Nel contenzioso sul progetto Stadio-Clinica di Terni si stringe un fronte compatto. Accanto al Comune di Terni, nelle ultime ore utili si sono costituiti Ternana Calcio, Ternana Women e Stadium Spa, segnando un passaggio significativo nello scontro amministrativo con la Regione Umbria. A sintetizzare la posizione è l’amministratore unico della Women, Paolo Tagliavento, che parla di una difesa necessaria: “Difenderemo gli interessi della città”. Una presa di posizione che imprime una nuova direzione alla vicenda.
Il deposito degli atti da parte dei tre soggetti economici e sportivi rafforza la linea difensiva a tutela del progetto. È una mossa che punta a consolidare il perimetro giuridico dell’intervento e a rispondere, punto su punto, alle censure della Regione.
Si completa, dunque, la compagine dei soggetti che si sono costituiti in giudizio contro il ricorso presentato dalla Regione dell'Umbria contro il progetto Stadio-Clinica a Terni. Al Comune di Terni si sono aggiunte nell'ultimo giorno utile la Ternana Calcio, assistita in giudizio dall'avvocato Giovanni Ranalli chiamato a costruire il "castello tecnico difensivo" del club, la Ternana Women e la società veicolo Stadium, assistita dall'avvocato Andrea Carmine Silvestri dello studio Legalit.
Non compariranno in giudizio le altre parti cointeressate, in quanto partecipanti alla Conferenza dei Servizi che aveva dato il via libera con prescrizioni al progetto. Si tratta della Provincia di Terni, rappresentata dal Presidente pro-tempore Stefano Bandecchi, della Prefettura di Terni, rappresentata dal Prefetto Antonietta Orlando, e dell'Azienda USL Umbria 2, rappresentata dal Direttore Generale Roberto Noto.
Se la mancata costituzione di Provincia e Prefettura ha un valore legato squisitamente all'assenza di interesse diretto, perché il provvedimento impugnato non incide direttamente sui loro diritti o interessi, per la USL Umbria 2 c'è anche un problema di carattere tattico. Essendo un ente di diretta emanazione regionale, infatti, l'Azienda USL avrebbe dovuto costituirsi contro il proprio “azionista” di riferimento, generando un corto-circuito impossibile da bypassare politicamente.
Dopo la memoria di costituzione del Comune di Terni, che ha operato per smontare l'impianto del ricorso elaborato dall'avvocato della Regione Luca Benci, che sarà assistito in giudizio dalla collega Anna Rita Gobbo, oggi è arrivato il comunicato della Ternana Women, stilato dall'amministratore unico Paolo Tagliavento.
Paolo Tagliavento, amministratore unico della Ternana Women, annuncia la decisione della società di costituirsi nel giudizio avviato presso il TAR dell’Umbria sul ricorso che mette in discussione il progetto Stadio/clinica. “Questa non è soltanto una questione che riguarda la nostra società – è una responsabilità che sentiamo verso l’intera comunità”, sottolinea nel comunicato.
La scelta, spiega Tagliavento, nasce dalla consapevolezza che “in questa vicenda sono coinvolti interessi fondamentali per Terni e per i suoi abitanti”. Forte di un passato da arbitro internazionale, abituato a interpretare il rispetto delle regole come fondamento di ogni percorso, affronta questa nuova partita convinto della legalità e della piena legittimità degli atti compiuti dalla società.
Il procedimento – si legge nella nota – “significa opportunità di crescita economica e sociale, non solo per la nostra squadra ma per l’intera città”. Un impegno che la Ternana Women intende difendere senza tentennamenti: “Difendere con determinazione la nostra posizione e contrastare qualsiasi tentativo volto a ostacolare o compromettere un percorso costruito con impegno, trasparenza e soprattutto, legittimità”.
E l’appello conclusivo di Tagliavento è chiaro: “Confidiamo che il tribunale riconosca la solidità delle nostre ragioni e auspichiamo che venga ristabilita al più presto chiarezza, nell’interesse della comunità ternana, che merita rispetto, stabilità e una prospettiva libera da inutili conflittualità politiche”.
La Ternana Women, che ha concesso in comodato gratuito a Stadium il terreno di Ternanello in attesa di completarne la cessione insieme al ramo d'azienda Clinica, è stata chiamata in causa dalla Regione in quanto ancora formale proprietario dell'area al di là del Nera.
Non appena il progetto sarà cantierabile, però, il “pacchetto” passerà alla famiglia Rizzo, perché è già stato sottoscritto un preliminare vincolante per la cessione in toto dell'asset relativo alla struttura sanitaria. Operazione, questa, che toglierà dal tavolo anche il tema del presunto conflitto di interessi che riguarderebbe il sindaco di Terni Stefano Bandecchi.
Molto più stringata e laconica, rispetto a quella elaborata dagli avvocati Paolo Gennari e Francesco Silvi del Comune di Terni, la memoria a sostegno della costituzione in giudizio da parte della Stadium Spa. Nel documento l'avvocato Andrea Silvestri delinea ruolo e possibili conseguenze del giudizio del TAR per la società di scopo.
Qualora il TAR bloccasse il progetto, infatti, l’amministratore unico Giuseppe Mangiarano (a ottobre si è consumato l'avvicendamento con l'ex AU Roberto Somasca e il passaggio del manager rossoverde dal ruolo di Direttore Operativo al nuovo incarico, ndr) non potrebbe fare altro che prendere atto della situazione. E verificare con l’azionista Ternana Calcio l'opportunità di liquidare la società. Con la conseguenza di mettere a rischio anche la continuità aziendale della controllante (come abbiamo spiegato nei giorni scorsi), che non potrebbe più iscrivere a bilancio nel 2026 la programmata plusvalenza di 14 milioni derivante dall'impegno della proprietà del ramo d'azienda Clinica di corrispondere i canoni previsti di 1,4 milioni all'anno.
Vale la pena specificare che tali canoni sono il valore determinato nell'ambito del preliminare vincolante di compravendita siglato a marzo del 2025 e non dipendono dall'accreditamento e dal convenzionamento della clinica, ma esclusivamente dal permesso a costruire rilasciato dal Comune con la “determina Giorgini”.
Una spiegazione, questa, che la Stadium ha voluto evidenziare per sgombrare ulteriormente il campo da un equivoco ingenerato da quelle che vengono definite “strumentalizzazioni politiche”. E cioè che non ci sarebbe rischio di impresa da parte di chi dovesse realizzare la clinica (i Rizzo, ndr) e che lo stadio verrebbe finanziato dai convenzionamenti sanitari. Una lettura “propagandistica” (così viene definita) che ha fatto facile breccia negli umori di chi non ha mai letto le carte di questa intricata vicenda.