A dieci anni dal sisma che sconvolse l’Italia centrale, lo Spi Cgil torna nei territori colpiti per ascoltare chi non li ha mai lasciati. È partita da Foligno l’inchiesta nazionale “La condizione degli anziani nelle aree del cratere del sisma 2016 e le prospettive di rinascita del territorio”, un progetto di ricerca che punta a ricostruire – questa volta in senso sociale – ciò che il terremoto distrusse. L’iniziativa durerà fino all’autunno del 2026 e coinvolgerà mille cittadini tra Marche, Umbria, Lazio e Abruzzo, con particolare attenzione ai comuni di Norcia e Cascia, epicentri umbri di un trauma ancora aperto.

Il progetto, coordinato dallo Spi Cgil nazionale con il supporto delle strutture regionali, sarà condotto dall’Ires Marche sotto la direzione scientifica del professore Ugo Carlone dell’Università di Perugia. Sei le aree tematiche analizzate: benessere psicofisico, condizioni abitative, reti sociali, senso di appartenenza, disuguaglianze materiali e qualità della ricostruzione e dei servizi pubblici.
Un questionario articolato in cinquanta domande - a risposta multipla o aperta - permetterà di mappare non solo i bisogni materiali ma anche il vissuto emotivo e comunitario di chi, dieci anni dopo, vive ancora tra le macerie della ricostruzione.

“Il nostro obiettivo è fotografare la realtà attuale di chi ha vissuto la tragedia del terremoto e dare voce ai sentimenti, alle difficoltà e alle speranze di chi non si arrende alla prospettiva dello spopolamento e dell’abbandono delle aree interne”, ha spiegato Carla Mastrantonio, segretaria nazionale dello Spi Cgil. “Gli anziani rappresentano un presidio sociale e culturale fondamentale: la loro esperienza, la loro memoria e la loro volontà di restare possono diventare la chiave per la rinascita dei territori colpiti.”
Parole che delineano una visione più ampia della ricostruzione: non solo edilizia, ma umana e comunitaria. Perché, come sottolineano dal sindacato, la vera ricostruzione non si misura solo in metri cubi ma in relazioni, servizi e qualità della vita.

La fase di indagine sarà svolta direttamente dai volontari del sindacato, residenti nei vari territori del cratere, una scelta che dà all’iniziativa un carattere partecipativo e radicato. L’intento, spiega Andrea Farinelli, segretario generale dello Spi Cgil Umbria, è duplice: “Questa iniziativa ci servirà ad approfondire le principali necessità delle persone anziane così da tarare la nostra contrattazione con le istituzioni rispetto ai loro bisogni sociali. Vogliamo ricostruire un tessuto sociale a misura di anziano, che gli permetta di restare nel territorio".
Il segretario umbro non nasconde le difficoltà: “Purtroppo la situazione è ancora di disagio, tra la scarsità di servizi e la lentezza della ricostruzione. Tuttavia, grazie al nostro radicamento, possiamo intervenire con proposte concrete e mirate".
L’inchiesta si concluderà nel 2026, in coincidenza con il decennale del sisma, e punta a consegnare alle istituzioni locali e nazionali una base di dati utile a costruire nuove politiche di welfare territoriale. Politiche capaci non solo di assistere, ma di rafforzare i servizi e creare opportunità di vita e di comunità nei luoghi dove l’età avanzata rischia di trasformarsi in isolamento.
In un Paese che invecchia e dove le aree interne si spopolano, il lavoro dello Spi Cgil assume una valenza strategica: restituire visibilità a chi, silenziosamente, tiene viva la memoria e l’identità dei territori. Perché senza gli anziani - sentinelle di un’Italia minuta ma resistente - la rinascita rischia di restare solo una parola.