Mancano due giornate al giro di boa, due partite alla conclusione del girone d’andata. Per la Ternana Women è il momento dei primi bilanci in Serie A femminile, al termine di un 2025 che resterà scolpito nella storia del club rossoverde. Un anno memorabile, iniziato con la vittoria del campionato di Serie B e culminato con l’approdo tra le dodici migliori squadre d’Italia. Ora la massima serie, con tutte le sue difficoltà, il suo ritmo e le sue pretese. L’ultimo impegno dell’anno solare vedrà la Ternana Women scendere in campo nel week-end di Coppa Italia contro il Como Women, altro banco di prova utile per misurare crescita e ambizioni.
Per analizzare questi primi mesi di Serie A, tra campo e progetto, è intervenuta in esclusiva ai microfoni di Tag24 Umbria Isabella Cardone, direttore generale e sportivo del club rossoverde. Ne emerge un’analisi lucida, senza alibi, ma anche ricca di orgoglio per un percorso che guarda ben oltre il risultato immediato.
Direttore Cardone, che bilancio fa dei primi mesi della Ternana Women in Serie A?
“È stato un impatto più complicato delle attese. Sapevamo che il salto di categoria necessitava di lavoro e tempo, ma la Serie A non aspetta, nella massima categoria è necessario diventare grandi subito”.
C’è un momento di questa prima parte di stagione che considera emblematico del percorso della squadra?
“Sicuramente la partita contro il Sassuolo: la nostra prima vittoria in Serie A, arrivata grazie allo 0-1 firmato da Pellegrino Cimò. Un risultato che ha rappresentato al meglio la forza del gruppo, capace di superare tutte le difficoltà di un inizio davvero complicato”.
In che cosa questa squadra è cresciuta maggiormente rispetto all’inizio della stagione?
“Il margine di crescita più evidente riguarda il lavoro svolto sulla fase difensiva, che giornata dopo giornata è diventata sempre più solida e consapevole. Oltre alle sensazioni positive emerse dalle prestazioni, sono anche i numeri a raccontare il percorso della Ternana Women: 18 gol subiti nelle prime cinque giornate e solo 3 nelle ultime quattro partite”.
Quali margini di miglioramento vede ancora, sia individuali che collettivi?
“Per fare punti bisogna sbagliare meno degli avversari e, per riuscirci, è fondamentale essere concentrati e curare ogni dettaglio. Dal punto di vista mentale non bisogna mai abbassare l’attenzione, portandola al massimo sin dai primi secondi del match.
Sul piano tecnico e tattico ad esempio è essenziale vincere i contrasti, curare l’indirizzo dell’intercetto, le palle inattive e saper sfruttare i momenti della gara che, per la Ternana Women, possono risultare decisivi contro squadre di livello internazionale”.
In che modo la Ternana Women sta crescendo come club, oltre ai risultati sportivi?
“Abbiamo creduto fin dall’inizio che il club dovesse crescere nella struttura e nella professionalizzazione delle persone che ci lavorano. Per questo abbiamo ampliato l’organigramma e adeguato lo stadio non solo in base alle regolamentazioni, ma anche per migliorare lo spettacolo e rafforzare il senso di appartenenza.
Pur condividendo l’impianto, e quindi non potendo intervenire in maniera totale, la percezione dell’evento è cambiata completamente.
L’area comunicazione ha raggiunto un livello di eccellenza, posizionandosi tra le migliori realtà della Serie A. Parallelamente, siamo costantemente impegnati in progetti extra campo: il nostro libro a fumetti, giunto ormai alla terza edizione; le due esperienze in Canada con i camp del progetto TWISA. Abbiamo fatto scelte di stile con la consapevolezza che la Ternana Women può e deve essere considerata un vero e proprio brand, capace di toccare temi moderni dello sport come la moda e l’identità comunicativa”.
Cosa significa, per una società come la Ternana, rappresentare l’Umbria in Serie A femminile?
“La valorizzazione del territorio è una missione centrale del progetto Ternana Women. I successi sportivi della Ternana Women hanno permesso di sviluppare sinergie con le realtà imprenditoriali locali. La novità dell’Hospitality Hub ne è un esempio concreto e rappresentativo”.
Il settore giovanile è uno dei pilastri del progetto: che ruolo ha oggi nella Ternana Women?
“Tre anni fa ho rappresentato alla proprietà la necessità di non puntare tutto esclusivamente sulla prima squadra, ma di seminare e investire con pazienza e visione moderna su più fronti: il settore giovanile, l’internazionalizzazione del progetto (come TWISA), lo sviluppo delle collaborazioni e la professionalizzazione delle risorse tecniche”.
Quanto è importante programmare senza farsi condizionare dall’immediato?
“Senza visione non c’è neanche l’immediato. La programmazione è alla base dei successi, nulla accade per caso”.
Cosa la rende più orgogliosa del percorso fatto finora dalla Ternana Women?
“In solo tre anni siamo diventati tra i dodici club più importanti d’Italia, dando un’identità indipendente e flessibile, riconosciuta nel nostro paese ma anche all’estero”.