17 Jul, 2025 - 13:20

Suprematismo online, perquisito un giovane di Umbertide: propaganda neonazista nei gruppi Telegram

Suprematismo online, perquisito un giovane di Umbertide: propaganda neonazista nei gruppi Telegram

“I nazisti dell’Illinois” erano una gag nei Blues Brothers. Ma quelli delle chat Telegram, purtroppo, esistono davvero.
E l’Umbria non è rimasta fuori. Nell’inchiesta coordinata dalla Procura di Brescia e condotta dal Ros dei Carabinieri, un giovane residente a Umbertide (Perugia) è finito nel mirino degli inquirenti ed è indagato con il sospetto che appartenga alla rete telematica neonazista. Per lui è scattata una perquisizione domiciliare su disposizione della magistratura lombarda. È uno dei 29 soggetti indagati, per lo più giovanissimi - alcuni persino minorenni all’epoca dei fatti - che si muovevano in gruppi virtuali caratterizzati da una matrice esplicitamente neonazista, suprematista e antisemita.

Dall’odio in rete al fascino oscuro dell’eversione: Telegram come laboratorio dell’estremismo giovanile

L’indagine ha avuto origine nel dicembre 2023, con il monitoraggio delle attività online di un 21enne bresciano, oggi destinatario di una misura cautelare. Grazie a intercettazioni telematiche, il Raggruppamento Operativo Speciale ha messo in luce un mosaico digitale fatto di canali Telegram e profili TikTok usati per diffondere contenuti d’odio, inneggiare alla superiorità della razza bianca, minimizzare la Shoah e proporre l’apologia del fascismo.

Nomi evocativi quanto inquietanti come White Lives Matter Italia, Vannawaffen TM, Sangue e Suolo o Casa del Fascio erano il teatro virtuale di questa comunità online, dove si celebravano simboli del nazismo, si proponevano azioni violente contro minoranze etniche, religiose e sessuali, e si promettevano ricompense in denaro per atti incendiari contro esercizi frequentati da immigrati.

Umbria coinvolta: perquisito un giovane di Umbertide. L’inchiesta punta sul ruolo dei territori

In questo scenario, l’Umbria entra nella mappa nazionale dell’inchiesta. Il soggetto residente a Umbertide, come altri giovani dislocati lungo la penisola, è stato individuato come parte attiva in uno o più dei canali suprematisti, dove l’ideologia viene spinta fino al limite della violenza evocata o agita, spesso con una narrazione distopica e militarizzata del mondo.

“Non parliamo di semplici provocatori o nostalgici del ventennio, ma di aggregati digitali che promuovono odio organizzato, disprezzo sistematico e pratiche di reclutamento sottotraccia”, spiega una fonte investigativa. Il rischio, è evidente, non è solo quello del pensiero deviato, ma della radicalizzazione operativa, favorita da un linguaggio diretto, simboli riconoscibili e meccanismi premiali.

Una rete oscura e giovane: la maggior parte degli indagati ha meno di 25 anni

Colpisce l’età media degli indagati: tra i 18 e i 25 anni, con cinque minorenni al tempo dei fatti contestati. Una generazione fragile, esposta alla retorica violenta del suprematismo digitale, attratta da miti tossici e da un’estetica del dominio che ha trovato nei social un megafono potente e scarsamente sorvegliato.

La Procura della Repubblica di Brescia, nella persona del GIP Alessandro D’Altilia e del PM Caty Bressanelli, ha messo in campo un pacchetto di 26 decreti di perquisizione e una misura restrittiva, operando in stretto raccordo con la Direzione Nazionale Antimafia e Antiterrorismo. In Umbria l’attività è stata condotta con il supporto del Comando Provinciale dei Carabinieri, in coordinamento con le strutture locali del ROS.

Il lato pericoloso dell’ironia nera: l’estetica “meme” come arma di propaganda

Una caratteristica che emerge chiaramente è la capacità di queste comunità di utilizzare linguaggi ironici, riferimenti pop e simboli remixati, per veicolare contenuti estremisti travestiti da satira o da provocazione culturale. In questo mix, perfettamente compatibile con l’algoritmo dei social, il neonazismo si presenta in forma accessibile, camuffato da ribellismo giovanile, fino a diventare comportamento condiviso e ripetuto.

A Umbertide come altrove, il fenomeno interroga anche il tessuto educativo e sociale: come intercettare il disagio, come rompere la bolla digitale in cui crescono e si rafforzano queste visioni?

L’inchiesta è tuttora in corso e potrebbe allargarsi a nuove posizioni. Ma la direzione è chiara: la rete non è più solo uno specchio delle idee. È diventata un’arena di reclutamento e addestramento ideologico. Anche in Umbria.

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Federico Zacaglioni
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