L'Assemblea Legislativa dell'Umbria ha dato il via libera, a maggioranza, all'Atto di Programmazione in materia di sicurezza urbana per il biennio 2025-2026. Con 12 voti favorevoli, provenienti principalmente da Partito Democratico (Pd), Movimento 5 Stelle (M5s), Alleanza Verdi e Sinistra (AVS) e Umbria per la Pace (Ud-Pp), e 7 astensioni da Fratelli d'Italia (FdI), Lega, Forza Italia (FI) e Terni Protagonista (TP-UC), il provvedimento prevede uno stanziamento complessivo di 330mila euro, suddiviso equamente tra i due anni. Per il 2025 e il 2026, i fondi saranno destinati principalmente a progetti comunali incentrati sulla sicurezza delle comunità locali, con un contributo significativo per le città di Perugia e Terni.
Il provvedimento, presentato dall’assessore regionale Francesco De Rebotti, si inserisce nel quadro della legge regionale 13/2008 che promuove un sistema integrato di sicurezza urbana, con l’obiettivo di garantire il diritto alla sicurezza dei cittadini. “L'Atto di programmazione si propone come un passo fondamentale per costruire un modello di sicurezza condiviso, che vada oltre il semplice ordine pubblico. La sicurezza, infatti, deve essere intesa come una condizione di benessere complessivo, basata sulla prevenzione e sull'inclusione sociale”, ha affermato Francesco Filipponi (Pd), relatore di maggioranza.
Perugia e Terni continueranno a beneficiare di contributi annuali per i loro Patti per la Sicurezza: rispettivamente 35mila euro per Perugia e 25mila euro per Terni. Questi fondi saranno utilizzati per finanziare interventi urgenti, come l'acquisto di tecnologie per la sicurezza, la rigenerazione urbana e il miglioramento della videosorveglianza.
Un ulteriore punto di interesse riguarda il supporto alle vittime di crimini, con una somma di 30mila euro destinata a progetti di assistenza. Inoltre, dal 2026, un ulteriore stanziamento di 10mila euro sarà dedicato a una convenzione triennale con l’Università degli Studi di Perugia, per il rafforzamento della collaborazione scientifica e accademica nella progettazione di soluzioni innovative per la sicurezza.
Una delle caratteristiche principali del piano è il bando destinato ai comuni dell’Umbria, che potranno presentare progetti per migliorare la sicurezza locale. Il finanziamento regionale coprirà fino al 75% dei costi per i comuni di dimensioni medie e grandi, mentre salirà fino all’85% per i progetti presentati dai comuni minori.
Tuttavia, la misura ha suscitato qualche critica da parte delle forze politiche di opposizione. Laura Pernazza (FI) ha sottolineato la necessità di maggiore attenzione verso i piccoli comuni, che rischiano di rimanere penalizzati dal limite di 30mila abitanti per accedere ai contributi più favorevoli. “La sicurezza non può essere una questione lasciata alla capacità di ciascun comune di reperire fondi. Servono risorse certe e strategiche, commisurate alle reali necessità dei territori”, ha dichiarato la Pernazza, suggerendo anche una soglia più bassa per i piccoli comuni e l’adozione di sistemi di monitoraggio condivisi.
In risposta, l’assessore De Rebotti ha garantito la disponibilità ad aggiungere risorse per progetti urbani e territoriali, con un potenziale riallineamento dei fondi per favorire una maggiore equità tra i comuni, indipendentemente dalle loro dimensioni. “Questa è una partita che non è ancora chiusa. Stiamo lavorando per affinare gli strumenti e garantire che la sicurezza diventi una priorità per tutti i territori, anche quelli più piccoli”, ha dichiarato l'assessore.
L’Atto di Programmazione 2025-2026 ribadisce l'impegno della Regione Umbria a costruire un modello integrato di sicurezza urbana, che veda coinvolti i comuni, le forze dell'ordine, l'Università e la società civile. La sicurezza, secondo il governo regionale, non è solo un tema di ordine pubblico, ma una questione che riguarda la qualità della vita e la coesione sociale.
L'intento è di integrare politiche di prevenzione sociale, creando reti di collaborazione tra enti locali e cittadini, con un focus particolare sulla rigenerazione urbana. I comuni, a partire dalle aree urbane più degradate, potranno beneficiare di risorse per migliorare l’illuminazione pubblica, la sicurezza pedonale e ciclabile, e sviluppare iniziative culturali a supporto della coesione sociale.
Nonostante le criticità sollevate da alcuni esponenti dell’opposizione, il piano rappresenta un passo in avanti verso una sicurezza che sia davvero partecipata e condivisa, con l’obiettivo di garantire un futuro più sicuro e inclusivo per tutti gli umbri.