Un intervento che entra di diritto tra le esperienze d’eccellenza. All'ospedale di Terni l’Aortic Team del Dipartimento Cardio‑Toraco‑Vascolare ha trattato con successo uno pseudoaneurisma dell’aorta ascendente in fase di rottura su un paziente di 41 anni già sottoposto a doppia sostituzione valvolare (aortica e mitralica). La procedura, eseguita con approccio mini‑invasivo e guida radiologica in sala operatoria ibrida, ha consentito di escludere l’aneurisma preservando i flussi vitali: un risultato di frontiera, documentato finora in appena 40 casi nel mondo.
Il profilo del caso imponeva margini di sicurezza massimi: una condizione rara, una storia cardiochirurgica complessa e la necessità di intervenire in tempi rapidi riducendo i rischi connessi a un re‑intervento tradizionale. Il Santa Maria di Terni ha messo in campo la sua formula più avanzata, quella dell’Aortic Team, che riunisce competenze complementari in un unico percorso di cura. Cardiochirurghi, chirurghi vascolari, radiologi interventisti e cardio‑anestesisti hanno condiviso pianificazione, timing e strategia, con l’obiettivo di isolare la lesione e stabilizzare il paziente minimizzando trauma chirurgico e complicanze. È il valore aggiunto del modello multidisciplinare: diagnosi rapida, valutazione congiunta e decisione operativa coesa.
Come funziona la tecnica endovascolare sull’aorta ascendente
Il cuore della procedura è stato il rilascio controllato di una endoprotesi nell’aorta ascendente, distretto tra i più delicati dell’anatomia cardiovascolare. Attraverso mini‑accessi e sotto guida fluoroscopica, il team ha posizionato il dispositivo per escludere lo pseudoaneurisma senza compromettere il circolo coronarico né l’irrorazione dei tronchi epiaortici.
L’approccio ha permesso di evitare una chirurgia open particolarmente invasiva, riducendo perdita ematica, tempi di circolazione extracorporea e permanenza in terapia intensiva. La rarità mondiale (circa 40 casi riportati in letteratura) colloca l’operazione di Terni tra le esperienze che stanno contribuendo a ridefinire gli standard terapeutici per patologie acute dell’aorta ascendente in pazienti complessi.
La disponibilità di una sala ibrida — ambiente dove imaging avanzato e strumentazione cardio‑vascolare convivono — è stata determinante per gestire in continuità le fasi diagnostiche e terapeutiche. In questo setting, la Cardiochirurgia diretta dal dottor Pierluigi Borghetti e la Chirurgia Vascolare guidata dal dottor Paolo Ottavi hanno operato insieme alla Radiologia Interventistica del dottor Massimiliano Allegritti e alla Cardio‑anestesia del dottor Fabrizio Ferilli, con il supporto qualificato di infermieri di sala, tecnici di radiologia e personale di reparto.
È la fotografia di un’integrazione che, oltre alla tecnologia, valorizza ruoli e competenze di ogni professionista coinvolto, trasformando il “tempo procedurale” in un fattore di sicurezza clinica.
L’evoluzione post‑operatoria conferma la bontà dell’approccio: il paziente, inizialmente seguito in terapia intensiva cardiochirurgica, è stato trasferito in degenza cardio‑toraco‑vascolare per il proseguimento del recupero, fino al ritorno a un’autonomia completa senza segni di complicanze. Gli esami di controllo attestano l’efficacia della esclusione aneurismatica e la stabilità emodinamica.
Il caso offre una traccia operativa preziosa anche per la rete regionale: un centro che consolida capacità d’intervento su patologie aortiche complesse riduce tempi di trasferimento, innalza gli esiti e attrae casistica qualificata, generando valore per l’intero sistema umbro.
Il senso di questo salto in avanti è nella sintesi tra scienza, organizzazione e visione. Come ricordano i responsabili delle strutture coinvolte: “Questa integrazione delle discipline" - affermano i direttori Borghetti e Ottavi - "conferma l’evoluzione della chirurgia nella sua più moderna espressione: tecnologia, ricerca, approcci mini-invasivi, collaborazione".
"L’approccio multidisciplinare associato all'uso di tecniche innovative con l’utilizzo di una tecnologia d’avanguardia", dicono ancora, "si confermano strumenti fondamentali per il confezionamento del trattamento terapeutico personalizzato, testimoniando il costante impegno dell’Azienda Ospedaliera di Terni nell’offrire cure sempre più avanzate ed efficaci per i propri pazienti”. Un messaggio chiaro: l’eccellenza non è un episodio, ma la pratica di una squadra che investe ogni giorno su innovazione e sicurezza.