06 Jul, 2025 - 07:30

Nella città del Festival dei Due Mondi si apre il dibattito sul riequilibrio territoriale con i sindaci di Terni, Spoleto, Todi e Norcia

Nella città del Festival dei Due Mondi si apre il dibattito sul riequilibrio territoriale con i sindaci di Terni, Spoleto, Todi e Norcia

Un confronto pubblico dal forte valore simbolico e politico. A Spoleto, domani lunedì 7 luglio alle ore 16.00, nella Sala Monterosso di Villa Redenta, si terrà l’incontro promosso dall’associazione Prima Spoleto dal titolo provocatorio e diretto: Restiamo con Perugia o passiamo con Terni?. Un interrogativo che riapre il dibattito sulla riorganizzazione istituzionale e territoriale dell’Umbria.

Saranno presenti quattro sindaci di riferimento della regione: Stefano Bandecchi (Terni), Andrea Sisti (Spoleto), Antonino Ruggiano (Todi) e Giuliano Boccanera (Norcia). In parallelo, è stato costituito un comitato referendario che ha già avviato la raccolta di adesioni online attraverso un modulo pubblico disponibile a questo link.

Bandecchi rilancia: “Provincia della Valnerina con centro a Spoleto, per uno sviluppo reale dei territori”

L’iniziativa si inserisce in un percorso già tracciato dal sindaco di Terni Stefano Bandecchi, che - già nella sua campagna elettorale per l'elezione a sindaco di Terni e poi in occasione delle ultime regionali del 2024 - aveva lanciato una proposta destinata a far discutere. Propongo la creazione di una Provincia della Valnerina, con Spoleto come centro guida, che riunisca i comuni della Valle del Nera: Ferentillo, Arrone, Montefranco, Polino, ma anche Cascia e Norcia. Devono uscire dalla provincia di Perugia ed entrare in quella di Terni. Solo così avranno servizi degni e uno sviluppo reale, aveva dichiarato Bandecchi, sollecitando una ridefinizione delle appartenenze istituzionali alla luce delle esigenze concrete dei territori.

Nel nuovo assetto, Spoleto diventerebbe un punto di riferimento amministrativo, culturale e logistico di una vasta area che comprende la Valnerina, le aree montane appenniniche e i comuni della dorsale sud-est dell’Umbria, oggi divisi tra due province e più linee di sviluppo.

Cardinali: “Una grande area vasta da valorizzare per attrattività, turismo e industria green”

Tra i promotori del dibattito ancheSergio Cardinali, assessore allo sviluppo economico del Comune di Terni impegnato accanto a Bandecchi nel sostenere il progetto, che punta a un riequilibrio a favore della provincia di Terni.“Un grande progetto che deve restituire la dignità che merita alla provincia di Terni”, ha dichiarato.“Un’area vasta di almeno 300mila abitanti sarebbe una soluzione equilibrata per una regione come l’Umbria”.

Cardinali immagina un territorio coeso che unisca il bacino del Lago di Piediluco, le gole di Narni, l’area delle acque minerali di Sangemini, Montecastrilli e Acquasparta, la Cascata delle Marmore, fino a Norcia e Cascia, promuovendo un’offerta turistica, ambientale e produttiva integrata.

Non possiamo dimenticare il collegamento della Via del Ferro, che collega Spoleto e Norcia con il sistema industriale di Terni e Narni, ancora ricco di opportunità di sviluppo nella chimica verde e nella transizione industriale”, ha aggiunto.“È un’offerta unica al mondo, tra sport, natura, religione ed enogastronomia”.

Il precedente di Leonessa e il legame profondo con la Valnerina

Il tema del riassetto istituzionale non è nuovo per questi territori. Un caso emblematico è quello di Leonessa, oggi comune della provincia di Rieti (Lazio), ma da sempre legato geograficamente e culturalmente all’Umbria.

L’idea di un referendum per il passaggio di Leonessa all’Umbria, con Terni come probabile riferimento provinciale, fu avanzata concretamente alcuni anni fa. Tuttavia, non si riuscì a superare la fase preliminare: mancarono le condizioni politiche e procedurali per indire formalmente la consultazione. La proposta rimase quindi lettera morta, nonostante il forte sostegno di una parte della cittadinanza e il riconoscimento di una storica connessione territoriale con la Valnerina ternana e perugina.

Leonessa, infatti, si trova in posizione quasi enclave, circondata da territori umbri e marchigiani. I promotori del referendum ritenevano che l’aggregazione all’Umbria potesse offrire vantaggi in termini di servizi, sviluppo e coerenza territoriale. La vicinanza con centri come Norcia, Cascia e Terni - con i quali condivide forti legami sociali, culturali e infrastrutturali - rafforzava la proposta.

Prospettive istituzionali: tutto passa dal confronto con i cittadini

L’evento di lunedì segna un primo passaggio concreto verso un possibile percorso di consultazione. Il presidente dell’associazione Prima Spoleto, Pietro Testaguzza, ha confermato che “sono stati invitati anche tutti gli altri sindaci dei Comuni interessati”, sottolineando l’importanza di una partecipazione plurale.

Sebbene le tempistiche e le modalità per l’indizione di un eventuale referendum siano complesse e regolate da norme statali e regionali, la presenza dei cittadini e il coinvolgimento degli amministratori locali rappresentano un elemento determinante per comprendere la reale fattibilità di un percorso di riequilibrio istituzionale.

Per l’Umbria si apre dunque una nuova fase di confronto, con Spoleto al centro del dibattito e l’ipotesi di una nuova centralità per la Valnerina.

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Federico Zacaglioni
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