miliardo. L’accordo di programma va dalla rigenerazione ambientale di Prisciano alla bonifica della discarica RSU, passando per la gestione innovativa delle scorie”.
Tuttavia, secondo Scordo, il rischio più immediato è legato al costo dell’energia: “Servono azioni tempestive di Regione e Governo, il rischio è di vanificare tutto quello che stiamo provando a costruire. Occorre coraggio e concretezza: servono misure strutturali, non promesse.”
Il responsabile di AST ha inoltre evidenziato il legame tra grandi investimenti e sviluppo del capitale umano: “Una città industriale vive anche di università, ITS, giovani preparati. Noi ci siamo, ma servono politiche pubbliche che trattengano i talenti e sappiano dialogare con le imprese.”
Al centro della discussione è tornata la questione della Zona Economica Speciale (ZES). Cascioli ha chiarito le opportunità e i rischi: “La ZES può cambiare davvero il volto del tessuto produttivo, ma se applicata a macchia di leopardo rischia di minare l’equilibrio tra distretti e creare nuove disuguaglianze. Gli imprenditori chiedono regole certe, semplificazione autorizzativa e misure compensative da parte della Regione. Non siamo qui per reclamare privilegi, ma condizioni all’altezza della sfida.”
Il panel ha inoltre dato voce ai cluster di eccellenza, come il Nautical Cluster Umbria, con il presidente Giorgio Rellini che ha evidenziato le difficoltà nella gestione del capitale umano: “Realizziamo super yacht che navigano nel mondo, ma il vero problema è trovare giovani con competenze vere, sia tecniche che linguistiche. Il Comune si sta muovendo sulla formazione e questa è la sola strada. Non ci interessano sussidi, ma alleanze strutturali tra scuola, impresa e pubblica amministrazione.”
Dalla discussione emerge una rotta chiara: progettazione condivisa, ecosistemi territoriali, reti di impresa e formazione qualificata. Solo così, secondo gli interlocutori, sarà possibile attrarre investimenti e trattenere i talenti, rispondendo alla crisi di sistema che affligge Terni e l’Umbria.
La giornata si è chiusa con un richiamo alla concretezza. Cascioli ha ribadito: “Abbiamo bisogno di meno diagnosi e più soluzioni: questa è la vera richiesta che parte da Terni e arriva all’Umbria intera”. La sfida per la città dell’acciaio passa dall’integrazione tra investimenti, capitale umano e alleanze strategiche tra pubblico e privato.
Se Terni vorrà uscire dal fondo della classifica nazionale nella manifattura, sarà necessario tradurre le parole degli Stati Generali in azioni concrete: coerenza nella gestione della ZES, politiche industriali strutturate, formazione e partnership solide tra imprese e istituzioni. Il futuro dell’industria ternana non è più una questione teorica, ma una sfida da affrontare con coraggio e pragmatismo.