Spoleto dalla fine dell'Ottocento fino ai primi anni Sessanta è stata anche un importante sito estrattivo di lignite. Le miniere si estendevano in varie frazioni della città e la loro attività era strettamente connessa alle vicine acciaieirie di Terni.
Il Pozzo Orlando, a Morgnano, era il principale dell'impianto. Una volta dismesso, ha vissuto lunghi anni di abbandono fino a quando, nel 2009 è stato riconvertito omaggiando la memoria di lavoro e lavoratori. Oggi qui sorge il Museo delle Miniere che per la seconda estate promuove una interessante rassegna teatrale a tema miniere.
L'iniziativa che si svolge nel giardino del Museo, era partita lo scorso anno riscuotendo un successo forse inaspettato. Così dall'Associazione Amici delle Miniere e dalla Federazione Italiana Teatro Amatori (FITA), quest'anno sono tornati con una nuova proposta. Un esempio virtuoso di come attraverso l'arte si possa riqualificare l'industria di una volta, celebrandone la storia. rendendola fruibile alle nuove generazioni.
Si parte giovedì 7 agosto alle 21 con 'Pasquasia. Dicerie dall’era degli scarti' di e con Flavia Gallo. La storia, in forma di poemetto drammatico, ripercorre le vicende della miniera siciliana di Pasquasia, chiusa nel 1992.
"È il racconto di un abbandono sistemico ai danni di un’intera comunità lasciata senza difesa pubblica - si legge nella nota di presentazione -. Tra cronaca e diceria di popolo si ripercorrono gli ultimi centocinquanta anni della storia di una famiglia e della gente vissuta attorno all’economia mineraria siciliana".
Sabato 9 agosto sempre alle 21, sarà la volta di Fausto Manasse con "Racconti di Miniera". Un reading tra parole e musiche dell'attore e regista spoletino che sarà accompagnato dal sax di Gabriele Francioli. In scaletta ci sono, tra gli altri, brani di Luigi Pirandello e Pino Vicari e altri autori che hanno trattato il tema delle miniere.
Chiusura domenica 10 agosto alle 21, con 'Il respiro della miniera', recital di poesie inedite scritte appositamente per l'occasione dalle artiste e dagli artisti dell'Accademia Barbanera di Castiglione in Teverina, accompagnati dalle musiche composte anch'esse appositamente da Simone Alicata e da Alberto Romizi. Presenta Fabio D’Amanzio.
Tutti gli spettacoli sono ad ingresso gratuito senza prenotazione del posto.
Il vicesindaco di Spoleto, Danilo Chiodetti ha accolto con entusiasmo la seconda edizione della rassegna. "Questo non è solo un evento culturale - ha sottolineato -, ma un'opportunità per riflettere su un aspetto fondamentale del nostro patrimonio collettivo, sull’identità della nostra comunità, per mantenere viva la memoria di chi ha lavorato nelle miniere e sensibilizzare le nuove generazioni sull'importanza di questi luoghi storici".
L'iniziativa è sostenuta dall'amministrazione comunale che con l'Associazione Amici delle Miniere ha attivato una felice collaborazione. Vincenza Campagnani presidente dell'Associazione, oltre al Comune di Spoleto, ha voluto ringranziare anche la Fita "per la cura con cui ha individuato le compagnie teatrali in grado di restituire la dimensione umana e lavorativa della vita dei minatori".
Oltre a quello di Spoleto, nell'Umbria del sud sorgeva anche un secondo impianto minerario seppur di dimensioni minori. Si tratta delle miniere di Buonacquisto, piccola frazione nel Comune di Arrone, nella Valnerian ternana, che rimase in attività fino agli anni Cinquanta. Proprio come a Spoleto, anche qui si estraeva la lignite destinata alle acciaierie. Buonacquisto è diventato oggi un parco minerario intitolato a Valentino Paparelli, una delle figure che meglio ha indagato la storia e le tradizioni dell'Umbria meridionale.
Spoleto e Buonacquisto rappresentano esempi significativi di come i vecchi siti industriali ormai chiusi, possano continuare a raccontare storie nel presente grazie alle attività di valorizzazione della loro memoria. Un passato industriale la cui consapevolezza e conoscenza deve far riflettere anche nell'ottica di un futuro più sostenibile.