Un prestito di denaro concesso a un cliente per prolungare la partita alle videolottery è costato quindici giorni di sospensione a una sala giochi di Terni, situata nella zona di Maratta. La decisione è stata presa dal Questore di Terni, Bruno Abenante, dopo una serie di verifiche che hanno confermato comportamenti contrari alla normativa e alle regole di correttezza commerciale.
La vicenda è emersa a seguito di una lite violenta avvenuta nei pressi del locale, che ha richiesto l’intervento degli agenti della Squadra Volante e della Squadra Mobile. Secondo quanto ricostruito, la discussione sarebbe nata proprio da un prestito di denaro che un cliente aveva chiesto al gestore per continuare a giocare alle slot. Un episodio che ha immediatamente acceso i riflettori della Questura su una pratica tanto illecita quanto rischiosa.
Le indagini condotte dagli investigatori hanno chiarito che il gestore e un suo dipendente avevano concesso in più occasioni somme di denaro allo stesso avventore, cliente abituale del locale. L’obiettivo era sempre lo stesso: permettergli di proseguire nel gioco.
Un comportamento che, oltre a violare il divieto di prestito nei luoghi di gioco, favoriva il rischio di indebitamento e il cosiddetto gioco d’azzardo patologico, un tema su cui le autorità di pubblica sicurezza mantengono alta l’attenzione.
Il Questore Abenante, in una decisione motivata anche da esigenze di prevenzione, ha quindi disposto la sospensione immediata della licenza di Polizia per quindici giorni, misura che ha valore sia sanzionatorio sia cautelare. L’episodio, avvenuto in un luogo aperto al pubblico e alla presenza di numerose persone, ha generato infatti una situazione di pericolo concreto. La lite, scoppiata a causa del prestito non restituito, ha richiesto l’intervento immediato delle forze dell’ordine per sedare la tensione.
La sospensione si inserisce in un quadro più ampio di controlli e monitoraggi disposti dalla Questura di Terni sui locali pubblici, in particolare su quelli che ospitano apparecchi da gioco e videolottery. L’obiettivo è duplice: tutelare la sicurezza e la salute dei cittadini e prevenire situazioni che possano degenerare in episodi di violenza o illegalità.
Negli ultimi mesi la Polizia ha intensificato le verifiche anche per contrastare fenomeni collaterali come l’usura, i prestiti tra privati e il gioco patologico, che rappresentano un terreno fertile per tensioni sociali e difficoltà economiche. L’attenzione delle autorità si concentra non solo sugli aspetti penali, ma anche su quelli morali e sociali, legati alla diffusione del gioco irresponsabile.
Secondo quanto emerso, la misura cautelare imposta alla sala di Maratta è anche un segnale verso gli altri esercizi del territorio: la responsabilità del gestore è considerata un elemento centrale per la corretta conduzione dell’attività e per la prevenzione di condotte dannose verso i clienti.
“Chi gestisce sale giochi o scommesse ha un obbligo morale e giuridico di impedire comportamenti che favoriscano l’indebitamento o il gioco compulsivo”, sottolineano le forze dell'ordine.
Il provvedimento firmato dal Questore Abenante ha effetto immediato dalla notifica all’esercente e resterà in vigore per due settimane, periodo durante il quale la sala dovrà restare chiusa. Una decisione che intende prevenire il ripetersi di episodi simili, ma anche ricordare che il rispetto delle regole è la condizione indispensabile per operare nel settore del gioco pubblico.
La sospensione, spiegano fonti della Polizia, non ha soltanto una finalità punitiva, ma anche una funzione preventiva e di tutela collettiva, a protezione dei cittadini più esposti alle conseguenze del gioco d’azzardo.
Nel frattempo, la Questura ha fatto sapere che proseguiranno le ispezioni e i controlli sugli esercizi del territorio, in particolare nelle zone periferiche e industriali come Maratta, per garantire che il gioco resti all’interno dei limiti della legalità e della sicurezza.
La vicenda, nel suo insieme, mette in luce quanto il fenomeno del gioco patologico continui a rappresentare una sfida per le autorità e per la società, richiedendo interventi costanti e coordinati tra forze dell’ordine, enti locali e gestori