La Procura della Repubblica di Spoleto ha chiesto il rinvio a giudizio per quattro persone ritenute responsabili della brutale aggressione avvenuta la sera della vigilia di Natale in via Cacciatori delle Alpi, a Spoleto. Gli indagati - una donna e tre uomini, di età compresa tra i 29 e i 37 anni (tra cui un 41enne di nazionalità marocchina) - dovranno presentarsi davanti al giudice per l’udienza preliminare fissata per febbraio, assistiti dai rispettivi avvocati difensori.
Secondo il quadro ricostruito dagli investigatori, a innescare la ferocia sarebbe stata la donna indagata, una 37enne spoletina che avrebbe afferrato la vittima per i capelli e poi per il collo, facendola cadere a terra. La ragazza - oggi trentenne - sarebbe stata quindi immobilizzata dai complici: il 41enne marocchino avrebbe tenuto ferme le braccia della donna per impedirle di difendersi, mentre il 29enne spoletino avrebbe bloccato il cane della vittima, evitando che l’animale potesse intervenire.
A quel punto tre degli indagati, compresa la 37enne, si sarebbero avventati sulla giovane colpendola con calci e pugni alla pancia e alle gambe, e minacciandola anche di morte. In quel contesto sarebbe avvenuta la rapina: alla vittima sarebbero stati sottratti gli occhiali da vista, due anelli d’argento, il collare e il guinzaglio del cane.
La violenza non si sarebbe arrestata in via Cacciatori delle Alpi. Gli accertamenti preliminari indicano che la giovane, insieme al suo cane, fu caricata con la forza su una Fiat Panda in uso a uno degli indagati, un 37enne spoletino, e che i maltrattamenti proseguirono anche all’interno del veicolo. L’auto si sarebbe poi diretta verso la strada regionale 418, dove, in località San Giovanni di Baiano, la vittima fu abbandonata al centro della carreggiata, sanguinante, confusa e disorientata.
Due giovani di passaggio notarono la donna in difficoltà e allertarono immediatamente il 112. Sul posto intervennero le volanti della Polizia, che raccolsero la denuncia e avviarono gli accertamenti investigativi. Le attività della polizia scientifica, unitamente alle successive indagini, hanno permesso di ricostruire la dinamica dell’aggressione e di individuare con precisione i responsabili del grave episodio.
La giovane è stata trasportata d’urgenza al Pronto soccorso di Spoleto, dove i sanitari hanno riscontrato lesioni di rilevante entità. In un primo momento le venne assegnata una prognosi di 30 giorni; gli accertamenti diagnostici successivi confermarono tuttavia una frattura sacrale e un quadro di trauma policontusivo.
La documentazione clinica - referti, referto di pronto soccorso e referti strumentali - assume valore probatorio nel fascicolo istruttorio: questi elementi medici, puntualmente depositati dalla Procura, sono ritenuti fondamentali per sostenere la richiesta di rinvio a giudizio e per dettagliare la gravità delle lesioni riportate dalla vittima.
I quattro indagati sono attesi davanti al giudice dell’udienza preliminare (gup) nel corso del mese di febbraio; le difese sono seguite dagli avvocati Barbara Romoli, Massimo Sabbatini, Moreno Primieri e Walter De Fusco. In quella sede il gup dovrà valutare la richiesta di rinvio a giudizio formulata dal pubblico ministero, esaminando con attenzione il fascicolo, gli atti istruttori, la documentazione medico-legale e le prove raccolte dalla polizia, nonché le eventuali eccezioni e memorie difensive.
Le imputazioni - in particolare la rapina aggravata per tre dei quattro indagati e le accuse comuni di violenza privata e lesioni personali - aprono la strada a un processo penale volto a chiarire ruoli, responsabilità e dinamiche dell’aggressione. Il giudice potrà disporre il rinvio a giudizio, oppure pronunciarsi per il non luogo a procedere qualora ritenga insufficienti gli elementi probatori; nel corso del procedimento saranno valutate prove testimoniali, riscontri tecnici e la documentazione clinica che già figura agli atti.