04 Nov, 2025 - 22:15

Stadio-clinica, niente intesa tra Bandecchi e Proietti: “Situazione in alto mare”, “Percorsi non legittimi”. Dialogo in stallo ma trattativa ancora aperta

Stadio-clinica, niente intesa tra Bandecchi e Proietti: “Situazione in alto mare”, “Percorsi non legittimi”. Dialogo in stallo ma trattativa ancora aperta

L'incontro durato oltre tre ore e mezza tra Stefano Bandecchi e Stefania Proietti, rispettivamente sindaco di Terni e presidente della Regione Umbria, non ha prodotto la fumata bianca per Stadio-Clinica. Anzi, il sindaco Bandecchi è uscito visibilmente contrariato dopo il lungo tavolo politico e, anche se le parti si sono lasciate con l'intenzione di riflettere e di prendere tempo, la rottura definitiva sembra ormai dietro l'angolo.

Il sindaco di Terni ha difeso la linea e la determina del dirigente Piero Giorgini: "E' una brava persona", ha scandito sbattendo la porta dell'auto e rimarcando che se continua il tira e molla "forse io non farò più lo stadio, anzi la Ternana non lo farà. Ma la clinica la farò io sul mio terreno e vedremo chi avrà la faccia di venirmi a dire di no!". Già, perché il terreno di Ternanello (al di là del fiume Nera di fronte al Liberati) deve essere ancora formalmente ceduto alla famiglia Rizzo, proprietaria della Ternana, anche se c'è un accordo per chiudere l'operazione nei prossimi mesi. L'asset, comunque, è nella piena disponibilità della Stadium, la società che deve costruire impianto sportivo e struttura sanitaria, perché ceduto in comodato gratuito già qualche mese fa.

Poi, comunque, sfumata la rabbia, il sindaco Bandecchi - con un comunicato ufficiale del Comune di Terni - ha lasciato aperta la porta alla possibile ripresa di una trattativa che è appesa al filo del confronto politico tra i due leader di Comune e Regione. Invece la presidente Proietti ha scelto la strada dell'eloquio a favore di telecamere, ha parlato per circa otto minuti e ha cercato di ribaltare la narrazione di una Regione sorda al dialogo e non disposta a trattare prima di andare al TAR.

E così se il Comune di Terni accusa Palazzo Donini di non aver cercato un dialogo istituzionale dopo la notifica della determina di Giorgini, Proietti fa spallucce e sostiene che "il Comune avrebbe potuto chiamarci prima di varare quell'atto e avremmo cercato di comporre la situazione nella piena legittimità". Guerra di posizione, insomma. Che poco aggiunge alla situazione critica attuale.

La posizione del Comune di Terni: "Situazione in alto mare, la lunga disamina ha portato assolutamente a niente"

"Momentaneamente non si è risolto niente", ha dichiarato senza mezzi termini il sindaco di Terni al termine del vertice tenutosi nel tardo pomeriggio presso la sede del Cmm. "In questo momento la situazione è in alto mare. E quindi vedremo dopo una discussione lunga che non ha portato esattamente a niente". Parole che fotografano plasticamente lo stallo raggiunto su un dossier che tiene in ostaggio il futuro dello stadio e della clinica previsti nel progetto di riqualificazione urbana della città umbra.

Il primo cittadino ternano non ha nascosto la sua irritazione: "Loro approfondiranno le loro cose, noi le nostre, presumibilmente in questo momento siamo addirittura per andare al TAR. E noi sappiamo che andando al TAR probabilmente potrebbe essere annullata la delibera che ha fatto Giorgini, ne faremo un'altra. In questo momento non c'è nessuna soluzione", ha aggiunto, preannunciando una battaglia legale che potrebbe azzerare l'iter avviato e costringere le parti a ricominciare da capo.

Alla domanda su cosa avesse determinato l'impasse, Bandecchi ha risposto con sarcasmo: "Mah, non lo so. Chiedete a loro che sono più intelligenti di noi". Una frecciata che testimonia il livello di frustrazione raggiunto dopo ore di confronto serrato tra le delegazioni tecniche e politiche.

