Dopo il consiglio comunale di ieri a Terni con l'apertura al dialogo istituzionale, certificata dall'atto di indirizzo approvato dall'assemblea, nella partita su Stadio-Clinica quella di questo week end sarà la fase che negli scacchi si definisce della "difesa". Il sindaco di Terni Stefano Bandecchi e la governatrice Stefania Proietti, infatti, hanno scelto di adottare un approccio attendista, concentrandosi sulla sicurezza e sulla protezione dei propri pezzi.
C'è chi è pronto a sostenere che il viaggio romano di stamattina della presidente (ufficialmente per motivi istituzionali) abbia avuto come prima tappa gli uffici direzionali di Villa Claudia, ma smentite sono arrivate sia dal gabinetto della Proietti sia dalla Ternana. Così come è risultata del tutto campata per aria la voce fatta circolare di un triello Bandecchi-Proietti-Rizzo (il patron della società rossoverde), che se mai ci sarà arriverà solo dopo il tavolo istituzionale che si aprirà la prossima settimana.
Intato trapela che la Ternana, al di là della visita in Comune a Terni dell'avvocato Silvestri di Legalit (specializzato in diritto societario e bancario), qualora si arrivasse davanti al Tar potrebbe essere assistita dal professor Francesco De Leonardis, docente ordinario di diritto amministrativo all'Università di Roma Tre e titolare dello studio legale DLS che tra le sue specializzazioni ha anche quella della consulenza legale, assistenza pre-contenzioso, e difesa in giudizio di pubbliche amministrazioni e società leader nel settore della salute (a cominciare dall'accreditamento delle strutture sanitarie).
Insomma, le agende dei protagonisti sono pienissime ed è difficile trovare uno slot libero. Così dopo il colloquio distensivo di lunedì mattina, dopo gli interventi ironici ma contenuti e pragmatici di Bandecchi e dopo la frenata della stessa Proietti sui contenuti del comunicato di venerdì scorso - quello in cui sosteneva di "fare chiarezza" sulla vicenda ma che ha creato diversi mal di pancia - adesso si stanno facendo sedimentare le scorie del conflitto istituzionale.
Di certo gli incontri ufficiali - e si sottolinea ufficiali - con la presidente Claudia Rizzo e la sua famiglia e con i tifosi, annunciati un po' troppo precipitosamente nella nota, non ci saranno. Il Centro Coordinamento Club della Ternana, che aveva chiesto un vertice in città, non avrebbe gradito - infatti - la fuga in avanti. E allo stesso modo Bandecchi non ha lasciato spazio per la manovra "divide et impera" avviata da Proietti con la Ternana.
La data del vertice tra Comune di Terni e Regione Umbria, rappresentate ai massimi livelli, sarà fissata solo nel week end o nei primi giorni della settimana entrante. Ma intanto dietro le quinte stanno lavorando gli sherpa, i portatori d'acqua che hanno compreso per primi la portata dirompente dell'atto regionale, deflagrato in maniera inattesa anche per chi lo ha ispirato, concepito e poi portato a termine.
Chi ha scelto, nei due schieramenti, la cifra della misura, del lavorio silenzioso e della diplomazia sta cercando di trovare la via della mediazione. Il sindaco Bandecchi prima e durante il consiglio comunale ha fatto capire che il "lodo Latini", dal nome dell'ex sindaco di Terni che l'ha proposta, è impraticabile.
Magari sarà anche sembrata di buono senso, ma a Palazzo Spada - confortati anche dai pareri dei legali - sono convinti che ritirare la determina Giorgini e riaprire una nuova conferenza dei servizi non sia la strada migliore. Anzi, ribadiscono che la Conferenza dei servizi del 2022 si è chiusa positivamente. Che le prescrizioni inserite dalla Direzione della Sanità dell'epoca siano superate dalla delibera Tesei del 2023 e che la corrispondenza tra gli uffici di Palazzo Donini e di Palazzo Spada, intercorsa in questi anni, sia lì a testimoniare la correttezza dell'impostazione comunale.
“Piuttosto - ha scandito Bandecchi - siamo scacco matto alla Regione: ritiriamo la determina in autotutela, facciamo decadere i presupposti del ricorso al Tar da parte di Palazzo Donini e in cinque minuti approviamo una nuova determina e rimettiamo in pista il progetto Stadio-Clinica. Ma non vogliamo agire così”.
Un modo chiaro per stanare Palazzo Donini e la volontà politica del ricorso di colpire l'attuale inquilino di Palazzo Spada, affossando il progetto dello stadio e della clinica senza tenere in conto la reazione della città. Stefano Bandecchi si è dato pubblicamente tempo fino all'11 novembre per trovare una soluzione stragiudiziale. E non è una data a caso, perché la controparte (cioè l’amministrazione o il soggetto controinteressato) ha un termine di almeno 10 giorni prima dell’udienza cautelare per costituirsi e depositare le proprie difese.
Insomma, la partita è tattica. Ci scuseranno i pacifisti per l'allegoria da film americano, ma se la Regione col ricorso al Tar ha puntato una pistola alla tempia di Bandecchi, il Comune ha fatto sentire la punta del coltello alla Proietti con la popolarità della sua difesa degli interessi cittadini, con la conservazione del fronte unito con la Ternana Calcio e con i tifosi e - infine - facendo capire di avere ancora pedine di grosso calibro da giocarsi nella partita di fronte ai giudici amministrativi.
Posizioni che si sono freezate nell'immagine del tabellone del consiglio comunale che ha approvato l'atto di diplomazia costruttiva di Roberto Pastura (Fratelli d'Italia). Il gruppo del PD e il consigliere dei 5 Stelle Fiorelli, contrari con la consigliera Trippini del gruppo Misto (che si starebbe avvicinando ai Dem dopo un lungo flirt con FdI), l'astensione di Cinzia Fabrizi e il voto compatto di tutte le altre forze presenti in consiglio.
“A Terni e a noi ternani serve più condivisione e meno divisioni - dichiara proprio il capogruppo di FdI Roberto Pastura -. Lo stadio e la clinica non sono la panacea per tutti i problemi della nostra città, ma rappresentano una sfida che, se affrontata con determinazione e unità, può aiutarci a vincere anche quella per il nuovo ospedale pubblico”.
Altra partita, altra scacchiera.