Il 2025 si è chiuso anche per la Ternana, portandosi dietro uno dei gironi d’andata più complessi e densi di significati degli ultimi anni. Una stagione iniziata sul baratro, tra incertezze societarie, penalizzazioni e un futuro tutto da decifrare, e proseguita invece con una squadra capace di reagire, stringersi attorno al proprio allenatore e costruire, giornata dopo giornata, una classifica che oggi racconta una storia diversa. Non perfetta, certo, ma solida e soprattutto credibile.
L’estate della Ternana è stata tutt’altro che tranquilla. Il club messo in vendita, le trattative, il passaggio di proprietà alla famiglia Rizzo, i cinque punti di penalizzazione inflitti e le continue vicende societarie che hanno tenuto banco per settimane hanno creato un clima pesante, quasi irrespirabile. Un contesto che avrebbe potuto affossare chiunque.
E invece, una volta iniziato il campionato, la squadra di Fabio Liverani ha scelto la strada più difficile ma anche la più efficace: rispondere sul campo. Dopo diciotto giornate, i punti in classifica sono 23, che valgono il nono posto e l’ingresso pieno nella zona playoff. Un dato che, se letto senza contesto, può sembrare discreto. Ma è proprio il contesto a cambiare completamente la prospettiva.
Senza la penalizzazione e senza i tre punti sottratti per l’esclusione del Rimini dal campionato, la Ternana sarebbe a quota 31, al quarto posto in solitaria, a sole tre lunghezze dall’Ascoli terzo. Un esercizio teorico, certo, ma utile per comprendere la reale dimensione del percorso delle Fere.
A rendere ancora più significativo il momento rossoverde c’è la Coppa Italia di Serie C. La netta vittoria per 4-1 contro il Brescia nei quarti ha spalancato alla Ternana le porte delle semifinali, dove l’ultimo ostacolo verso la finale sarà il Potenza. Un trofeo che non rappresenta solo prestigio, ma anche un’opportunità concreta: vincerlo significherebbe accedere direttamente alla fase nazionale dei playoff. Un obiettivo che il gruppo non ha alcuna intenzione di lasciarsi sfuggire.
I numeri del girone d’andata, dal punto di vista calcistico, sono più che positivi. La Ternana ha chiuso la prima metà di stagione con sette vittorie, sette pareggi e quattro sconfitte, realizzando 20 gol e subendone 16. Un equilibrio che racconta una squadra solida, difficile da battere e capace di adattarsi ai diversi momenti delle partite.
L’avvio è stato inevitabilmente in salita. Le note vicende societarie hanno inciso anche sul lavoro quotidiano, con il mercato - soprattutto quello in entrata - completato solo negli ultimi giorni, impedendo a mister Liverani di svolgere una preparazione completa con il gruppo al completo. Le prime due giornate hanno portato altrettante sconfitte, contro Livorno e Ascoli, che sembravano confermare i timori estivi.
Da lì, però, è iniziato un altro campionato. Dopo quei due ko iniziali, la Ternana ha perso soltanto due volte: il 27 settembre a Ravenna e il 30 novembre sul campo del Guidonia. Stop isolati in un cammino che, nel complesso, ha assunto i contorni di una squadra di alta classifica.
A partire proprio dalla sconfitta di Ravenna, i rossoverdi hanno messo insieme, considerando anche la Coppa Italia, otto vittorie, una sola sconfitta e sei pareggi. Numeri che parlano di continuità, crescita e maturità, soprattutto se si considera la pressione costante esercitata da tutto ciò che avveniva fuori dal rettangolo verde.
L’ultimo mese di campionato è stato emblematico della nuova Ternana. Al netto della sconfitta di Guidonia, coincisa con una giornata decisamente negativa, le Fere hanno infilato una serie di risultati di grande spessore. Su tutti, la vittoria esterna nel sentitissimo derby contro il Perugia, un successo che ha donato entusiasmo a tifosi e ambiente.
Poi l’impresa in Coppa Italia contro il Brescia, travolto con un netto 4-1, e il successo contro il Bra, fondamentale per la classifica. A completare il quadro, il pareggio sul campo della Pianese, ottenuto giocando con un uomo in meno dalla mezz’ora del primo tempo: un punto che vale quasi come una vittoria per carattere e personalità.
In tutto questo, il merito principale va attribuito a Fabio Liverani. L’allenatore ha avuto la capacità di “chiudere a riccio” la squadra, isolandola dalle voci, dalle polemiche e dalle incertezze societarie. Un lavoro soprattutto mentale, che ha permesso ai giocatori di concentrarsi esclusivamente sul campo e sul gruppo.
Il 2026 è ormai alle porte e si aprirà subito con una sfida significativa: il 4 gennaio al “Liberati” arriverà il Livorno. Una partita che dirà molto sulle ambizioni della Ternana, chiamata a trasformare quanto di buono costruito finora in una seconda parte di stagione ancora più ambiziosa. Le Fere hanno dimostrato di esserci. Ora serve continuità per completare l’opera.