 
   Tensione e solidarietà si sono intrecciate davanti ai cancelli della Sitem di Trevi, dove nella mattinata di mercoledì 29 ottobre i lavoratori si sono riuniti in presidio, aderendo compatti allo sciopero di quattro ore indetto da Fim Cisl, Fiom Cgil e Uilm Uil. Il motivo è l’annuncio di 36 licenziamenti su 165 dipendenti della storica azienda di tranciatura, attiva da decenni in località Cannaiola. Al presidio si sono uniti anche le istituzioni, con la presenza del vicesindaco di Trevi Francesco Saverio Andreani e del consigliere regionale di Alleanza Verdi Sinistra Fabrizio Ricci, che hanno espresso vicinanza e impegno a cercare una via d’uscita alla crisi.
L’atmosfera, davanti ai cancelli dell’azienda, era densa di rabbia e preoccupazione. Le maestranze hanno espresso un senso diffuso di delusione nei confronti della proprietà, accusata di voler procedere con i licenziamenti senza attivare gli ammortizzatori sociali previsti in questi casi. Una scelta che, dopo le assemblee dei giorni precedenti, ha irrigidito il fronte sindacale.
Il segretario provinciale della Fiom Cgil di Perugia, Nico Malossi, ha sottolineato la gravità della decisione: “Nei giorni scorsi ci sono state delle aperture sull’accordo di licenziamento collettivo, con la riduzione di qualche esubero, ma questo è ancora assolutamente insufficiente. Parliamo di uno stabilimento di tranciatura tra i più importanti d’Europa e non possiamo accettare un ritiro industriale. A fronte di una crisi di mercato e della concorrenza asiatica, servono investimenti, non licenziamenti”.
Malossi ha poi ribadito la posizione del sindacato: “Non si possono lasciare per strada, dall’oggi al domani, oltre trenta famiglie. Lo stato di agitazione andrà avanti fino a che non arriveranno risposte concrete. Chiediamo l’apertura degli ammortizzatori sociali, il ritiro della procedura di licenziamento e un piano industriale credibile per rilanciare l’azienda”.
Al fianco dei lavoratori si sono schierate anche le istituzioni locali, che hanno sottolineato la necessità di preservare l’integrità di un presidio industriale strategico per il territorio.
Il vicesindaco di Trevi, Francesco Saverio Andreani, ha dichiarato: “Siamo a fianco degli operai per gestire questa vicenda. La Sitem è un’azienda fondamentale per il Trevano, ma altrettanto lo è la tutela dei lavoratori e delle loro famiglie. Come istituzioni siamo qui per favorire un accordo sugli ammortizzatori sociali e una buonuscita dignitosa”.
Sulla stessa linea il consigliere regionale Fabrizio Ricci, che ha rimarcato la necessità di una mobilitazione comune: “La Sitem è una realtà industriale importantissima per l’Umbria, un patrimonio che non possiamo permettere di smembrare. Chiediamo che si torni indietro su questa decisione, si aprano gli ammortizzatori sociali e un tavolo di confronto serio con istituzioni e sindacati”.
L’acquisizione a fine 2024, da parte di un gruppo statunitense, aveva alimentato speranze di rilancio per la Sitem. Pochi mesi dopo, invece, la prospettiva dei 36 licenziamenti ha generato smarrimento. Una scelta che pesa non solo sui lavoratori, ma sull’intero distretto industriale Spoletino-Trevano, già segnato negli ultimi anni da un processo di deindustrializzazione.
Il timore, tra i sindacati e le istituzioni, è che la vicenda della Sitem possa rappresentare un nuovo colpo all’economia locale, riducendo ulteriormente l’occupazione qualificata in un territorio che fatica a trattenere le sue competenze. Per questo motivo, l’obiettivo dichiarato è duplice: ottenere l’immediata sospensione dei licenziamenti e costruire una prospettiva di medio periodo, capace di garantire futuro produttivo e stabilità occupazionale.
Mentre il presidio prosegue e i lavoratori attendono sviluppi, la vertenza Sitem si impone come una delle più delicate in Umbria, simbolo delle sfide industriali che la regione deve affrontare per non disperdere il proprio capitale umano e produttivo.