Per la Ternana saranno sette giorni di fuoco, tra inchieste giudiziarie, scossoni societari, scadenze davanti alle corti di giustizia sportiva e davanti agli ispettori della Covisoc.
Neanche il tempo di archiviare la riscossa ottenuta a Perugia, con un derby vinto con merito e un risultato dal forte sapore di rivalsa contro il club che incarna l'identità di un avversario atavico (dentro il campo e dentro le mura dei palazzi della politica), che il club di via della Bardesca salirà su un ottovolante da far tremare i polsi.
Primo appuntamento giovedì 11 dicembre con un'Assemblea degli Azionisti convocata da Flaca Srl, la holding di Laura Melis, nella quale figura come sindaco revisore anche il commercialista romano, Giampiero Petrilli che era stato presente il giorno della presentazione della presidente Claudia Rizzo e in occasione della trasferta di Sassari, salvo poi scomparire dai radar. Erano i giorni in cui veniva presentato il nuovo assetto societario, con Tiziana Pucci come amministratore unico e Massimo Ferrero consulente calcistico della famiglia Rizzo-Melis. E in cui venivano dispensati messaggi di piena sintonia con il Comune di Terni e il sindaco Stefano Bandecchi, oltre a chiarimenti sulla volontà degli acquirenti di riportare sotto un unico ombrello la Ternana, la Stadium (e quindi il progetto Stadio-Clinica) e, infine, il terreno sul quale costruire la struttura sanitaria.
Ora quei tempi sembrano essere superati e all'ordine del giorno dell'assemblea, secondo quanto appreso da Tag24 Umbria, ci sarebbe la sostituzione dell'amministratore unico Tiziana Pucci con un commercialista ternano, il nome del quale è ancora avvolto dal massimo riserbo. In questi giorni, inoltre, si sono susseguite le voci di una possibile interruzione del rapporto anche con Massimo Ferrero. Voci raccolte dallo stesso ex presidente della Sampdoria che ha rilasciato numerose interviste ai media locali.
"Profonda ristrutturazione societaria", "rimarcata autonomia" e "interlocuzioni con le istituzioni": erano queste le tre direttrici individuate nel comunicato del 27 novembre dalla società rossoverde e dell'avvocato Morcella. La ricerca di autonomia rispetto a Comune di Terni e Regione dell'Umbria, finora non ha prodotto molti passi in avanti così come l'interlocuzione con le istituzioni che è ferma alle attestazioni di dialogo contenute in quel comunicato. Dialogo "tanto con il Comune, che così meritevolmente ha combattuto per la fattibilità del progetto - dice la nota - quanto con la Regione, che, di sicuro, farà la sua parte, essendo Terni componente essenziale della Regione medesima".
La novità sta nella ristrutturazione societaria, che sarà varata con l'Assemblea di giovedì, e che secondo gli esperti del settore potrebbe essere preliminare all'attivazione di un percorso di gestione della crisi economico-finanziaria del club di via della Bardesca derivante dalle ultime due gestioni. Secondo le indiscrezioni che trapelano dalla società, infatti, il nuovo amministratore potrebbe essere incaricato di avviare uno degli strumenti previsti dal Codice della crisi d'impresa e dell'insolvenza. Come ad esempio la Composizione negoziata, realizzabile attraverso la mediazione di un esperto indicato dalla Camera di commercio sulla base dell'ok da parte del giudice fallimentare.
L'operazione consentirebbe alla Ternana di gestire con maggiore flessibilità il debito nei confronti dei creditori commerciali, di quelli istituzionali (su tutti Banca Progetto e Banca Ifis) e, infine, il debito fiscale e contributivo (come fatto in passato da Sampdoria, Genoa e Perugia, tra le altre).
Alla minaccia di un disimpegno della famiglia Rizzo-Melis dalla Ternana, ha indirettamente risposto il sindaco di Terni, Stefano Bandecchi, che nei giorni scorsi aveva confermato la richiesta da parte del club di un confronto, senza però che venissero fornite date certe per un summit.
Sotto il post di Radio e Tele Galileo con l'intervista a Ferrero sul suo possibile allontanamento, Bandecchi ha chiarito la portata decisiva di questa settimana per il futuro del club. E poi ha evidenziato una serie di circostanze: "La Ternana era una Spa ora è una Srl - ha scritto - i proprietari delle quote hanno piena autonomia. Il sindaco entra nella partita solo nel caso di un fallimento. Se falliranno io sarò presente, ma ritengo che se un imprenditore compra il 15 settembre per fallire a dicembre, non ci sta di testa. Per quanto mi riguarda il 16 dicembre ci sono gli stipendi da pagare e i 2 milioni da rimborsare alla Ternana Women che li aveva anticipati per la clinica. Differentemente, la Ternana non costruirà la clinica (perché non diventerà proprietaria del terreno, ndr) ma potrà costruire lo stadio. Niente di più e niente di meno. Vedo tante parole inutili e poca consapevolezza dei fatti".
Insomma, un segnale che le modalità di interlocuzione scelte finora dal club e dalla proprietà non devono aver fatto breccia dalle parti di Palazzo Spada. Così come hanno destato preoccupazione le decisioni di interrompere i rapporti di lavoro con l'addetto stampa Lorenzo Modestino e il giardiniere Gabriele Mechelli.
La settimana, dopo gli stravolgimenti societari, si concluderà con il 16 dicembre con la scadenza federale relativa al secondo bimestre 2025 (settembre-ottobre) e precedenti. In caso di mancato adempimento degli obblighi federali scatterebbero le sanzioni di due punti di penalizzazione per ogni fattispecie non soddisfatta, più la possibile cancellazione dal campionato in caso di recidiva.
Non sarebbe - secondo gli esperti di carte federali - il caso della società rossoverde. La sanzione che le sarà irrogata il prossimo 12 dicembre dal Tribunale federale nazionale, infatti, è riferita alle scadenze dello scorso primo agosto, ultime della serie prevista per il campionato 2024/25. Il provvedimento a carico della Ternana era slittato per dare modo alla società di presentare la documentazione relativa agli accordi intrapresi con i tesserati sul mancato pagamento degli stipendi.
Scartando il disimpegno della famiglia Rizzo-Melis dalla Ternana (da considerare come ultima ratio nel conflitto finanziario, giudiziario e istituzionale che si è sviluppato, ndr), lo scenario più credibile appare dunque quello di una "gestione controllata" della crisi. Da un lato con gli adempimenti federali da rispettare e dall'altro cercando di rinviare prima e gestire poi, con uno strumento tra quelli messi a disposizione dalla normativa vigente, l'indebitamento societario. Il tutto con la prospettiva di risolvere prima del 27 gennaio (udienza del TAR) il caso Stadio-Clinica.