Spoleto si prepara a riaccogliere Don Matteo. Dopo il primo blocco di riprese concluso lo scorso 6 ottobre e alcune settimane di lavorazione nei set di Formello, la troupe della celebre fiction di Rai1 prodotta da Lux Vide (gruppo Fremantle) in collaborazione con Rai Fiction tornerà a girare nella città umbra dal 10 al 30 novembre per la quindicesima stagione. Un ultimo ciclo di riprese è previsto per gennaio 2026.
La produzione rinnova così un legame ormai storico con Spoleto, che dal 2013 fa da cornice alle avventure del celebre parroco-detective, divenuto nel tempo un autentico simbolo della fiction italiana. Don Matteo, trasmessa per la prima volta il 7 gennaio 2000 su Rai1, si è imposta come una delle serie più longeve e amate della televisione nazionale, capace di attraversare generazioni e di conquistare anche il pubblico internazionale — dalla Francia all’America Latina, fino all’Australia.
Accanto ai volti storici della serie - Nino Frassica nei panni dell’inossidabile maresciallo Cecchini, Nathalie Guetta (Natalina) e Francesco Scali (Pippo) - la nuova stagione vedrà l’arrivo di importanti novità nel cast. Tra le novità più attese figurano Valeria Fabrizi, amatissima interprete di suor Costanza in Che Dio ci aiuti, e Diletta Leotta, che debutterà nella fiction con un personaggio inedito.
Quella in corso sarà la settima stagione consecutiva girata a Spoleto. Il Comune ha sottolineato come il progetto rappresenti “un esempio virtuoso di sinergia tra amministrazione pubblica e produzione televisiva nazionale”, capace di coniugare promozione del territorio e sostegno all’economia locale. L’ente ha collaborato con Lux Vide per la gestione logistica, il rilascio delle autorizzazioni e la pianificazione delle aree di ripresa, garantendo la massima compatibilità tra esigenze produttive e vita cittadina.
Il piano organizzativo della produzione prevede misure temporanee di regolazione della viabilità e specifiche ordinanze per l’occupazione di suolo pubblico. Le riprese interesseranno alcune delle location simbolo di Spoleto - piazze, vicoli e scorci del centro storico - divenute nel tempo parte integrante dell’immaginario collettivo legato alla serie.
L’amministrazione comunale ha fatto sapere che “i disagi per i residenti saranno ridotti al minimo” e che la circolazione pedonale e veicolare sarà garantita nelle aree non direttamente interessate dai set. I lavori di allestimento e smontaggio saranno coordinati in modo da limitare l’impatto sulla vita quotidiana e sulle attività commerciali del centro.
Ogni arrivo della troupe a Spoleto genera un significativo indotto economico e turistico. Le settimane di lavorazione muovono decine di professionisti tra tecnici, attori e maestranze, con ricadute positive su alberghi, ristoranti, servizi e attività commerciali.
La visibilità televisiva garantita dalla serie, che porta le immagini di Spoleto in milioni di case, rappresenta inoltre una vetrina nazionale e internazionale per la città, contribuendo a rafforzarne l’attrattiva turistica e culturale.
La quindicesima stagione promette nuove indagini, intrecci umani e momenti di ironia, nel solco della tradizione della serie. L’attenzione del pubblico resta altissima, anche dopo il rinnovamento avviato negli ultimi anni. Le riprese in Umbria si concluderanno entro la fine di gennaio 2026, per poi lasciare spazio alla fase di post-produzione e montaggio. La messa in onda su Rai1 è attesa entro la seconda metà del prossimo anno.
Il ritorno di Don Matteo a Spoleto non rappresenta solo un evento televisivo, ma anche un segnale di valorizzazione culturale e territoriale per l’intera regione. Il successo della fiction, sottolineano dalla produzione, “conferma come il racconto di comunità autentiche e la bellezza dei luoghi italiani restino un punto di forza del prodotto televisivo nazionale”.
Con il ciak del 10 novembre, Spoleto torna così a essere, per qualche settimana, il cuore pulsante della televisione italiana, pronta ad accogliere ancora una volta il carisma senza tempo di Don Matteo e la magia di un set che, da oltre vent’anni, continua a unire narrazione, cultura e territorio.