05 Sep, 2025 - 14:30

Sulle tracce dei grandi affrescatori dell'Umbria: un viaggio tra le opere immortali dei grandi maestri che hanno trasformato la regione in un museo a cielo aperto

Sulle tracce dei grandi affrescatori dell'Umbria: un viaggio tra le opere immortali dei grandi maestri che hanno trasformato la regione in un museo a cielo aperto

Preparatevi a intraprendere un viaggio che vi condurrà nel cuore di una terra dove l’arte non si osserva semplicemente, ma si respira, si percepisce con tutti i sensi. In Umbria, ogni città, ogni borgo, ogni piccola chiesa custodisce un frammento di bellezza eterna: un affresco, un dettaglio, una luce che raccontano storie di fede, di umanità e di meraviglia. Seguire le tracce dei grandi maestri significa immergersi in un racconto che attraversa i secoli, un racconto dipinto su pareti e volte che ancora oggi vibrano di luce, colore e spiritualità, pronto a incantare chi sa lasciarsi trasportare dalla magia dell’arte.

Vi troverete a sostare sotto volte che sembrano sfiorare l’infinito, dove la luce si posa su pigmenti che, nonostante i secoli, mantengono intatta la loro intensità. Ammirerete l’azzurro profondo di Giotto; le prospettive armoniose del Perugino che ispirarono Raffaello; e i minuziosi dettagli narrativi di Pinturicchio, dove devozione e quotidianità si intrecciano in un racconto visivo di straordinaria poesia. Ogni parete si trasforma in un orizzonte sospeso tra umano e divino, un luogo dove colore, luce e forma dialogano con la mente e il cuore, trascinando chi osserva in un’esperienza estetica e spirituale senza confini.

Questo non è un semplice itinerario culturale: è un’esperienza sensoriale e quasi mistica. Il silenzio delle chiese, l’odore della pietra antica, la luce che filtra dalle bifore e accarezza le pitture vi faranno sentire partecipi di un dialogo antico, come se quegli affreschi fossero lì per voi, oggi, nello stesso modo in cui parlavano ai pellegrini di secoli fa.

L’Umbria vi aspetta con i suoi capolavori, pronti a raccontarvi la storia di un Medioevo e di un Rinascimento che qui hanno trovato una delle loro espressioni più alte. Sta a voi lasciarvi guidare, passo dopo passo, dentro queste narrazioni dipinte, per scoprire come l’arte possa ancora, oggi, parlare al cuore.

Pinturicchio - La Cappella Baglioni, Chiesa di Santa Maria Maggiore, Spello

A Spello, uno dei borghi più affascinanti dell’Umbria, si cela un luogo dove il tempo sembra rallentare, il silenzio diventa quasi musica e la luce accarezza dolcemente le pietre antiche: la Cappella Baglioni, all’interno della chiesa di Santa Maria Maggiore. Tra il 1500 e il 1501, Pinturicchio trasformò questo piccolo spazio in un universo di colori, emozioni e simboli, lasciando ai secoli uno dei suoi cicli pittorici più straordinari e poetici.

Tra il 1500 e il 1501 Pinturicchio dipinge qui un ciclo che è pura meraviglia:

  • L’Annunciazione, ambientata in un’elegante loggia rinascimentale, è pervasa da una luce limpida che accarezza i marmi e illumina la Vergine colta nel gesto intimo della lettura.
  • L’Adorazione dei Pastori, vibrante di umanità, con figure che sembrano muoversi, parlare, offrire il loro omaggio al Bambino sotto un cielo terso.
  • La Disputa di Gesù tra i Dottori introduce lo spettatore in un’architettura ideale, un tempio classico che diventa metafora di conoscenza e dialogo.

A completare il ciclo, nella volta si ergono quattro Sibille - Tiburtina, Eritrea, Europea e Samia - ciascuna con il proprio cartiglio che annuncia la venuta di Cristo, conferendo all’insieme una straordinaria armonia profetica e decorativa, capace di avvolgere lo spettatore in un dialogo tra sacro e bellezza pittorica.

