La scena della nostra copertina è un'anticipazione di quello che avverrà domani pomeriggio negli uffici regionali del Centro Multimediale di piazzale Bosco, di proprietà del Comune di Terni. Insomma, un campo neutro per l'attesissimo summit tra il sindaco di Terni, Stefano Bandecchi, e la governatrice dell'Umbria, Stefania Proietti, chiamati a confrontarsi per cercare di trovare una via d'uscita al caos innescato dal ricorso al TAR della Regione Umbria contro il progetto Stadio-Clinica.
Ognuno dei due amministratori apicali avrà con sé la squadra degli esperti giuridici, urbanistici e sanitari, chiamata ad aiutare a dipanare la matassa prima del prossimo 18 novembre, data in cui la prima sezione del TAR dell’Umbria, presieduta dal giudice Giuseppe Ungari, sarà chiamata a pronunciarsi sulla richiesta di sospensiva avanzata dalla Regione.
Quello di domani è un match da 1X2, la tripla che una volta si giocava al Totocalcio quando non si voleva rischiare di sbagliare. Potrebbe essere un incontro risolutivo, se si troverà la chiave per dare un'uscita onorevole a un braccio di ferro che rischia di vedere sconfitto soprattutto il terzo incomodo, la Ternana Calcio, promotore del progetto e parte cointeressata dal ricorso regionale. Potrebbe essere un passaggio interlocutorio in vista di un successivo approfondimento tecnico per elaborare la documentazione necessaria a garantire la exit strategy che tutti sembrano cercare. Ma, ed è la prospettiva più temuta, potrebbe anche essere un tavolo inutile, costruito su presupposti tardivi e destinato a mantenere viva la prospettiva della soluzione giudiziaria di fronte al Tribunale amministrativo regionale e al Consiglio di Stato.
Le parti sono convinte - amministrativamente e giuridicamente - di essere nel giusto. Altrimenti funzionari come il RUP del Comune Piero Giorgini (che ha siglato la determina contestata da Palazzo Donini) e l’avvocato della Regione Andrea Benci, non avrebbero messo la loro firma sotto i rispettivi atti che sono alla base del conflitto istituzionale.
Ma ormai, in questa vicenda, il merito legale ha assunto un'importanza secondaria. A mettere la Regione in una posizione tutt’altro che comoda sono stati il metodo seguito, con il ricorso deliberato e presentato a pochissime ore dalla scadenza dei termini, senza interlocuzioni istituzionali, e l’effetto simbolico e politico del provvedimento.
Il ricorso al TAR è stato vissuto e interpretato come una vessazione nei confronti della città di Terni e delle sue prospettive di sviluppo. Prima di tutto in campo urbanistico, con lo stadio da riqualificare e la Città dello Sport da completare. Poi sul terreno sportivo, con la Ternana Calcio che vedrebbe svanire per la seconda volta la possibilità di patrimonializzarsi con un nuovo impianto come già accadde nel 2003. Infine, sul terreno sanitario, con la legittima richiesta di un nuovo ospedale e di un riequilibrio territoriale della sanità privata, oggi concentrata soprattutto nella provincia di Perugia.
Poi ci sono i problemi di carattere politico. Il Patto Avanti, che ha sostenuto Stefania Proietti, ha costruito la propria campagna elettorale sul tema della sanità pubblica e non vorrebbe cedere su un progetto targato Bandecchi, il grande nemico del momento. Prima lo ha lanciato da imprenditore con il project financing, poi - dopo la cessione della Ternana - lo sta portando avanti da sindaco con i Rizzo del Gruppo Villa Claudia come proprietari del club, promotori del progetto di partenariato pubblico-privato e titolari della società veicolo Stadium, che dovrà realizzare l’intervento.
Sono stati soprattutto AVS e Movimento 5 Stelle a spingere per il ricorso regionale e per la contrarietà al progetto, mentre il Partito Democratico ha cominciato a cavalcare il "no" in mezzo a non pochi mal di pancia e a una lunga sequela di voti favorevoli in Consiglio comunale.
La presidente Proietti, però, ha mostrato fino a oggi piglio, autonomia e decisionismo, sorprendendo anche i suoi stessi sostenitori. Basti pensare alla sua partecipazione al consiglio comunale aperto sull’ospedale in piena protesta del centrosinistra anti-Bandecchi; alla sua visita a Terni nel giorno dei Morti, senza avvertire il consueto codazzo di politici locali in cerca di visibilità; e alle parole concilianti e istituzionali utilizzate davanti ai giornalisti in vista dell’incontro di domani.
Anche Stefano Bandecchi ha mantenuto un profilo istituzionale e misurato. Non ha mai alzato i toni, gestendo un Consiglio comunale complesso cercando di evitare che PD e 5 Stelle si assumessero la responsabilità di un voto contrario al progetto. Ha spiegato con fermezza e rispetto istituzionale la propria posizione e la volontà di chiudere la trattativa per evitare un contenzioso che non avrebbe vincitori.
Nel frattempo, la Regione Umbria ha depositato il proprio ricorso con richiesta di sospensione cautelare dell’effetto della determina Giorgini. Secondo l’avvocato Benci, la sospensiva è motivata dal fumus boni iuris (apparente fondatezza delle ragioni) e dal periculum in mora (grave e irreparabile pregiudizio derivante dalla possibile realizzazione della struttura sanitaria senza le dovute autorizzazioni).
In sintesi, la Regione chiede che vengano sospesi gli atti del Comune di Terni che, a suo dire, consentono la realizzazione della clinica senza il titolo autorizzativo necessario, in violazione della normativa regionale e nazionale. Il Comune di Terni, dal canto suo, ritiene di aver rispettato il procedimento amministrativo e di avere pieno titolo per concedere il permesso a costruire, senza aver anticipato alcuna autorizzazione sanitaria o convenzionamento.
I legali di Palazzo Spada hanno lavorato su una corposa memoria difensiva che punta a contestare la fondatezza del periculum in mora e a dimostrare la mancanza dei presupposti giuridici per l’azione legale della Regione.
Gli uffici comunali hanno messo a punto una proposta di mediazione che potrebbe evitare lo scontro diretto davanti ai giudici del TAR dell’Umbria. Ma per riuscirci serve che la politica sia compatta e che il percorso venga condiviso da entrambe le parti.
Una delle ipotesi sul tavolo è un lodo politico in grado di superare la delibera della giunta Tesei del 2023, che prevedeva 80 posti letto convenzionati e 42 autorizzati per prestazioni private nella provincia di Terni, riequilibrando così la distribuzione sanitaria regionale.
Il merito della soluzione, in questo scenario, verrebbe attribuito alla nuova giunta di centrosinistra guidata da Stefania Proietti, che consoliderebbe la propria leadership regionale. Tuttavia, l’accordo dovrebbe essere trovato prima del varo del nuovo piano socio-sanitario, che richiederebbe mesi e rischierebbe di bloccare un investimento da 62 milioni di euro, mettendo in bilico anche il futuro della Ternana Calcio.
Resta un interrogativo aperto: ci saranno i margini per arrivare a una soluzione condivisa prima del 18 novembre? La risposta, ancora una volta, è da 1X2.