La natura come maestra, gli studenti come protagonisti, e i Carabinieri della Biodiversità come guide preziose. È stata questa la formula vincente della Festa degli Alberi celebrata ieri, 20 novembre, alla Scuola Secondaria di I grado di Sigillo: una mattinata intensa, dedicata all’educazione ambientale, all’osservazione del territorio e alla comprensione concreta di cosa significhi proteggere la biodiversità.

A fare da ospiti e mentori sono stati i Carabinieri della Biodiversità del Reparto di Gualdo Tadino, rappresentati dal maresciallo Sandro Ercolani, che ha introdotto i lavori proponendo agli studenti una riflessione sul valore delle foreste, e dagli appuntati Emanuele Cascioli e Alessandro Fabbri, impegnati da anni nei progetti di tutela del patrimonio naturale dell’Appennino.
Prima ancora di entrare nel vivo della giornata, vale la pena soffermarsi sul ruolo di questa struttura dell’Arma, spesso poco nota al grande pubblico ma fondamentale per l’ambiente.
I Carabinieri della Biodiversità sono un corpo altamente specializzato che opera nell’ambito della tutela delle aree protette dello Stato. Provenienti dall’assorbimento del Corpo Forestale, gestiscono oasi, riserve, boschi demaniali, centri di recupero per la fauna selvatica e programmi educativi destinati alle scuole.
La loro missione si fonda su tre pilastri:
protezione, conoscenza, educazione.
Significa combattere i reati ambientali, monitorare flora e fauna, ma anche – e soprattutto – trasmettere alle nuove generazioni l’importanza della cura del Pianeta. “Un albero piantato con un ragazzo è un seme che cresce due volte”, amano ripetere: nel terreno e nella coscienza.
Il cuore pulsante della mattinata è stato rappresentato dagli alunni della I B e della II B. Con un’attenzione sorprendente e una passione contagiosa, i ragazzi hanno illustrato ai Carabinieri il percorso di studio svolto nei mesi scorsi.

La classe II B ha presentato il progetto ministeriale “Un albero per il futuro”, che da due anni vede gli studenti impegnati nella cura di giovani piantine e nella raccolta di dati sulla loro crescita. Un impegno costante, ereditato dalla precedente terza media e portato avanti con rigore e creatività.
Gli alunni hanno anche realizzato un questionario per le altre classi, volto a verificare la comprensione dei temi trattati: dall’adattamento delle specie boschive ai cambiamenti climatici, dalle buone pratiche di tutela alla funzione ecologica delle radici nel suolo.
Un vero lavoro di divulgazione, degno dei migliori piccoli “custodi del verde”.
La classe I B ha invece guidato i presenti in un viaggio tra le piante che compongono l'identità ambientale del territorio sigillano. Attraverso immagini, schede e racconti gli studenti hanno presentato:
acero, elegante e resistente
corniolo, prezioso per la sua fioritura precoce
corbezzolo, simbolo del Mediterraneo
leccio, sempreverde dalle radici profonde
roverella, regina delle colline umbre
visciolo, arbusto tradizionale utilizzato per confetture e liquori
Alberi scelti non solo per il loro valore botanico, ma anche perché destinati a vivere nell’area verde messa a disposizione dal Comune di Sigillo.
La mattinata avrebbe dovuto culminare con la messa a dimora delle nuove piantine, con studenti e Carabinieri pronti a piantare insieme gli alberi che diventeranno un giorno parte integrante del paesaggio locale. Ma la pioggia battente ha costretto tutti a rimandare il momento più atteso.
Nonostante questo, l’atmosfera si è mantenuta luminosa, segnata da un entusiasmo collettivo e dalla promessa di tornare presto sul campo. “Non appena il tempo ce lo permetterà, saremo di nuovo qui, tutti insieme, per completare il nostro progetto”, è stato il saluto finale condiviso da studenti, insegnanti e Carabinieri.

Durante l’incontro è emerso più volte un concetto fondamentale: l’educazione ambientale non è solo studio, ma contatto, osservazione, responsabilità. Come hanno ricordato i Carabinieri, “proteggere un bosco non significa solo evitarne la distruzione: significa conoscerlo, frequentarlo, comprenderne il ritmo”.
Ed è proprio questo l’obiettivo delle giornate come quella vissuta a Sigillo: far crescere nei giovani un senso di appartenenza e di custodia, indispensabile per il futuro del territorio.
La Festa degli Alberi si è chiusa così, con una promessa di ritorno e con la consapevolezza che ciò che è stato seminato ieri non è solo un progetto didattico, ma un seme civile. Un seme che parla di rispetto, responsabilità e amore per il mondo che ci ospita.
Perché, come ricordano spesso gli stessi Carabinieri della Biodiversità, “la natura ci sopravvivrà; la domanda è: con noi o senza di noi?”