30 Sep, 2025 - 13:25

Terni, arrestata una donna per l'aggressione a due infermieri del Pronto soccorso

Terni, arrestata una donna per l'aggressione a due infermieri del Pronto soccorso

Arrestata dai Carabinieri della Stazione di Terni una donna di 32 anni che, nella mattina di domenica, ha aggredito due infermieri del Pronto soccorso dell’Ospedale Santa Maria: l’azione si è conclusa con una frattura al malleolo e un grave trauma alla spalla per gli operatori coinvolti. L’intervento dei militari, allertati dal NUE 112, ha permesso di bloccare, identificare e porre la donna in stato di arresto per lesioni e resistenza a pubblico ufficiale. Il giorno dopo, il giudice ha convalidato l’arresto e disposto la scarcerazione in attesa del giudizio di merito. Si ripropone così con forza il tema delle aggressioni nei confronti del personale sanitario, un fenomeno che sta assumendo dimensioni sempre più preoccupanti in Umbria.

La dinamica: violenza improvvisa nel cuore del Pronto soccorso

Secondo la ricostruzione fornita dagli inquirenti, la donna si è presentata ai varchi del Pronto soccorso chiedendo di entrare per motivi personali e, di fronte al diniego, ha rapidamente assunto un comportamento aggressivo e molesto. Dopo aver preso a calci gli arredi e colpito a testate porte e vetrate, la 32enne si è scagliata contro gli operatori. Gli infermieri, nel tentativo di contenere la sua furia, sono stati colpiti: uno ha riportato una frattura al malleolo, l’altro un trauma importante alla spalla, con prognosi stimata in trenta giorni di assenza per entrambi.

L’intervento immediato dei Carabinieri ha permesso di evitare peggiori conseguenze. La paziente è stata sottoposta agli arresti domiciliari e portata in udienza per rito direttissimo il giorno successivo, dove il giudice ha convalidato l’arresto disponendo la scarcerazione, applicando la presunzione d’innocenza in attesa della definizione del procedimento, ancora in fase di indagini preliminari.

Aggressioni in aumento: i dati del 2024 e il quadro normativo

Il caso di Terni è parte di una preoccupante escalation di violenze ai danni degli operatori sanitari in Umbria. Secondo i dati del Centro regionale per la gestione del rischio sanitario, nel 2024 sono stati registrati 207 episodi di aggressione (+37% rispetto al 2023), coinvolgendo 262 operatori (+46%). Gli infermieri risultano la categoria più colpita (58%), seguiti dai medici (25%): nel 69% dei casi le vittime sono donne, la fascia d’età prevalente va dai 30 ai 39 anni.

Le aggressioni avvengono per il 52% dei casi al mattino e sono nella maggior parte verbali (76%), ma la crescita di quelle fisiche (18%) alimenta forte preoccupazione. Due recenti episodi alle spalle dell’ultimo arresto lo dimostrano: un paziente di circa 40 anni, durante i prelievi, ha causato un trauma della spalla a un infermiere; in un altro episodio una donna accompagnata dalla Polizia di Stato ha procurato la frattura del malleolo a un operatore.

Nuove misure: leggi, linee guida e protocolli contro la violenza negli ospedali

Per arginare il fenomeno, il Decreto Legge del 1 ottobre 2024 prevede sanzioni più severe per aggressori e danneggiatori di strutture sanitarie, con pene fino a cinque anni di reclusione e multe da 10 mila euro. È previsto l’obbligo di arresto anche in differita per le violenze gravi, come previsto dal decreto legge antiviolenza approvato il 27 settembre 2024.

A livello regionale, la Regione Umbria ha redatto nuove Linee di indirizzo per la prevenzione, segnalazione e gestione degli episodi, mentre l’Azienda Ospedaliera Santa Maria ha stipulato un protocollo d’intesa con la Prefettura per la gestione tempestiva degli interventi, rafforzando la rete territoriale a protezione degli operatori.

Gli episodi degli ultimi giorni restituiscono la misura di un problema che ha assunto valenza di emergenza: il diritto alla salute, sancito dall’articolo 32 della Costituzione, si realizza anche attraverso la tutela della sicurezza di chi opera ogni giorno in corsia. In attesa delle determinazioni giudiziarie, la comunità sanitaria rinnova l’allarme su una questione che merita risposte puntuali e azioni concrete a tutti i livelli.

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Federico Zacaglioni
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