Poco più di un mese separa la Ternana dalla sua prima gara nei playoff promozione. Un traguardo che, solo qualche settimana fa, sembrava ancora in bilico tra la rincorsa alla vetta e la gestione del secondo posto. Oggi, con otto punti di distanza dalla capolista Virtus Entella e appena un punto raccolto nelle ultime tre gare, i rossoverdi devono fare i conti con una realtà diversa: la promozione diretta è sfumata, e l’unico obiettivo concreto resta prepararsi al meglio per la post season.
Il derby contro il Perugia ha regalato l’unico punto di un trittico negativo, completato dalle sconfitte con Lucchese e Carpi. Proprio quest’ultima, arrivata all’esordio di mister Fabio Liverani sulla panchina delle Fere, ha riacceso dubbi e timori sopiti. Una caduta casalinga che mancava dalla prima giornata contro il Pescara e che ha mostrato evidenti limiti sia fisici che mentali di una squadra apparsa scarica, imballata, incapace di produrre gioco con continuità.
Il calendario non perdona, ma dopo trentacinque giornate disputate è anche fisiologico accusare un calo. Il problema è che il momento è il peggiore possibile: quello dello sprint finale. La rincorsa all’Entella, per quanto nobile, ha portato via tante energie, mentali prima ancora che fisiche, e oggi le Fere sembrano lontane parenti della squadra brillante di gennaio e febbraio.
All’ex tecnico della Salernitana, subentrato a Ignazio Abate, va concesso il beneficio del tempo. Il suo arrivo, avvenuto a ridosso della gara contro il Carpi, non gli ha permesso di lavorare con continuità. Solo tre giorni di allenamenti non possono bastare per cambiare volto a una squadra in difficoltà. Ma ora, con tre gare da giocare prima del 18 maggio - data del secondo turno nazionale dei playoff, dove la Ternana entrerà in scena grazie al secondo posto - il tempo non manca.
La squadra dovrà ritrovare brillantezza atletica, solidità tattica e fiducia nei propri mezzi. Lavorare su questi tre assi è la priorità assoluta di Liverani, che ha già cominciato a indicare la via anche attraverso alcune scelte tecniche ben precise.
Una delle chiavi su cui Liverani punta forte per la rinascita rossoverde è il reintegro di Samuele Damiani. Il centrocampista classe 1998, arrivato in estate dal Palermo con grandi aspettative, ha vissuto una stagione da incubo. Il grave infortunio al crociato anteriore del ginocchio sinistro, subito a fine settembre, e l’intervento chirurgico eseguito dal professor Pier Paolo Mariani, lo hanno tenuto fuori dai giochi per oltre sei mesi. Contro il Carpi, però, Damiani è tornato a calcare il prato del "Liberati" nei minuti finali. Un segnale chiaro, confermato anche dalle parole di Liverani nella conferenza pre-gara.
Nel suo ruolo, però, si è imposto con forza anche de Boer, giovane regista capace di crescere esponenzialmente durante l’assenza del collega. Due giocatori diversi per caratteristiche: più geometrico e ordinato de Boer, più verticale e propositivo Damiani. Entrambi dotati di buona tecnica e visione di gioco, ma con approcci differenti alla costruzione.
Non è da escludere che Liverani possa optare per un doppio play, con entrambi davanti alla difesa, magari sacrificando un interno di centrocampo per garantire maggior controllo in mediana. Una mossa che, soprattutto nei playoff dove i dettagli fanno la differenza, potrebbe offrire maggiore solidità e imprevedibilità alla manovra umbra.
Damiani, tra l’altro, non è nuovo a certe sfide. Nella stagione 2021-22 fu uno dei protagonisti della promozione del Palermo in Serie B, culminata nella vittoria in finale contro il Padova. Un curriculum che può fare la differenza in un gruppo che, sebbene competitivo, ha bisogno di leader tecnici e caratteriali nei momenti clou. La sua esperienza in cadetteria – con Empoli e Palermo – rappresenta un patrimonio prezioso che la Ternana dovrà sfruttare fino in fondo.