Un tentativo di di furto è stato messo a segno nella tarda serata di ieri in uno stabilimento alimentare di Magione, azienda rinomata per la fornitura di prodotti destinati a esercizi commerciali e attività di ristorazione. Intorno alle ore 22, le telecamere del sistema di videosorveglianza hanno ripreso due, forse tre individui con il volto travisato da cappucci mentre si introducevano nell’area aziendale.
Secondo le prime ricostruzioni, i malviventi avrebbero preso di mira una cassaforte collocata negli uffici amministrativi. Dopo averla sradicata dal supporto, l’hanno trascinata fino all’adiacente area boschiva. Il dispositivo, dal peso stimato intorno ai 50 chilogrammi, è stato quindi trasportato verso la boscaglia confinante con lo stabilimento, dove i ladri hanno tentato di dileguarsi, facendo perdere le proprie tracce.
L'allarme collegato alla centrale di sicurezza si è attivato in sequenza: inizialmente nei locali amministrativi e successivamente sul dispositivo anti-effrazione della cassaforte, inviando la segnalazione sia alla centrale operativa sia al servizio di vigilanza privata.Nel giro di pochi minuti, sul luogo sono intervenuti simultaneamente una pattuglia dei carabinieri e una squadra della Vigilanza Umbra, in un’azione coordinata che ha sorpreso e messo in seria difficoltà gli autori del furto.
L’operazione è stata condotta in stretto raccordo con il personale aziendale e la centrale di vigilanza, assicurando un monitoraggio completo della scena, la raccolta accurata di elementi probatori e la tutela dell’integrità dell’intero stabilimento.
Gli operatori, come riferisce la redazione di UmbriaJournal, hanno effettuato un accurato sopralluogo nell’area circostante la struttura, riscontrando che una cassaforte era stata sradicata dal suo alloggiamento e trascinata fino alla zona boschiva confinante. Seguendo le evidenti tracce lasciate sul terreno e nella vegetazione, le forze dell’ordine hanno successivamente rinvenuto il manufatto abbandonato tra l’erba e i rovi.
L’intervento delle forze dell’ordine avrebbe verosimilmente interrotto l’azione criminosa, costringendo i malviventi ad abbandonare il bottino e a dileguarsi a piedi, disperdendosi nella fitta vegetazione circostante. Secondo le prime ricostruzioni, il peso della cassaforte, stimato intorno ai 50 chilogrammi, e le condizioni del terreno avrebbero reso impossibile un allontanamento rapido e silenzioso dal luogo, inducendo i ladri a desistere.
L’episodio è al momento formalmente qualificato come tentato furto. I militari dell’Arma stanno conducendo una serie di accertamenti mirati alla ricostruzione puntuale della dinamica, all’individuazione delle modalità di accesso alla struttura e alla verifica di un’eventuale organizzazione logistica a supporto dei responsabili, compresa la presenza di mezzi o complici nelle immediate vicinanze.
Elemento centrale dell’attività investigativa è rappresentato dalle immagini del sistema di videosorveglianza interno, attualmente oggetto di analisi approfondita fotogramma per fotogramma, con l’obiettivo di acquisire dettagli utili all’identificazione dei soggetti coinvolti. Parallelamente, sono in corso rilievi tecnico-scientifici sulla cassaforte e nelle aree interessate dall’intrusione, finalizzati all’individuazione di impronte, tracce biologiche e altri elementi dattiloscopici e forensi.
Gli inquirenti stanno inoltre verificando con precisione la collocazione originaria della cassaforte all’interno dello stabilimento - se negli uffici amministrativi o in altre aree operative - e stanno accertando il contenuto del manufatto al momento del tentativo di asportazione, passaggi ritenuti fondamentali per delineare con esattezza la portata dell’episodio e individuare le responsabilità penali connesse.
L'episodio ha suscitato profonda preoccupazione nella comunità di Magione, soprattutto considerando la rilevanza economica dello stabilimento preso di mira, che rappresenta un punto di riferimento essenziale per numerosi operatori commerciali e attività di ristorazione del territorio. Il fatto che l’effrazione sia avvenuta in una struttura strategica per la filiera distributiva del territorio ha amplificato il senso di preoccupazione tra imprenditori, dipendenti e residenti, sollevando interrogativi sulla sicurezza degli insediamenti produttivi e sull’efficacia delle misure preventive attualmente adottate.
Alla luce dell’accaduto, gli operatori economici locali hanno formulato richieste operative e puntuali per innalzare il livello di sicurezza delle aree produttive: il rafforzamento dei sistemi di videosorveglianza con telecamere ad alta definizione e registrazione continuativa; l’incremento dei pattugliamenti, pianificati e coordinati con le forze dell’ordine; e una serie di interventi infrastrutturali mirati, tra i quali il potenziamento dell’illuminazione perimetrale, l’adozione di recinzioni più resistenti e il controllo degli accessi mediante varchi presidiati o strumenti di controllo elettronico.
Tali misure, spiegano gli operatori, mirano a ridurre le vulnerabilità del sito, a rendere più difficoltoso il transito e la fuga dei malintenzionati e a facilitare la raccolta di elementi probatori in caso di ulteriori episodi, contribuendo complessivamente a prevenire recidive.