C’è un "colpo di scena" nella memoria di costituzione in giudizio presentata dall’avvocato Giovanni Ranalli, che rappresenta e difende la società Ternana Calcio nella controversia contro la Regione Umbria, relativa al progetto di riqualificazione dello stadio e realizzazione della clinica privata.
La sorpresa sostanziale è che la Ternana, solo in occasione della costituzione in giudizio, prende per la prima volta visione diretta del cosiddetto "parere Balduzzi". Si tratta del documento legale/sanitario commissionato allo studio dell'ex ministro della Sanità dall'allora dirigente del settore Welfare e Salute della Regione dell'Umbria Massimo D'Angelo, nel 2022. E' proprio su quel documento che il Servizio regionale ha fondato parte del suo dissenso alla realizzazione della Clinica nella Conferenza dei servizi decisoria. Un parere che è alla base del ricorso al TAR della Regione contro la "determina Giorgini" e contro il progetto Stadio-Clinica.
Ebbene, nel documento depositato oggi, Ranalli evidenzia che le conclusioni di Balduzzi - contrariamente a quanto sostenuto in passato e ancora oggi dalla Regione – non risultano in contrasto con la ricostruzione procedimentale corretta e conforme alla legge effettuata dal Comune di Terni. In quanto tale parere specifica che la fase relativa al rilascio del permesso a costruire stadio/clinica è distinta e separata rispetto alla fase di acceditamento, che è soltanto successiva alla richiesta di messa in esercizio. Cosa che è sempre stata sostenuta dalla Ternana, la quale non ha mai richiesto, in nessun atto del procedimento in questione, il rilascio di alcun accreditamento preventivo per la futura clinica.
Questo significa che, contrariamente a quanto dedotto dalla Regione nel dissenso basato proprio sul parere Balduzzi, la valutazione dell'ex ministro della Sanità non è affatto preclusiva all’autorizzazione per costruire la clinica, ma lascia esplicitamente aperta questa via come legittima.
In sintesi, il parere che viene brandito come una clava contro le tesi del Comune di Terni e della Ternana Calcio, sarebbe invece confermativo della correttezza dell'azione amministrativa svolta dall'architetto Piero Giorgini. Il quale ha autorizzato esclusivamente la costruzione della clinica e la riqualificazione dello stadio in maniera unitaria, in base al superamento delle prescrizioni derivanti dalla programmazione sanitaria regionale, adeguata dalla "delibera Tesei" che garantisce 80 posti convenzionati e 42 liberi per la sanità privata nella provincia di Terni.
Quello che - secondo la memoria depositata dalla Ternana Calcio - finora è stato sostenuto da Palazzo Donini, insomma, sarebbe viziato dall'omissione di una parte sostanziale del “parere Balduzzi”. E cioè che è possibile autorizzare la clinica per costruzione, fermo restando che eventuali successive autorizzazioni (esercizio, accreditamento, convenzione) seguiranno iter e regole dettate dalle norme e dalle prerogative regionali.
Un colpo di scena, insomma, che ribalta una narrazione viziata alla base dalla mancata pubblicazione integrale del parere, come lamenta la Ternana Calcio.
In Conferenza dei servizi, infatti, il parere era stato solo riferito nella sua versione parziale dalla Direzione Salute e Welfare della Regione, ma non era mai stato comunicato, né allegato, né trasmesso alla Ternana o agli altri enti coinvolti integralmente. Dunque, la memoria sostiene che la società è stata posta nella condizione di dover difendersi da un parere mai conosciuto ufficialmente nella fase amministrativa nella sua interezza.
Vale la pena sottolineare che il "parere Balduzzi", nella formulazione con omissis fornita negli anni dai vari dirigenti che si sono succeduti alla guida della Sanità di Palazzo Donini, era citato anche nelle difese della Regione in ordine al giudizio che si concluse nel 2025 con una sentenza di difetto d’interesse della Ternana Calcio.
Ma c'è di più. L'avvocato Ranalli smonta anche un'altra ingerenza regionale sull'operazione. Quella relativa al PEF, il Piano economico e finanziario del progetto, asseverato da un revisore indipendente come elemento di trasparenza. La Ternana evidenzia nel documento come la clinica non chieda né convenzione né accreditamento con il Servizio sanitario come condizione di equilibrio, smentendo il presupposto del dissenso regionale. Al contrario, il progetto è equilibrato finanziariamente grazie a ricavi da gestione degli spazi commerciali dello stadio e dalla locazione/cessione della clinica. I canoni da 14 milioni di euro, come più volte rilevato, che dipendono esclusivamente dalla costruzione autorizzata dal Comune di Terni.
Nella memoria vi sono poi le argomentazioni di carattere generale sul progetto, che tendono a smontare la costruzione argomentativa del ricorso dell'Avvocatura regionale. La Ternana evidenzia che il progetto di riqualificazione dello stadio e realizzazione della clinica ha seguito puntualmente tutte le procedure previste sia dalla legge speciale "Stadi" (L. 147/2013 e D.lgs. 38/2021) sia dalla normativa regionale e regolamento sanitario. Sottolinea il coinvolgimento continuativo della Regione, la doppia conferenza dei servizi, i pareri favorevoli di tutti gli uffici regionali eccetto la Direzione Salute, e il rispetto dei titoli abilitativi richiesti.
Ranalli poi si sofferma sull'unitarietà del del progetto: stadio e clinica come opera inscindibile, come approvato dalla Conferenza dei Servizi decisoria. Tutta la procedura ruota intorno all'inscindibilità delle due strutture immobiliari previste nell'intervento: il nuovo stadio e la clinica sono un unico progetto, approvato prima come studio di fattibilità e poi come progetto definitivo.
La Ternana sostiene che questa soluzione non solo è legittima, ma è anche funzionale alle finalità della legge: recuperare/valorizzare impianti esistenti e attrarre investimenti privati per il territorio.
E ancora, la memoria della Ternana dedica ampio spazio a dimostrare che la Regione non ha titolo per opporsi all’atto del Comune di Terni. Secondo il club rossoverde non c'è nessuna lesione agli interessi regionali, nessuna invasione di competenze, Il Comune ha agito correttamente e la Regione era parte attiva e consenziente in tutto l’iter, eccetto il dissenso rimasto recessivo (che non incide, cioè, in modo vincolante sull'esito finale del procedimento amministrativo, ndr).
La Ternana evidenzia che tutte le eccezioni avanzate dalla Regione (difetto di motivazione, travisamento, incoerenza, violazione del principio di legalità, ecc.) sono prive di fondamento, atteso che il Comune ha agito con scrupolo, nel rispetto delle regole e dei principi di leale cooperazione tra enti.
Infine, si rimarca che il progetto è di interesse pubblico, utile al territorio, crea valore aggiunto e servizi, risponde a un fabbisogno sanitario reale (la provincia di Terni non ha cliniche private, contrariamente a Perugia che ne vanta 5 tutte ormai operanti in deroga alle normative), e la sua paralisi causerebbe danni alla città e agli investimenti privati. A cominciare dal futuro della Ternana Calcio.
Tutto il contrario, insomma, delle tesi dell'avvocatura regionale e dell'amministrazione regionale che sulla vicenda si sta giocando una partita delicatissima nei rapporti con Terni.