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La delegazione del Comune di Terni: Stefano Bandecchi (sindaco), Cataldo Bernocco (capo di gabinetto), Claudio Carbone (direttore generale), Piero Giorgini (Dirigente Infrastrutture e Urbanistica), presente anche il project manager di Ternana/Stadium Sergio Anibaldi

La posizione della Regione Umbria: serve piena legittimità degli atti amministrativi per lo stadio di Terni

Il nodo centrale della disputa riguarda la legittimità degli atti amministrativi che dovrebbero portare alla realizzazione dello stadio di Terni e della clinica. Stefania Proietti ha ribadito più volte, con toni istituzionali ma fermi, la necessità di percorsi "di piena legittimità" per arrivare alla realizzazione delle opere. La presidente della Regione Umbria ha spiegato di vivere "per la prima volta" questi procedimenti, a differenza del sindaco che nella sua qualità precedente di presidente della Ternana aveva invece "un'ampia conoscenza del procedimento".

"C'è una conferenza di servizi che si chiude con un esito positivo, ma dove c'è una parte che manca, che è l'assenso alla parte sanitaria", ha spiegato Proietti entrando nel merito tecnico della questione. "Un percorso che anche i non addetti ai lavori capiscono e comprendono non essere pienamente lineari. Questa poi è la nostra visione". La presidente ha poi aggiunto: "La nostra visione è quella più di parlare in ambito politico e non magari con atti tecnici che non trovano la piena ed immediata possibilità di attuazione".

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La delegazione della Regione Umbria: Stefania Proietti (presidente), Nicodemo Oliverio (capo di gabinetto), Paolo Gattini (direttore governo del territorio), Daniela Donetti (direttore sanità) 

La richiesta formale avanzata dalla Regione Umbria è chiara e costituisce il punto di caduta dell'intera trattativa: il ritiro in autotutela della determina dirigenziale da parte del Comune di Terni per "ripartire in un percorso che noi riteniamo più corretto". "È un atto che non avrebbe controindicazioni perché si ritira un atto in autotutela per magari intraprenderne un altro ma condiviso", ha argomentato Proietti, sottolineando come questa soluzione permetterebbe di ripartire con un iter condiviso e più solido.

"La determina dirigenziale è stata fatta, io ho detto col sindaco, se fosse stata una lettera politica, se ci fosse stata una telefonata prima dell'atto che innesca percorsi amministrativi sarebbe stato meglio", ha lamentato la presidente, evidenziando la mancanza di un confronto politico preventivo prima dell'adozione di atti tecnici vincolanti. Questa assenza di coordinamento ha portato la Regione a presentare il ricorso al TAR, depositato alla scadenza dei termini proprio perché "è stato lungamente meditato rispetto alla determina che era arrivata senza un preavviso politico".

Il Comune di Terni respinge le accuse: "La Regione ha idee confuse e deve fare pace con se stessa"

Dal canto suo, il sindaco Stefano Bandecchi ha respinto con fermezza questa impostazione, contestando radicalmente la coerenza interna dell'amministrazione regionale. "Le posizioni della Regione e del Comune restano al momento molto distanti", recita il comunicato ufficiale di Palazzo Spada. "Abbiamo accertato che la Regione ha, a nostro avviso, idee molto confuse ed anche che gli atti depositati sono stati redatti in alcuni casi, a meno a dire della Presidente, a sua insaputa e che molte cose sono state omesse".

Una critica durissima che mette in discussione non solo il merito delle questioni tecniche, ma anche il coordinamento interno tra gli uffici regionali e la presidenza. Il sindaco ha dichiarato nel comunicato conclusivo: "Resta di fatto momentaneamente l'impossibilità di arrivare ad una conclusione positiva. E quindi alla luce attuale dei fatti ci stiamo avviando per preparare la causa che discuteremo davanti al Tar".

