La Ternana arriva al bivio di fine novembre con una certezza: il rendimento fin qui espresso non rispecchia le potenzialità della rosa. Il pareggio sul campo della Sambenedettese, il quarto consecutivo, ha confermato il momento di appannamento dei rossoverdi, che continuano a esprimere un gioco a tratti ordinato ma poco incisivo nell’ultimo terzo di campo. Al termine della sfida del “Riviera delle Palme”, le parole del direttore sportivo Carlo Mammarella avevano lasciato intravedere un possibile scossone in panchina, alimentando le indiscrezioni su un esonero imminente di Fabio Liverani. Una voce che, dopo l’incontro avvenuto ieri con alcuni dirigenti del club, non ha però trovato conferma: società e tecnico continueranno insieme, almeno nell’immediato.
Il clima resta comunque delicato. Il sesto posto e i dieci punti di distanza dalla terza posizione fotografano una squadra che non riesce a trovare la via della continuità. I rossoverdi hanno qualità, alternative e profondità di reparto superiori rispetto a quanto restituisce la classifica. Ed è proprio questo il nodo che Liverani dovrà sciogliere già a partire dalla prossima settimana, quando il calendario proporrà tre impegni in sette giorni: Juventus Next Gen in casa, impegno di Coppa Italia contro il Giugliano a metà settimana, e una nuova sfida di campionato nel weekend contro il Guidonia.
Un trittico che non verrà etichettato come “decisivo”, ma che inevitabilmente contribuirà a chiarire la direzione della stagione. Più che una resa dei conti, una verifica: sul piano tattico, sulla tenuta mentale, sulla risposta di un gruppo che finora ha alternato buoni spunti a momenti di evidente involuzione. E, soprattutto, un banco di prova per Liverani, chiamato a dare segnali concreti di identità e crescita.
Archiviato il primo terzo di campionato, è tempo di fare un punto sulla produzione offensiva della Ternana. I numeri dicono 21 punti in 14 giornate: cinque vittorie, sei pareggi e tre sconfitte. Diciotto gol fatti, quattordici subiti. Sulla carta, un attacco competitivo e con soluzioni multiple. Eppure, nelle ultime settimane, la fluidità della manovra e la resa sotto porta si sono progressivamente abbassate, complice anche una serie di indisponibilità e cali individuali.
Il reparto avanzato è costruito su quattro profili di livello: Alexis Ferrante, Edgaras Dubickas, Stefano Pettinari e il classe 2005 Simone Leonardi. Ruoli diversi, caratteristiche complementari, rendimento però altalenante.
Ferrante era partito forte. Tre gol nelle prime giornate, una presenza costante e un impatto positivo sulla manovra. L’argentino, però, ha frenato dopo l’infortunio che lo ha tenuto ai box a settembre saltando Pontedera e Ravenna. Da allora è sempre sceso in campo, ma senza più trovare continuità né brillantezza. L’ultimo gol risale all’11 ottobre, una conclusione da fuori che aveva regalato il pareggio a Forlì. Poi qualche buona giocata, l’assist contro l’Arezzo, ma anche cinque partite consecutive senza segnare. Il contributo c’è, ma non basta a sopperire ai blackout del reparto.
Diverso il discorso per Dubickas, probabilmente l’uomo più determinante della Ternana fino a questo punto. Arrivato dal Pisa nell’ultimo giorno di mercato, il lituano ha messo insieme sei gol e due assist in appena dieci presenze. Una continuità impressionante, soprattutto per capacità di attaccare l’area e rendersi pericoloso con ogni tipo di soluzione. Il suo stop per gli impegni con la nazionale, coinciso con l’ultima uscita in campionato, ha pesato come un macigno: senza di lui, l’attacco ha perso profondità, presenza fisica, imprevedibilità. Non è un caso che la squadra abbia prodotto meno occasioni e sia sembrata più prevedibile.
Pettinari rappresenta un valore aggiunto, se sta bene. Arrivato a parametro zero a stagione iniziata, ha già lasciato il segno sia in campionato che in Coppa Italia: gol decisivo contro il Campobasso, freddezza nella trasformazione del rigore del 3-3 nel derby col Gubbio, reti e giocate nell’altra competizione. Ma anche lui ha dovuto fermarsi nelle ultime due partite per un risentimento muscolare, togliendo ulteriore profondità a un reparto già indebolito dall’assenza di Dubickas.
Leonardi, infine, è la scommessa più interessante. Classe 2005, arrivato in prestito dal Catania, ha raccolto un gol e due assist in undici presenze. È acerbo, certo, ma porta freschezza, coraggio e uno strappo che spesso manca nei momenti in cui la squadra si appiattisce. Serve tempo, ma il materiale c’è.
Il problema, però, va oltre i singoli. La Ternana deve ritrovare ritmo, intensità, cattiveria. La manovra è troppo lenta, le combinazioni offensive poco fluide, la transizione quasi sempre inefficace. La sensazione è che non manchino le qualità, ma la scintilla: quella fame di incidere che nelle ultime settimane si è un po’ spenta.