15 Oct, 2025 - 12:45

Statale Valnerina, autovelox del Comune di Terni non a norma: il giudice di pace annulla 15 sanzioni. Potrebbero seguirne molte altre

Statale Valnerina, autovelox del Comune di Terni non a norma: il giudice di pace annulla 15 sanzioni. Potrebbero seguirne molte altre

Una recente sentenza del giudice di pace di Terni ha riacceso il dibattito sulla legittimità delle multe elevate tramite i dispositivi di controllo della velocità installati lungo la statale Valnerina. Il giudice Mario Sevi ha infatti accolto il ricorso presentato da una cittadina, disponendo l’annullamento di quindici verbali emessi dal sistema di rilevazione gestito dal Comune di Terni. Alla base della decisione c’è un nodo giuridico cruciale: il dispositivo non era omologato, come invece impone l’articolo 142 del Codice della Strada.

Nella motivazione, il giudice sottolinea che la semplice approvazione ministeriale non può sostituire la formale omologazione richiesta dalla normativa. Un principio più volte ribadito dalla Corte di Cassazione, ma che ora trova una concreta e rilevante applicazione in Umbria, con possibili ripercussioni su molte altre sanzioni analoghe.

Il caso: quindici multe in pochi mesi per oltre mille euro

La ricorrente, assistita dall’avvocato Antonella Dello Stritto, aveva ricevuto circa quindici multe nell’arco di pochi mesi, per un importo complessivo superiore ai mille euro, alcune delle quali con la decurtazione di punti dalla patente. "La mia assistita è stata multata due volte al giorno, all’andata e al ritorno dal lavoro - ha spiegato il legale - e si è vista recapitare in un’unica notifica quindici verbali, per un totale di oltre mille euro".

Il ricorso, presentato nei termini di legge - entro trenta giorni dalla notifica -, si fondava su più motivi di diritto, tra cui il principale: l’assenza di omologazione del dispositivo di rilevazione installato lungo la statale Valnerina.

La linea della Cassazione: serve l’omologazione

Negli ultimi mesi la Cassazione ha ribadito più volte che la mera approvazione o la verifica tecnica da parte del Ministero delle Infrastrutture non può sostituire l’omologazione. Solo quest’ultima conferisce pieno valore probatorio alle rilevazioni elettroniche di velocità. Questa distinzione, seppur tecnica, ha avuto conseguenze concrete: numerosi giudici di pace in tutta Italia hanno già dichiarato illegittime le multe elevate con dispositivi privi della prescritta certificazione, aprendo la strada a un effetto domino di ricorsi analoghi.

La posizione del Comune e la decisione finale

Il Comune di Terni si era costituito in giudizio sostenendo che il dispositivo fosse regolarmente autorizzato dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Tuttavia, il giudice ha ritenuto prevalente l’orientamento consolidato della Cassazione e ha disposto l’annullamento integrale di tutte le sanzioni contestate. Secondo l’avvocato Antonella Dello Stritto, in attesa del deposito delle motivazioni - previsto entro quindici giorni - "non ci sono dubbi sulla solidità dell’impianto giuridico che ha portato all’annullamento".

Quando conviene fare ricorso

Il ricorso al giudice di pace deve essere presentato entro 30 giorni dalla notifica del verbale, mentre il termine sale a 60 giorni se si opta per il ricorso al Prefetto. Secondo l’avvocato Antonella Dello Stritto, impugnare un verbale conviene soprattutto nei casi in cui:

  • l’importo complessivo delle multe superi i 500 euro;

  • sia prevista la decurtazione di punti dalla patente;

  • si tratti di più verbali emessi sullo stesso tratto di strada.

Va però considerato che il procedimento comporta costi aggiuntivi, tra cui il contributo unificato necessario per l’iscrizione della causa a ruolo, che devono essere valutati prima di presentare il ricorso.

Possibili ripercussioni per i Comuni

La sentenza di Terni si inserisce in una serie di decisioni simili emesse nelle ultime settimane e potrebbe avere ripercussioni concrete sui bilanci dei Comuni, molti dei quali fanno affidamento sui proventi derivanti dalle sanzioni elevate tramite autovelox.

In risposta, alcune amministrazioni stanno già valutando la possibilità di annullamenti in autotutela, per ridurre il rischio di contenziosi e tutelare la propria immagine pubblica. La Corte di Cassazione ha più volte sollecitato i Comuni a rivedere le proprie posizioni difensive nei casi in cui manchi la prescritta omologazione dei dispositivi, sottolineando che le multe basate su apparecchi non certificati rischiano di essere dichiarate illegittime.

Cosa fare se si riceve una multa da autovelox

Chi riceve una multa per eccesso di velocità dovrebbe verificare immediatamente se nel verbale sia indicata l’omologazione del dispositivo che ha rilevato l’infrazione. In assenza di tale indicazione, oppure se si ricevono più sanzioni nello stesso tratto di strada, conviene valutare un ricorso con l’assistenza di un legale specializzato.

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Francesco Mastrodicasa
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