Un Alexis Ferrante così, a Terni, non si vedeva da tempo. L’attaccante argentino classe 1995 ha cominciato la stagione con una condizione fisica e mentale straordinaria, mostrando una maturità calcistica che ha stupito anche i più scettici. Dopo un’annata complicata, trascorsa all’ombra di Pietro Cianci, Ferrante si è ripreso la Ternana a suon di gol, prestazioni e carattere.
L’addio di Cianci, approdato all'Arezzo in estate, ha rappresentato per lui una doppia occasione: quella di tornare protagonista e, soprattutto, quella di diventare il punto di riferimento di una squadra che vuole rilanciarsi dopo mesi di turbolenze societarie e incertezze di mercato. E il numero 9 argentino non ha deluso.
Ferrante è apparso un giocatore completamente trasformato. In queste prime nove giornate di campionato - di cui ne ha saltate due per piccoli problemi fisici - si è distinto per continuità, completezza e dedizione alla causa. Non solo gol, ma anche tanto lavoro sporco.
Forte spalle alla porta, generoso nel pressing e prezioso nelle ripartenze, è diventato il primo difensore della Ternana. La sua capacità di tenere palla, proteggere la sfera e far salire la squadra è uno dei fattori che hanno dato equilibrio e respiro al gioco rossoverde. Non si tratta più solo di un attaccante da area di rigore: Ferrante è oggi un punto di riferimento totale, dentro e fuori dal campo.
Parlare di un attaccante significa inevitabilmente parlare di gol, ma ridurre Ferrante ai numeri sarebbe riduttivo. I suoi movimenti, la sua disponibilità al sacrificio e la capacità di interpretare i momenti della partita raccontano di un giocatore maturato, consapevole del proprio ruolo e delle proprie responsabilità.
Ieri, contro il Forlì, ha firmato il gol del definitivo pareggio con una rete da manuale del centravanti. Ricezione spalle alla porta, controllo orientato, forza fisica e potenza: il tiro, potente e preciso, si è infilato all’angolino basso. Un gesto tecnico che racchiude tutta la sua crescita, frutto di lavoro, fiducia e convinzione.
Con quella rete, Ferrante è salito a quota tre gol e due assist in sette gare disputate. Numeri che, letti in prospettiva, raccontano la sua evoluzione: nella scorsa stagione aveva impiegato ben trentaquattro partite per raggiungere lo stesso bottino realizzativo. In questa, invece, ha impiegato appena due mesi.
Il suo nome è comparso nel tabellino in tre partite: nella travolgente vittoria per 4-1 contro il Rimini, nel 2-0 rifilato al Carpi - in entrambe le occasioni con tanto di assist a referto - e nel pari di ieri contro il Forlì. E se la statistica ufficiale non lo premia con una quarta marcatura, il motivo è puramente tecnico: nel match con il Carpi, infatti, il secondo gol è stato assegnato come autorete del portiere Sorzi, che dopo un tiro di Ferrante respinto dal palo ha sfortunatamente deviato il pallone nella propria porta con la schiena.
Ma i numeri, in questo caso, non dicono tutto. Ferrante è nel pieno della sua maturità calcistica e sembra finalmente aver trovato quella continuità che in passato gli era mancata.
La Ternana di quest’anno ha trovato nel suo numero 9 un leader tecnico e morale. Ferrante ha raccolto con professionalità e responsabilità il peso dell’attacco rossoverde, incarnando lo spirito di una squadra che non vuole più guardare indietro. L’arrivo di Dubickas e l’esplosione del giovane Leonardi offrono al reparto offensivo soluzioni interessanti, mentre il ritorno di Pettinari - che ha fatto il suo nuovo esordio con la maglia delle Fere nella ripresa del match contro il Forlì - aggiunge esperienza e qualità. Un mix che consente a mister Liverani di avere più frecce al suo arco, con Ferrante sempre più al centro del progetto.
L’attacco della Ternana, infatti, è tra i più prolifici del girone: dodici reti in nove gare, con soli tre match terminati senza gol all’attivo. Le uniche battute a vuoto risalgono alle prime due giornate - in piena fase di costruzione della rosa e con il mercato ancora aperto - e alla gara di tre settimane fa contro il Ravenna. Numeri che confermano una ritrovata solidità offensiva, ma soprattutto una mentalità che sembra finalmente in crescita.