Un documento dettagliato, tecnico, che puntab a smontare i rilievi politici punto per punto. Ma anche una contro-risposta che rilancia la polla nel campo di Palazzo Spada. È il botta e risposta istituzionale, tra Tiziana Buonfiglio, manager del gruppo Acea alla guida dell’ASM di Terni, e il consigliere comunale della lista Masselli Sindaco, Valdimiro Orsini.
Quest’ultimo, nei giorni scorsi, aveva presentato un’interrogazione al sindaco Stefano Bandecchi sollevando il dubbio di presunti conflitti di interesse nell’operato della manager. Buonfiglio, in una nota, smentisce categoricamente ogni problematica ed esclude la necessità di interventi di ANAC o di altre authority. Ma Orsini non ci sta e sposta il campo della contesa: ora deve essere il Comune, azionista di maggioranza, a esprimersi.
La replica della Amministratrice Delegata di ASM SPA, Tiziana Buonfiglio, all’interrogazione presentata il 10 dicembre dal consigliere Valdimiro Orsini è un atto di difesa istituzionale, scritto con i codici della comunicazione corporate, che intende chiudere la questione alla radice.
Il documento, perentorio, prende le mosse dalla “pubblicità” data alla notizia dalle testate locali, decidendo di replicare “a prescindere dall’autonomo iter” dell’interrogazione consiliare. La tesi di fondo è netta: “Non sussiste in generale alcun conflitto di interesse né reale, né potenziale”, si legge, e non ricorrono i “presupposti di fatto e di diritto per le invocate verifiche”. La motivazione è chiara: l’interrogazione muoverebbe da “due premesse palesemente erronee sia in fatto, sia in diritto”.

Il primo nodo affrontato da Tiziana Buonfiglio è quello della sua doppia veste: manager in Acea Spa e contemporaneamente Amministratrice Delegata di ASM. La risposta attacca il presupposto giuridico dell’accusa. Orsini, sostiene la nota, inquadrerebbe l’ASM come una “società a controllo pubblico”, mentre essa sarebbe, “sul piano contrattuale (ASM ha conferito il controllo quinquennale ad ACEA che consolida il bilancio della partecipata in quello della capogruppo, ndr) una società a controllo privato”.
Questa distinzione, non formale, escluderebbe l’applicazione delle norme e degli orientamenti ANAC richiamati dall’esponente di Masselli Sindaco. La circostanza che l’AD di ASM sia indicato dal socio privato Acea, prosegue la manager, non è un arbitrio ma “effetto di appositi accordi (statutari e parasociali) deliberati dagli organi comunali” a seguito di una procedura ad evidenza pubblica. Un passaggio che legittima la sua posizione rimandando la palla alle scelte passate dell’ente.
Sul tema degli affidamenti diretti dalla SII Scarl (la società che gestisce il Servizio idrico integrato) ad ASM, la replica diventa ancora più minuziosa. Buonfiglio ricostruisce una storia ventennale di partnership, sottolineando come ASM sia socio consortile sia di SII che di Umbriadue scarl. La gestione del servizio e l’esecuzione dei lavori attraverso le consorziate, spiega, è una prassi attiva “fin dal 2002”, decisa “all’epoca della gara dall’ente di ambito” e regolata da norme statutarie e dal codice appalti.
“Non certo per decisioni dell’amministratore delegato pro tempore”, si specifica, tagliando corto su qualsiasi ipotesi di influenza personale. Il tutto, si assicura mella nota, avviene nel rigoroso rispetto delle procedure del Gruppo Acea per le “operazioni fra parti correlate”, portate in deliberazione collegiale.

Se la manager punta a chiudere il dossier con argomenti tecnico-giuridici, Valdimiro Orsini non accetta il metodo e sposta l’asticella della polemica sul piano politico-istituzionale. Per il consigliere comunale, le smentite della diretta interessata non sono la questione centrale.
“Non contano le risposte della amministratrice ma quelle che darà l’amministrazione comunale”, dichiara. Il suo è un attacco frontale alla forma: “Mi sembra davvero irrituale che l’Ad risponda a una interrogazione rivolta al sindaco, evidentemente c’è una confusione di ruoli”. Un comportamento che giudica “irrispettoso” e che “sovrasta le istituzioni”. Orsini ricorda con enfasi che “a tutt’oggi il Comune di Terni detiene la maggioranza delle azioni di Asm ed è quindi il proprietario di maggioranza”.
È a quell’organo, quindi, che ora chiede conto, ritenendo insufficienti le precisazioni arrivate tramite il comunicato stampa della manager. “Attendo precisazioni e puntualizzazioni dell’organo di vertice del Comune”, afferma, lasciando cadere come un avvertimento l’ultima frase: “Da parte mia non escludo di ricorrere all’Anac quale autorità di vigilanza sulla correttezza della azione pubblica”.
Un avvertimento che tiene aperto il confronto, trasformando la replica di Buonfiglio non in un punto di arrivo, ma in un nuovo capitolo di uno scontro che dalla società per azioni si trasferisce ora nel Palazzo. La palla, almeno secondo il consigliere comunale di opposizione, è nel campo del sindaco Bandecchi e della sua giunta.