In Umbria ultimamente si sono mosse questioni importanti che riguardano il sistema penitenziario. Notizia di ieri, attesa da tempo, è l'istituzione del nuovo Provveditorato per l'amministrazione penitenziaria di Umbria e Marche che avrà sede a Perugia. A Terni invece sorgerà il Centro Regionale per la giustizia riparativa. La conferma era arrivata al principio di luglio e ora dal Comune fanno sapere di aver trovato la sede nel quartiere di Borgo Rivo.
L'immobile individuato, assegnato alla direzione Welfare del Comune di Terni, si trova in via dell'Aquila, 6, ha una superficie catastale di poco più di 300 metri quadrati ed è dotato di due ingressi separati. Tra i plus c'è l'accessibilità alle persone con disabilità, poiché è privo di barriere architettoniche. Inoltre, non necessita di interventi, pertanto sarà immediatamente disponibile.
La firma del protocollo d'intesa da parte del sindaco Stefano Bandecchi è arrivata nella seduta di venerdì 29 agosto la sottoscrizione. L'atto sottoscritto tra conferenza locale e Comune di Terni avrà una durata di tre anni e prevede l'istituzione a Terni del Centro per la giustizia riparativa nel distretto di Corte d’appello di Perugia.
"L’Amministrazione comunale - riporta una nota dell'ente -, con la sottoscrizione del protocollo d’intesa, si è impegnata a garantire, al momento dell’istituzione del centro e della contestuale attivazione del servizio, il rispetto delle previsioni normative in materia di giustizia riparativa, contenute nel D. Lgs n. 150/2022 e nei successivi provvedimenti attuativi. La proposta approvata dall’esecutivo di Palazzo Spada è contraddistinta da immediata esecutività in vista della firma del protocollo e della sua trasmissione al Ministero della Giustizia entro il primo settembre".
A spiegare nel dettaglio la missione del nuovo Centro Regionale per la giustizia riparativa è stata l'assessora al Welfare Viviana Altamura. "Questo servizio offre alla vittima uno spazio per essere ascoltata - ha detto - al reo una comprensione delle proprie azioni e la possibilità di reintegrarsi, e alla società un rafforzamento della coesione ed un senso di sicurezza collettiva, evitando il diffondersi della spirale di vendetta".
L'assessorato al Welfare del Comune di Terni già da tempo ha avviato un'opera di sensibilizzazione sulla giustizia riparativa, confermandosi un'amministrazione attenta su un tema relativamente recente per il sistema penitenziario italiano.
"Si tratta di una struttura importante per tutto il territorio regionale - ha sottolineato l'assessora Altamura -. La deliberazione approvata determina la valorizzazione del patrimonio comunale connesso all’utilizzo del bene, oltre ai vantaggi connessi al valore sociale della giustizia riparativa, un valore che risiede nella sua capacità di riparare i danni causati dal reato, coinvolgendo attivamente la vittima, l'autore del reato e la comunità per promuovere rispetto, responsabilità e solidarietà".
La giustizia riparativa prevede che si insaturi un dialogo costruttivo fra chi ha commesso un reato e chi l'ha subito. Un approccio che si concentra sulla riparazione del danno causato dal reato, ponendo al centro la vittima e responsabilizzando l'autore. Nel mezzo vi è un mediatore, una figura imparziale e formata, che è in grado di stimolare il confronto e il processo che da esso deriva.
Si tratta di un istituto di derivazione anglosassone e previsto dalla recente riforma Cartabia, di cui Terni è stata fra le prime città italiane a metterla in pratica, come strumento complementare alla giustizia "tradizionale".
In quest'ottica si supera quindi la mera visione della pena come punzione, trovando quindi piena applicazione all'articolo 27 della Costituzione Italiana che prevede che le pene abbiano anzitutto come fine la rieducazione del condannato, puntando cioè a risanare la frattura con la società e a creare un nuovo patto di fiducia.