La posizione del Comune di Terni è quella di chi ritiene di aver seguito un percorso amministrativo corretto e completo, e che vede nelle richieste della Regione un tentativo di rimettere in discussione atti ormai perfezionati. La minaccia di Bandecchi di costruire la clinica sul proprio terreno, ancora da cedere alla famiglia Rizzo, suona come un avvertimento sulla possibilità che il progetto complessivo possa saltare definitivamente se non si trova un accordo.

Quattordici giorni per evitare la battaglia al TAR: le ultime possibilità di dialogo tra le istituzioni

Nonostante le dichiarazioni al vetriolo e l'evidente frustrazione emersa al termine dell'incontro, entrambe le parti hanno lasciato uno spiraglio per il dialogo e per evitare lo scontro davanti ai giudici amministrativi. Stefania Proietti si è detta "fiduciosa nella possibilità di continuare il dialogo": "Io credo nel dialogo istituzionale, sempre e comunque. Penso di dimostrarlo, sono felice anche di stare qui a Terni perché per me fare questo momento di dialogo aveva un significato farlo qui, nella sede regionale ma nel Comune di Terni".

La presidente ha sottolineato come l'incontro stesso rappresenti "un passo in avanti" perché "abbiamo messo sul tavolo le carte e a piena consapevolezza di percorsi che, mi assicuro, se io fossi stata qui anni fa non avrei intrapreso in questa maniera". Proietti ha aggiunto: "Dobbiamo essere certi dei percorsi amministrativi perché se abbiamo solo il minimo dubbio poi rischiamo che i percorsi si interrompano e questo sarebbe deleterio più che magari spendere un mese in più di tempo a discutere e trovare una linea che invece ci manda avanti in percorsi certi".

Alla domanda se il sindaco potrebbe ritirare la determina dirigenziale, Proietti ha risposto: "Sicuramente che il sindaco non intende ritirare la determina dirigenziale, però chissà, potrebbe cambiare. Noi continuiamo a dialogare, questo è sicuro". La presidente ha voluto chiudere con un messaggio di speranza: "Quello che vorrei dare è un senso di speranza e di fiducia che io credo nel dialogo istituzionale, sempre e comunque".

Anche Bandecchi, pur nella sua veemenza e nel gesto plateale di sbattere la porta dell'auto, ha lasciato intendere che la porta non è del tutto chiusa: "Ci sono ancora 14 giorni a disposizione per poter trovare una sintesi. Il Comune di Terni è disponibile quando la Regione avrà fatto pace con se stessa". Una frase che suona come un ultimatum, ma che mantiene aperta la possibilità di un confronto prima della data del 18 novembre, quando presumibilmente si discuterà il ricorso al TAR presentato dalla Regione Umbria.

I tecnici di entrambe le amministrazioni continueranno a interloquire, anche se non sono stati programmati nuovi incontri ufficiali tra i due leader. "Parliamo dal punto di vista politico. Troviamo le soluzioni tecniche e intraprendiamole insieme", ha proposto Proietti, in un tentativo di spostare la discussione dal piano tecnico-burocratico a quello politico-strategico. La presidente ha ringraziato pubblicamente "i tecnici della Regione Umbria che sono qui con me fino a tarda ora, i tecnici del Comune di Terni che sono stati qui", riconoscendo l'impegno profuso da entrambe le parti per trovare una soluzione.

La vicenda si inserisce in un contesto più ampio che vede Terni al centro di importanti investimenti infrastrutturali, a partire dal nuovo ospedale, su cui Regione e Comune procedono invece "letteralmente a braccetto", come ha ricordato Proietti. "Abbiamo il nuovo ospedale di Terni che è l'opera su cui stiamo puntando con tutte le nostre forze", ha sottolineato la presidente. Ma proprio questa convergenza su altri dossier rende ancora più paradossale e politicamente oneroso lo scontro sullo stadio e la clinica, opere che "nessuno dice di non volere" ma sulle quali si consumano visioni inconciliabili sui metodi per realizzarle.

Resta da capire se nei prossimi giorni prevarrà la volontà politica di trovare una sintesi, o se Terni dovrà assistere all'ennesima battaglia legale tra istituzioni, che dovrebbero remare nella stessa direzione per il bene della città e dei suoi cittadini.

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Federico Zacaglioni
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