Preoccupazione, allarme e dure critiche alla Regione Umbria. La Lega di Gubbio interviene con un comunicato ufficiale sul tema della riduzione del personale nei CUP (Centri Unici di Prenotazione) della USL Umbria 1, denunciando una situazione che rischia di tradursi in gravi disagi per i cittadini e in un progressivo indebolimento dei servizi sanitari di prossimità.
Secondo quanto riportato dal partito, le decisioni regionali riguardano in particolare le sedi di Todi, Pantalla e Marsciano, dove sono stati disposti pesanti tagli al personale, inseriti all’interno di una più ampia manovra che, a livello complessivo, comporterebbe una riduzione di circa 200 ore settimanali su tutta la USL Umbria 1.
«Come Lega Gubbio esprimiamo la nostra forte preoccupazione per i servizi sanitari del territorio eugubino, minacciati dalle ultime decisioni della Regione», si legge nella nota.
Uno degli aspetti più critici evidenziati riguarda la Valle del Tevere, dove, secondo la Lega, si passerà da due operatori allo sportello a un solo addetto. Una riduzione che, secondo il partito, è destinata a provocare attese più lunghe, disservizi e un aumento delle difficoltà per l’utenza, soprattutto per le fasce di popolazione più fragili.

«Il grave danno ricadrà sui pazienti, costretti a subire disagi crescenti e a rivolgersi altrove per prestazioni che dovrebbero essere garantite nel proprio territorio», sottolinea il comunicato.
Il rischio paventato è quello di una progressiva desertificazione dei servizi di prossimità, con cittadini obbligati a spostarsi in altri comuni per effettuare semplici prenotazioni, aggravando costi, tempi e difficoltà logistiche.
Pur non essendo direttamente coinvolta, almeno per ora, la città di Gubbio, la Lega lancia un chiaro segnale di allarme anche per il territorio eugubino. Nel comunicato emerge con forza il timore che i tagli possano estendersi anche ai servizi CUP di Gubbio.
«Chi garantisce ora i cittadini eugubini che anche i servizi CUP di Gubbio non vengano messi nel mirino dei tagli regionali?», si chiede il partito. Una domanda che mette in evidenza un clima di incertezza e preoccupazione sul futuro della sanità locale.
Secondo la Lega, le riduzioni operate nelle città limitrofe rappresentano un segnale poco rassicurante che potrebbe preludere a ulteriori interventi restrittivi nella rete dei servizi.
Nel comunicato non manca un duro attacco politico alla maggioranza regionale di centrosinistra. La Lega parla apertamente di una contraddizione tra le promesse fatte in campagna elettorale e le scelte attuali.
«È paradossale che queste decisioni vengano prese proprio da quello stesso centrosinistra umbro arrivato al governo della Regione dopo una campagna elettorale urlata, basata sulla promessa di migliorare i servizi sanitari», afferma la Lega. E incalza: «Sarebbero questi i miglioramenti?».
Una critica che punta il dito contro una presunta incoerenza politica, accusando l’amministrazione regionale di aver tradito le aspettative dei cittadini sul fronte della sanità pubblica.
Altro bersaglio del comunicato le forze politiche di centrosinistra presenti a Gubbio. La Lega sottolinea come, a fronte di decisioni giudicate gravi, non si siano registrate prese di posizione ufficiali da parte delle principali forze locali.
«Perché nessuno dei partiti di centrosinistra eugubini – il Pd eugubino, Liberi e Democratici, Gubbio Città Futura o Sinistra Italiana – è ancora intervenuto per protestare contro la nuova politica regionale dei tagli alla Sanità?», si chiede polemicamente il Carroccio.
Una domanda che assume anche il valore di una sfida politica, volta a sollecitare una presa di posizione pubblica a tutela dei servizi sanitari del territorio.

I Centri Unici di Prenotazione rappresentano uno snodo fondamentale della sanità pubblica, soprattutto per una popolazione che vede una forte presenza di anziani e persone con difficoltà digitali. La riduzione del personale agli sportelli si traduce spesso in file più lunghe, maggior stress per gli operatori e minore qualità del servizio.
Nel territorio eugubino, caratterizzato anche da frazioni e aree rurali, il CUP rappresenta uno strumento essenziale per garantire accesso equo alle prestazioni sanitarie. È proprio su questo piano che la Lega fonda la propria preoccupazione: tagliare ore e personale significa, di fatto, limitare il diritto alla salute per una parte della popolazione.
La posizione del partito è chiara: le decisioni della Regione rischiano di generare un effetto domino che non si fermerà alle città già colpite dai tagli. Secondo la Lega, senza un ripensamento della strategia regionale, i disagi sono destinati a crescere e a estendersi.
«Costringere i cittadini a rivolgersi altrove per prestazioni che dovrebbero essere garantite vicino casa è inaccettabile», ribadiscono i rappresentanti del Carroccio.
Il timore è che si apra una stagione di razionalizzazioni progressive, che finisca per penalizzare soprattutto i territori dell’entroterra, meno centrali rispetto ai grandi poli sanitari.
Pur non formulando una richiesta formale, la Lega Gubbio invoca di fatto un cambio di rotta da parte della Regione Umbria: stop ai tagli, maggiore attenzione ai territori e avvio di un confronto trasparente con amministrazioni locali e cittadini.
La partita ora si gioca sul piano politico e istituzionale. Da un lato le decisioni regionali, dall’altro le proteste che cominciano a levarsi dai territori. Nel mezzo, ancora una volta, i cittadini, che rischiano di pagare il prezzo più alto in termini di disagi, tempi e accesso ai servizi.
Per Gubbio, al momento, si tratta di una preoccupazione preventiva, ma il messaggio lanciato dalla Lega è chiaro: la guardia resta alta, perché la sanità di prossimità è considerata un bene essenziale da difendere senza esitazioni.