Ieri mattina, davanti all’ospedale San Matteo degli Infermi di Spoleto, cittadini e comitati locali sono tornati a manifestare per esprimere la loro netta contrarietà al progetto del cosiddetto “terzo polo ospedaliero”. La protesta ha avuto come obiettivo principale il ripristino completo dei servizi sanitari precedentemente attivi, sospesi in seguito alla riconversione della struttura in Covid hospital. L’iniziativa, promossa dal City Forum insieme ai comitati cittadini, si è svolta alla vigilia della presentazione del nuovo piano sanitario regionale, mettendo in risalto le forti preoccupazioni della comunità rispetto al futuro dell’assistenza sanitaria sul territorio e al ruolo strategico del presidio spoletino.
Durante la manifestazione, i cittadini e i comitati hanno avanzato due richieste fondamentali: il ripristino completo dei servizi sanitari precedentemente attivi prima della trasformazione dell’ospedale in Covid hospital e la conferma del presidio spoletino come punto di riferimento per l’emergenza-urgenza. Lo slogan più ricorrente tra i partecipanti è stato: “Salviamo l’ospedale e i servizi d’urgenza”.
La protesta ha visto la partecipazione attiva di rappresentanti dei comitati cittadini, medici in pensione e numerosi residenti, tutti concordi nell’evidenziare il ruolo strategico della struttura sanitaria per l’intero territorio spoletino e per le aree limitrofe della Valnerina. Gli interventi hanno sottolineato come la centralizzazione prevista dal progetto del “terzo polo” potrebbe compromettere l’accesso tempestivo alle cure e ridurre la qualità dell’assistenza sanitaria per la comunità locale.
L’ospedale di Spoleto riveste un ruolo fondamentale all’interno del sistema sanitario regionale, servendo non solo la città ma anche numerosi comuni della Valnerina, alcuni dei quali distano oltre un’ora di viaggio. La struttura rappresenta inoltre l’unico presidio ospedaliero all’interno dell’area del cratere sismico del 2016, caratteristica che ne sottolinea l’importanza strategica sia per l’accesso alle cure ordinarie sia per la gestione tempestiva delle emergenze territoriali.
Proprio per questa centralità, i manifestanti hanno evidenziato preoccupazioni circa la possibile centralizzazione dei servizi prevista dal progetto del “terzo polo”, temendo che essa possa indebolire la rete di assistenza locale e allungare i tempi di intervento in situazioni critiche, con potenziali rischi per la sicurezza e la salute dei cittadini.
La manifestazione si è svolta a poche ore dall’annuncio dell’avvio dell’iter regionale per la possibile riapertura del punto nascita spoletino. Nonostante l’importanza dell’iniziativa, la decisione definitiva spetta al Ministero della Salute, che in passato ha già respinto richieste analoghe per la struttura. Il passaggio ministeriale rappresenta quindi un vincolo imprescindibile: le autorità regionali possono avviare le procedure istruttorie e predisporre le valutazioni tecniche, ma la riattivazione del punto nascita resta subordinata al rispetto di rigorosi requisiti tecnici e degli standard nazionali di sicurezza, personale e strutture, necessari per garantire la tutela della salute materna e neonatale.
Sullo sfondo delle proteste è emersa una proposta istituzionale avanzata dai consiglieri comunali di “Insieme per Spoleto” - Loretoni, Cintioli e Piccioni - che hanno chiesto al presidente del Consiglio Comunale, Marco Trippetti, l’istituzione di una “consulta della sanità comunale”. Secondo la proposta, la consulta dovrebbe essere composta da cittadini, rappresentanti delle associazioni di categoria e dei sindacati, e avrebbe il compito di promuovere il principio della salute pubblica, fungendo da interlocutore stabile tra la comunità e le istituzioni sanitarie.
L’iniziativa mira a creare uno strumento di partecipazione permanente, capace di facilitare il confronto tecnico-politico e garantire maggiore trasparenza nelle decisioni che riguardano l’organizzazione e i servizi del sistema sanitario locale.
La manifestazione si colloca in un momento particolarmente delicato, alla vigilia della presentazione del nuovo piano sanitario regionale, destinato a ridefinire assetti organizzativi e allocazione degli investimenti per i prossimi anni. I comitati cittadini e i rappresentanti locali hanno ribadito l’esigenza che ogni riforma consideri le specificità del territorio, evitando approcci meramente aggregativi che rischierebbero di penalizzare aree già vulnerabili, sia dal punto di vista infrastrutturale sia demografico.
Diversi esponenti locali hanno sollecitato le istituzioni regionali e nazionali a intraprendere un confronto serio e strutturato, in grado di conciliare gli obiettivi di razionalizzazione della rete sanitaria con la necessità di garantire una presenza capillare dei servizi essenziali sul territorio. Tra le proposte emerse nelle ore successive alla manifestazione, oltre all’istituzione della consulta della sanità comunale, è stata avanzata la creazione di un tavolo tecnico permanente che coinvolga Regione, Asl, amministrazioni locali e rappresentanti della cittadinanza. L’obiettivo è favorire un dialogo continuo e partecipativo, assicurando trasparenza nelle scelte e la possibilità di tutelare al meglio le esigenze della comunità spoletina.