Il carcere di Terni è il primo Istituto penitenziario in Italia ad aver aperto agli incontri affettivi dedicandovi una stanza. Dentro ci sono un letto, una tv, quadri alle pareti e anche un bagno con doccia. Il primo incontro senza supervisione fra un detenuto e la sua partner è avvenuto venerdì scorso, 18 aprile, all'interno della struttura ternana.
Una rivoluzione nel sistema penitenziario che è partita proprio dal carcere di Sabbione che nei mesi scorsi ha dato esecuzione a una setenza della Corte Costituzionale a cui il detenuto si era rivolto per vedersi riconosciuto il diritto di incontrare la moglie. In 60 giorni, gli stessi detenuti, aiutati anche dagli agenti della polizia penitenziaria, hanno approntato la stanza dell'affettività. Ieri, lunedì 21 aprile, il senatore del PD Walter Verini, segretario della Commissione Giustizia e capogruppo PD in Antimafia, ha fatto visita alla struttura.
Gli appelli e le denunce di Verini sulle condizioni di vita all'interno degli Istituti di pena sono giunti numerosi nel tempo. "Una politica carcararia disastrosa" ha sostenuto in merito alla gestione delle carceri italiane da parte del ministro Carlo Nordio. Eppure, proprio da Terni, è arrivato un segnale incoraggiante.
Sulla stessa linea di Verini anche il Garante dei diritti delle persone private della libertà, l'avvocato Giuseppe Caforio. La stanza dedicata all'affettività nel carcere di Terni, ha detto, è importante anche nell'ottica della riabilitazione. "Un primo segnale - ha evidenziato con l'Ansa regionale -, la strada è lunga e piena di ostacoli a cominciare dal sovraffollamento fino alla carenza di personale che non aiutano a trovare soluzioni logistiche ed operative per garantire questo diritto. Intanto però qualcosa si muove e proprio dall'Umbria".
Se Terni è stato il primo carcere a destinare una stanza agli incontri affettivi, c'è già una seconda struttura che si sta adoperando: il carcere di Parma. L'iter che anche qui porterà a dotarsi di una stanza per l'affettività è partito, proprio come a Terni, in seguito all'accoglimento del ricorso di un detenuto.
Finora per i detenuti è sempre stato in vigore il divieto assoluto dei contatti affettivi. Nei casi di Terni e Parma, la Corte Costituzionale, richiamandosi all'articolo 8 della Convenzione europea dei diritti dell'uomo che ricorda agli Stati che la vita privata e familiare va rispettata, anche dentro alle carceri, ha introdotto l'obbligo rivolto alle due strutture penitenziarie di adeguarsi e destinare una stanza apposita gli incontri intimi.