28 Sep, 2025 - 12:45

Terni, nuova aggressione nel carcere: detenuto armato di lametta tenta di ferire gli agenti

Terni, nuova aggressione nel carcere: detenuto armato di lametta tenta di ferire gli agenti

Attimi di forte tensione nella casa circondariale di vocabolo Sabbione, a Terni. Nella mattinata del 28 settembre un detenuto, già segnalato per condotte violente, ha tentato di colpire un Ispettore della Polizia Penitenziaria con una lametta riuscendo a sferrare un calcio all’addome di un agente intervenuto in supporto. Poche ore dopo, l’uomo ha tentato nuovamente un attacco agli agenti questa volta con l'utilizzo di alcuni coltelli rudimentali, costringendo il personale a un nuovo intervento di contenimento. L’episodio rilancia l’allarme sicurezza segnalato a più riprese dal sindacato SAPPE Umbria.

Aggressione nel carcere di Terni: dinamica dei fatti

Secondo quanto riferito dal sindacato di categoria, il SAPPE, il detenuto – di origine magrebina – avrebbe estratto una lametta nel corso di un controllo interno, dirigendosi verso un Ispettore. Nel parapiglia che ne è seguito, uno degli agenti della Polizia Penitenziaria ha riportato un colpo all’addome. Nelle ore successive, lo stesso detenuto sarebbe comparso nuovamente, stavolta impugnando manufatti taglienti ricavati artigianalmente. Il personale del carcere di Terni ha quindi isolato l’uomo e ripristinato l’ordine, impedendo conseguenze più gravi. Non sono arrivate segnalazioni di feriti gravi.

Le richieste del SAPPE Umbria

Il Sindacato Autonomo di Polizia Penitenziaria interviene con una nota dai toni duri, inquadrando il fatto in una sequenza di aggressioni che si ripetono da tempo nell’istituto. Il segretario regionale, Fabrizio Bonino, come riporta Il Corriere dell'Umbria, parla di situazione ormai cronica e denuncia un quadro operativo sfavorevole per gli agenti: "Solo la professionalità e la prontezza dei nostri colleghi ha evitato una tragedia". E aggiunge: "Questo non è più controllo del territorio carcerario, è una guerriglia quotidiana".

Da qui una piattaforma di proposte immediatamente eseguibili: trasferimento dei detenuti classificati come ultra-pericolosi verso strutture di massima sicurezza, sostegno e tutela legale per il personale coinvolto, potenziamento straordinario degli organici nelle carceri umbre e un incontro urgente con il Provveditore per rivedere la distribuzione dei ristretti e l’organizzazione dei turni.

Le carceri umbre sono al collasso: i dati sul sovraffollamento

Il quadro si inserisce in una crisi strutturale dell’intero sistema penitenziario regionale. Secondo la relazione annuale dell’Autorità regionale di garanzia per i detenuti, aggiornata a marzo 2025, gli istituti umbri ospitavano 1.593 persone a fronte di 1.324 posti regolamentari: oltre il 20% di sovraffollamento. A complicare la gestione, circa due terzi dei ristretti provengono da altre regioni e il 40% è di origine straniera.

La presenza di condannati a pene lunghe ed ergastoli è pari al 9,6%, il doppio della media nazionale, con una concentrazione significativa nella casa di reclusione di Spoleto. A Perugia-Capanne i detenuti erano 437 per 363 posti – oggi prossimi a quota 500 – in attesa dell’apertura di un nuovo padiglione da 160 posti non accompagnata, al momento, da un corrispondente incremento di agenti e personale sanitario.

A Terni i ristretti sono passati dai 597 di marzo a 557 odierni a fronte di una capienza di 422, in un istituto che accoglie anche sezioni ad alta sicurezza e il circuito 41-bis. Orvieto (custodia attenuata) registra 127 presenze per 98 posti; a Spoleto 471 per 456. Numeri che mettono sotto pressione vigilanza, servizi essenziali, continuità terapeutica e percorsi trattamentali.

Terni istituisce il Garante comunale dei detenuti

Nel frattempo, il Consiglio comunale di Terni ha avviato l’iter per l’istituzione del Garante comunale dei detenuti, una figura di prossimità pensata per intercettare criticità e favorire il dialogo con gli uffici competenti. Il provvedimento, che si affianca alle prerogative del Garante regionale, punta a monitorare condizioni materiali di detenzione, accesso ai servizi sanitari, tutela dei diritti e percorsi di reinserimento. L’iniziativa viene letta come un segnale politico-istituzionale dopo che l’Assemblea legislativa umbra ha preso atto della relazione del Garante regionale, mettendo nero su bianco una consapevolezza diffusa: la crisi non è congiunturale ma sistemica e richiede interventi coordinati tra Ministero, Regione, enti locali e amministrazioni penitenziarie.

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Giorgia Sdei
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