Sabato 21 giugno alle ore 18:00, nella suggestiva cornice della Chiesa di Sant’Agostino a Sigillo, sarà presentata la monografia «Ippolito Borghese (1568‑1623/24) e «la casta bellezza ‘controriforma’». L’iniziativa, promossa dall’Unitre Parco del Monte Cucco e patrocinata dal Comune, porterà davanti al pubblico una figura per troppo tempo trascurata.
«Ricercato nel disegno, gentilissimo nelle parti, nobilissimo nelle idee ed intelligente nel tutto», così lo descrive De Dominici, sottolineando la finezza di tratto e l’eleganza delle sue idee
Ippolito Borghese (Sigillo 1568 – Napoli 1623/24) operò a cavallo tra Tardomanierismo e Protocaravaggismo, affermandosi come uno dei principali artisti del primo Seicento nel Viceregno di Napoli. Eppure, a Sigillo e più in generale in Umbria, la sua fama è rimasta circoscritta.
Considerato a Napoli “uno dei migliori e più caratterizzati maestri del primo quarto del Seicento”, fu anche conosciuto come “pittore dei Cappuccini” per le numerose committenze legate all’Ordine. Tra le sue opere più note si segnalano la Vergine Assunta (1603) conservata nel Monte di Pietà napoletano e la Madonna e santi (1601) in Santa Maria della Grotta a Carpignano Salentino.
Il volume, curato dal professor Nicola Cleopazzo, nasce da oltre quindici anni di ricerche. Pubblicato a dicembre 2024 da Fondazione Giovanni Previtali, ha già debuttato con successo a Napoli, Lecce, Ischia. Saggio completo di circa 600 pagine, include documenti inediti sull’arte nel Viceregno.
La prefazione è a cura del professor Francesco Abbate, autorevole studioso nel campo dell’arte barocca. La monografia è la prima scientifica integrale sull’opera dell’artista umbro .
L’evento sigillano sarà l’occasione per lanciare ufficialmente il Comitato promotore “Per il Borghese”, pensato per promuovere, valorizzare e diffondere l’eredità dell’artista. Il progetto prevede un programma triennale di iniziative – culturali, artistiche, storiche e religiose – in collaborazione con enti pubblici e privati.
L’amministrazione comunale ha accolto con favore l'iniziativa, soprattutto dopo l'approfondimento dedicato all’artista dall'Unitre, inserito nel corso I Protagonisti dell’Arte, che ha preceduto la presentazione ufficiale.
Il testo esplora il periodo controriformista e la fruttuosa attività di Borghese nei contesti religiosi napoletani, mettendolo in dialogo con artisti come Pulzone e Barocci, e riconoscendo le sue origini romane. Opera dopo opera – dalla Vergine del Purgatorio del 1601 alla Pietà dipinta per il Museo di Capodimonte – il volume inquadra la pittura di Borghese come un ponte tra stile tardomanierista e Neapolitan Caravaggesque.
L’impegno di Cleopazzo nel riportare in auge aspetti poco indagati, come il polittico per i Cappuccini di Novi Velia, testimonia la ricchezza del corpus artistico.
La Chiesa di Sant’Agostino, che custodisce una tela dell'artista – l’Annunciazione del 1617, firmata da Borghese per il concittadino Graziano Graziosi – non poteva essere scelta a caso. L’edificio stesso, eretto tra il 1788 e il 1791 sull’antica pieve, rappresenta un dialogo tra storia e arte.
Sigillo, borgo medievale sulla via Flaminia, è quindi il luogo ideale per ridare luce a uno dei suoi figli più illustri.
Nonostante il prestigio acquisito al Sud, Borghese è poco noto nella sua Umbria. Il progetto “Per il Borghese” mira a colmare questo gap con iniziative dedicate, mostre, percorsi formativi, e collaborazioni con scuole e università.
Il Comune e l’Unitre intendono coinvolgere le eccellenze locali e nazionali per dare continuità al progetto.
L’evento del 21 giugno non è una singola cerimonia, ma il via ufficiale a un ambizioso piano culturale. Attraverso la presentazione della monografia e la costituzione del comitato “Per il Borghese”, Sigillo si propone come centro di un rinascimento culturale dedicato all’artista.
«Un appuntamento straordinario che riaccende i riflettori su uno dei maestri più importanti del primo Seicento nel Viceregno di Napoli, la cui fama merita di essere riscoperta anche nella sua terra natale».
Grazie al lavoro di Cleopazzo, alla spinta delle istituzioni e dell’Unitre, Sigillo plasma un modello di valorizzazione territoriale che potrebbe fungere da esempio per altri contesti: un progetto che intreccia ricerca, comunità e identità.