Arriva da Spello una brutta storia di cronaca. Un uomo del luogo di 79 anni è stato definitivamente condannato a sette anni di detenzione da scontare ai domiciliari. L'accusa a suo carico è quella di aver ripetutamente costretto una donna 50enne afflitta da deficit cognitivi a subire rapporti sessuali approfittando della di lei disabilità.
Le indagini a carico dell'uomo erano partite nell'estate del 2017. I militari, al termine delle attività investigative, avevano accertato che il 79enne, approfittando della situazione della 50enne affetta da ritardo mentale, l’aveva costretta a ripetuti rapporti sessuali. Il Tribunale di Spoleto, nel 2021, aveva emesso a carico dell'anziano una sentenza di condanna a sette anni di reclusione, ritenendolo responsabile di violenza sessuale continuata, divenuta definitiva nell’anno in corso.
I Carabinieri della Stazione di Spello hanno così tratto in arresto il 79enne, destinatario di un ordine di carcerazione emesso dall’Ufficio di Sorveglianza di Spoleto. I militari, in ottemperanza a quanto disposto dal Giudice, hanno rintracciato l'uomo e proceduto al suo arresto, sottoponendolo alla misura della detenzione domiciliare che lo stesso dovrà scontare presso la propria abitazione.
Nell'ordinamento italiano il reato di violenza sessuale è regolato dall'articolo 609 bis del Codice Penale. Commette violenza sessuale "chiunque con violenza o minaccia o mediante abuso di autorità costringe taluno a compiere o subire atti sessuali". La pena prevista è la reclusione che va da sei a dodici anni.
Alla stessa pena soggiace anche chi induce taluno a compiere o subire atti sessuali, abusando delle condizioni di inferiorità fisica o psichica della vittima (come nel caso sopra citato) oppure traendo in inganno la persona offesa per essersi il colpevole sostituito ad altra persona.
Il presupposto necessario alla violenza sessuale è il costringimento del soggetto che la subisce. Una condizione che si verifica "tramite violenza fisica sulla persona o sulle cose, minaccia, intesa come violenza morale, e abuso di autorità, tanto di pubblica autorità (ad es. nei confronti di un soggetto detenuto), tanto di autorità privata (ad es. tra datore di lavoro e lavoratore)". La vittima di violenza sessuale ha un tempo di 12 mesi per presentare querela, a decorrere dalla data del reato. Oltre la scadenza dei 12 mesi, il reato non è più perseguibile.
I dati diffusi relativi alla violenza contro le donne continuano a destare allarme anche nel 2024. L'Istat riporta che lo scorso anno in Italia il 31,5% delle donne riporta di aver subito nel corso della propria vita una qualche forma di violenza fisica o sessuale. Nella maggior parte dei casi, le forme più gravi di violenza vengono perpetrate da persone che la donna conosce già come partner o ex partner, parenti o amici. Nel 62,7% dei casi gli stupri vengono commessi da partner.
Quando si è vittime di violenza ci si può rivolgere direttamente al 112, il numero unico di emergenza, senza esitazioni. Il 112 va immediatamente allertato:
L’altro numero di pubblica utilità a disposizione delle donne vittime di violenza e stalking è il 1522, attivo 24 ore su 24 per tutti i giorni dell’anno ed è accessibile dall’intero territorio nazionale gratuitamente, sia da rete fissa che mobile, con un’accoglienza disponibile oltre che in italiano anche in inglese, francese, spagnolo e arabo. Dal sito del 1522 è inoltre possibile consultare la mappa con i Centri Anti Violenza presenti su tutto il territorio nazionale, suddivisi per regione.