La Ternana non è soltanto una squadra di calcio. È un’identità collettiva, un sentimento che attraversa le generazioni, un legame profondo che unisce la città e la sua gente sotto un unico colore: il rossoverde. A Terni il calcio non si tifa soltanto, si vive. Ed è proprio questo spirito, viscerale e autentico, che nelle ultime settimane è tornato a emergere con forza, andando oltre il risultato del campo e concentrandosi su ciò che la Ternana rappresenta nel suo senso più profondo.
Ancora una volta il popolo delle Fere ha dato prova del proprio attaccamento al club. Nel mese scorso, infatti, hanno fatto rumore i licenziamenti di due figure storiche della Ternana Calcio: Lorenzo Modestino e Gabriele Mechelli. Il primo, addetto stampa del club da oltre un decennio, è sempre stato un punto di riferimento silenzioso ma fondamentale nella comunicazione rossoverde, svolgendo il proprio ruolo con professionalità, equilibrio e un evidente amore per la maglia. Il secondo, conosciuto da tutti come “Lu Biondo”, si occupava da circa venticinque anni del manto erboso dello stadio Libero Liberati, curando il terreno di gioco come fosse casa propria.
Due figure diverse, ma unite da un elemento comune: un legame autentico e profondo con la Ternana. Proprio per questo motivo, la tifoseria ha deciso di reagire non con la protesta urlata, ma con uno strumento civile e diretto: una petizione online, che in poche settimane ha raccolto numerose adesioni. L’obiettivo è chiaro: chiedere alla società di rivedere la decisione presa e valutare un passo indietro.
La motivazione della petizione è netta e sentita, e recita testualmente:
“Noi ternani tutti chiediamo alla presidente dalla Ternana Calcio di rivedere la decisione presa riguardante il licenziamento di Lorenzo Modestino e Gabriele Mechelli ‘Lu biondo’. La loro professionalità ed il loro attaccamento ai nostri colori non possono essere messi in discussione. Riteniamo questa scelta sconsiderata e non lungimirante e priva di ogni logica e per queste ragioni debba essere rivista. Confidiamo nel nuovo corso ed attendiamo con speranza questo passo indietro. NOI SIAMO LE FERE”.
Se fuori dal rettangolo verde il dibattito è acceso, sul campo la Ternana ha chiuso il 2025 con un pareggio a reti inviolate contro la Pianese. Una partita condizionata da un episodio chiave: l’espulsione di Vallocchia poco prima della mezz’ora, che ha costretto i rossoverdi a giocare oltre un’ora in inferiorità numerica.
Nonostante ciò, la squadra ha mostrato compattezza e spirito di sacrificio, riuscendo a mantenere l’equilibrio e a portare a casa un punto che, per come si era messa la gara, assume comunque un valore significativo. Certo, resta il rammarico per una vittoria che, in undici contro undici, sarebbe stata un obiettivo concreto, ma la prestazione ha confermato una solidità di fondo su cui costruire il girone di ritorno.
Il pareggio con la Pianese ha sancito la chiusura del girone d’andata con la Ternana al nono posto, a quota 23 punti, appaiata con Campobasso (decimo) e Pianese (undicesima). Una classifica che racconta solo in parte il percorso delle Fere, inevitabilmente condizionato dalle vicende extracampo.
Senza la penalizzazione di cinque punti e senza i tre punti sottratti in seguito all’esclusione del Rimini dal campionato, la Ternana avrebbe oggi 31 punti, che significherebbero quarto posto in solitaria e piena zona alta della graduatoria. Otto punti che pesano come un macigno, ma che fanno ormai parte della storia recente del club. La realtà, però, parla chiaro: i punti sono 23 e da lì bisogna ripartire, senza alibi ma con consapevolezza.
