Il cantiere del Teatro Verdi di Terni è entrato nella fase decisiva per rispettare la scadenza del giugno 2026, fissata dal PNRR. La Prima Commissione consiliare, guidata da Andrea Sterlini (Alternativa Popolare), ha effettuato un sopralluogo insieme agli assessori Giovanni Maggi e Marco Iapadre, al responsabile unico del procedimento Matteo Bongarzone e al dirigente ai lavori pubblici Piero Giorgini. I dati parlano di un secondo stralcio (quello finanziato dal PNRR) già realizzato al 60% e di un secondo al 20%, con oltre venti operai impegnati ogni giorno.
Il sopralluogo ha restituito l’immagine di un cantiere dinamico e organizzato, dove le diverse fasi procedono in parallelo. I camerini sono già definiti nella struttura portante, la torre scenica si staglia in altezza e la fossa dell’orchestra mostra la conformazione definitiva. Sul fronte storico e vincolato - foyer e spazi distributivi - il consolidamento strutturale è completato, riportando alla luce l’identità originaria dell’edificio.
L’assessore Giovanni Maggi ha sottolineato il ritmo serrato delle lavorazioni: “Il cantiere è un vero formicaio, con decine di operai che lavorano alacremente sei giorni su sette. L’intenzione è di andare a migliorare ulteriormente l’acustica e il golfo mistico, elementi centrali per la resa artistica del teatro. Inoltre ci stiamo muovendo fin da subito per l’acquisto degli arredi e degli impianti scenici: tecnologie all’avanguardia che garantiranno al nuovo Verdi un livello di qualità molto elevato”.
Secondo quanto illustrato dall’ingegnere Bongarzone, i lavori hanno superato una fase iniziale complicata a causa di ostacoli imprevisti nel sottosuolo. Una volta risolti, l’organizzazione del cantiere ha ripreso ritmo, anche grazie al recepimento di due varianti progettuali, l’ultima delle quali ha comportato l’eliminazione del “teatro ridotto” e del foyer interrato, così da concentrare risorse sulle priorità strutturali ed estetiche.
Bongarzone ha spiegato ai commissari che la presenza costante di oltre venti operai, suddivisi tra le diverse aree operative, ha permesso di accelerare l’avanzamento. Ha inoltre ribadito che il completamento simultaneo dei due stralci è una scelta funzionale per rispettare i tempi e non compromettere i finanziamenti europei.
Il consigliere Sterlini, presidente della Commissione, ha rimarcato che “lo stralcio da 6 milioni di euro è al 60%, mentre l'altro da 14 milioni viaggia tra il 20 e il 30%. Lavori simultanei per arrivare al traguardo del 2026, salvo eventuali ulteriori modifiche migliorative che non riguarderanno però la parte PNRR. Dobbiamo rilevare che l'amministrazione sta lavorando alacrementeper raggiungere l'obiettivo di ridare alla città il suo teatro”.
Il recupero del Teatro Verdi non è soltanto un’opera pubblica, ma un investimento culturale e identitario. La struttura, chiusa da anni, rappresenta uno spazio simbolico per la comunità ternana. Gli amministratori hanno ribadito come la sfida sia duplice: rispettare i tempi imposti dal PNRR e restituire un edificio in grado di competere sul piano della qualità acustica e tecnologica con i maggiori teatri italiani.
Il dirigente Giorgini, affiancato dagli assessori Maggi e Iapadre, ha confermato che il monitoraggio sarà costante, con ulteriori sopralluoghi previsti nei prossimi mesi. L’obiettivo è mantenere un allineamento totale tra parte politica e parte tecnica, per garantire che la città possa riabbracciare il suo teatro entro il 2026.
La visione di fondo è quella di un teatro moderno e funzionale, capace di accogliere produzioni di livello nazionale e internazionale. L’immagine del “formicaio” evocata da Maggi diventa così la metafora di un impegno collettivo: un lavoro incessante che mira a restituire a Terni un palcoscenico all’altezza della sua storia e delle sue ambizioni culturali.