“La Regione travisa la conferenza dei servizi e ignora Terni”. Riccardo Corridore interviene sui social con un video in cui attacca frontalmente la maggioranza di centrosinistra in Regione e - in linea con la posizione di Stefano Bandecchi - alza i toni della polemica per difendere il territorio ternano sulla vicenda Stadio-Clinica.
“Come può una conferenza di servizi chiusa positivamente essere oggi contestata dalla Regione?” attacca il vicesindaco di Terni, Riccardo Corridore, commentando l’impugnativa al TAR sul progetto Stadio-Clinica. “Siamo convinti di avere ragione e lo dimostreremo in ogni sede. Terni non si farà schiacciare dal potere perugino”.
Secondo Corridore, la nota dell’avvocatura regionale, che sostiene posizioni tecniche con cui non concorda, è la prova di un approccio politico che penalizza la città. “Siamo davanti a un paradosso giuridico e politico: la conferenza si chiude con prescrizioni rispettate e ora la Regione pretende il contrario”, aggiunge.
Il vicesindaco sottolinea che il problema non è tecnico ma politico: “Terni continua a essere messa in secondo piano. Si difendono interessi legati a Perugia mentre il nostro territorio viene ignorato”.
“Come mai i consiglieri Simonetti, Filipponi, Proietti e gli assessori De Luca e De Rebotti, espressione del nostro territorio, non si sono fatti sentire? Dovranno camminare a testa bassa davanti ai cittadini”, continua Corridore, ribadendo la determinazione dell’amministrazione: “Non ci fermeremo. Difenderemo il nostro territorio e la legittimità del progetto”.
Difende anche il lavoro tecnico del Comune e degli esperti coinvolti: “Declinare un atto contro la legge la determina dell’architetto Giorgini, che ha un’esperienza ultratrentennale,come è stato fatto è un errore grave e questo sì contra legem. È una baggianata, e lo dico senza giri di parole”.
“I cittadini meritano trasparenza, non ricostruzioni utili a coperture di comodo. Gli atti sono pubblici: invitiamo tutti a leggerli, confrontarli e chiedere conto”, conclude Corridore.
A integrazione della posizione del vicesindaco, Alternativa Popolare ha emesso una nota in cui puntualizza che il verbale della Conferenza dei Servizi del 3 novembre 2022 e la determinazione regionale n. 11253 del 4 novembre 2022 non pronunciavano un “diniego totale” per la clinica, come invece lascia intendere la Regione. I documenti contenevano prescrizioni, richieste e osservazioni, ma non un rifiuto definitivo e vincolante. La distinzione tra “assenza di assenso” e “diniego” è cruciale in ambito giuridico.
La delibera recita chiaramente: “La Conferenza, preso e dato atto di quanto emerso nelle sedute 1 e 2 e di tutti i pareri resi/acquisiti, le cui condizioni/prescrizioni devono essere rispettate per l’attuazione dell’intervento presentato dal proponente e condiviso dal Comune di Terni, decide, all’unanimità, di chiudere la presente conferenza dei servizi positivamente approvando il progetto definitivo… a condizione che esso sia modificato secondo le condizioni/prescrizioni contenute nei pareri”.
Secondo Alternativa Popolare, se la conferenza avesse effettivamente chiuso con un diniego definitivo, “perché mai il Comune di Terni ha potuto completare l’istruttoria tecnica e adottare la determina dirigenziale n. 2088/2025?”.
La Regione approvò poi la delibera n. 1399/2023, che individuava 80 posti letto per la provincia di Terni, confermando la sostanzialità dell’atto e la compatibilità del progetto.
Sostenere oggi che il Comune avrebbe “violato la legge” è, secondo Alternativa Popolare, falso e pericoloso. La determina di Piero Girgioni, RUP del procedimento, non attribuisce accreditamenti né assegna posti letto, ma si limita a formulare presa d’atto di compatibilità urbanistica e conformità agli strumenti vigenti, richiamando l’atto regionale 1399/2023.
Sul timore di lasciare Terni “senza stadio”, il paradosso è evidente: "chi ha detto “no” a un piano che prevedeva investimento privato e rigenerazione urbana è la stessa Regione che oggi accusa il Comune. Il blocco del progetto è stato determinato dalla Regione, non dall’amministrazione comunale, che ha invece lavorato anni per garantire clinica all’avanguardia, stadio e riqualificazione urbana".
Resta inoltre da chiarire - secondo il partito di Bandecchi - perché la Regione abbia atteso mesi prima di impugnare l’atto del Comune, se davvero fosse illegittimo. Il silenzio istituzionale certifica, secondo Corridore e Alternativa Popolare, una motivazione politica e non tecnica.