Ogni dettaglio è pensato per catturare lo sguardo e il cuore: i panneggi che sembrano veri tessuti di seta, i volti intensi e vibranti, i paesaggi che si aprono come piccole finestre sul mondo. Persino il pavimento maiolicato di Deruta sembra illuminarsi sotto i vostri passi, come un delicato ricamo di ceramica. E poi c’è Pinturicchio stesso: il suo autoritratto, nascosto tra le figure affrescate, che vi osserva, come se stabilisse un contatto con chi, secoli dopo, entrerà in questo spazio e si lascerà incantare dalla sua arte.

Visitare la Cappella Baglioni non significa soltanto ammirare un capolavoro pittorico, ma lasciarsi avvolgere da un’esperienza che è insieme sensoriale e spirituale. Qui il silenzio diventa voce, i secoli si fondono e ci si ritrova a camminare accanto a Pinturicchio, seguendo il ritmo delicato e incessante del suo pennello, respirando la luce e i colori che ancora oggi raccontano storie senza tempo.

Giotto - Basilica Superiore di San Francesco, Assisi

Varcare le porte della Basilica Superiore di San Francesco ad Assisi significa entrare in uno spazio dove il tempo sembra dilatarsi e l’arte si fa preghiera. Qui, Giotto e la sua bottega hanno dato vita a un ciclo di affreschi che non si limita a narrare la vita del santo: la rende tangibile, visibile, quasi palpabile, trasportando chi osserva in un’esperienza intensa, tra luce, colore e spiritualità. 

Le ventotto scene delle Storie di San Francesco scorrono lungo le pareti della navata come un racconto che prende vita davanti ai vostri occhi: dalla rinuncia ai beni materiali alla predicazione agli uccelli, fino alla morte del santo e all’ascensione della sua anima. Ogni episodio è un perfetto equilibrio di luce, colore e composizione, che trasmettere la spiritualità di Francesco e rende tangibile la sua umanità.

Particolarmente suggestiva è la scena del santo in estasi, che sembra librarsi sopra la terra, avvolto da un alone di luce che simboleggia la sua comunione con il divino. Ogni gesto, ogni sguardo dei personaggi, ogni dettaglio di paesaggio e architettura contribuisce a tessere una narrazione viva, intrisa di emozione e partecipazione, capace di trascendere il tempo e avvolgere chi osserva in un’esperienza profondamente coinvolgente.

Visitare la Basilica significa intraprendere un viaggio unico nel cuore dell’arte medievale e della spiritualità francescana. Ogni affresco si apre come una finestra su un mondo lontano, capace però di parlare ancora oggi, con delicatezza e forza, al cuore e alla mente di chi si lascia trasportare dal fascino di Giotto. Qui, ogni passo e ogni sguardo si trasformano in un incontro intimo con la bellezza, la devozione e l’ingegno senza tempo di un maestro che ha reso l’Umbria un autentico museo a cielo aperto.

Perugino - Oratorio della Nunziatella, Foligno

Nel cuore di Foligno si trova l'Oratorio della Nunziatella, un piccolo scrigno prezioso dove spiritualità e bellezza artistica si fondono armoniosamente. Qui Pietro Perugino ha lasciato una delle testimonianze più eleganti e suggestive della sua maturità pittorica: il Battesimo di Cristo, realizzato tra il 1497 e il 1507.

Commissionato dal nobile folignate Giovanni Battista Morganti, l’affresco si apre in una composizione straordinariamente equilibrata e armoniosa. Al centro, il fiume Giordano accoglie Cristo e San Giovanni Battista, mentre attorno a loro angeli silenziosi vegliano la scena. Una luce eterea sembra discendere dal cielo, avvolgendo le figure in un bagliore che accentua la sacralità del momento. La perfetta simmetria e l’equilibrio compositivo, marchi distintivi della poetica di Perugino, conferiscono all’opera una calma maestosa, come se ogni gesto e ogni dettaglio fossero misurati con la più attenta intenzione contemplativa, trasformando lo spazio in un microcosmo sospeso tra il divino e l’umano.

Ogni dettaglio contribuisce a rendere l’esperienza estetica ed emotiva pienamente avvolgente: i panneggi fluttuanti e delicati, i volti sereni e concentrati, il paesaggio che si apre in prospettive armoniose e misurate, tutto concorre a tessere un dialogo silenzioso tra cielo e terra, tra divino e umano. La scena non è soltanto una rappresentazione della fede, ma un invito a percepire la spiritualità come esperienza sensoriale e contemplativa, a cogliere la grazia sottile che permea ogni gesto di devozione.

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Francesco Mastrodicasa
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