La Prima commissione dell’Assemblea legislativa ha approvato l’Atto di programmazione in materia di sicurezza urbana 2025-2026, il documento con cui la Regione definisce priorità, risorse e strumenti operativi per consolidare la prevenzione sul territorio umbro. Un provvedimento che inciderà sulla gestione dei Patti per la sicurezza nelle principali città, sul sostegno alle vittime di reati e sul funzionamento dei bandi destinati ai comuni, soprattutto quelli più piccoli, spesso alle prese con bilanci ridotti e organici limitati. L’assessore Francesco De Rebotti ha annunciato un impegno aggiuntivo per i prossimi mesi, spiegando che “nel 2026 le risorse saranno aumentate”, un segnale letto come un’apertura verso le richieste dei territori.
A dirigere i lavori è stato Francesco Filipponi, presidente della Prima commissione, che ha portato il testo al voto dopo una discussione articolata. Il provvedimento è stato approvato con il sostegno dei commissari di maggioranza e l’astensione dei rappresentanti dell’opposizione. In Aula, Filipponi sarà relatore di maggioranza, mentre la consigliera Laura Pernazza, esponente di Forza Italia, rappresenterà la minoranza nel ruolo di relatrice.
L’atto recepisce le linee stabilite dalla legge regionale 13/2008, che incarica la Regione di predisporre un piano di sicurezza urbana integrata. Nel documento vengono confermati i contributi dei Patti per la sicurezza di Perugia e Terni, rispettivamente 35mila e 25mila euro annui. Sono previsti inoltre 30mila euro destinati al supporto delle vittime di reati, una misura che negli ultimi anni ha assunto un ruolo crescente per gli interventi di accompagnamento e protezione.
Al centro della programmazione figura il bando da 90mila euro rivolto ai comuni per presentare progetti di rafforzamento della sicurezza locale. Le proposte potranno riguardare interventi su illuminazione e spazi pubblici, sistemi tecnologici di videosorveglianza, presidi di prevenzione e azioni di supporto alla polizia locale. L’atto incentiva anche la partecipazione associata tra più amministrazioni, modalità che consente ai piccoli comuni di sopperire a carenze strutturali attraverso progettazioni condivise.
Il Cal, il Consiglio delle autonomie locali, ha espresso un parere favorevole corredato da osservazioni mirate a potenziare l’accesso ai fondi per i comuni più fragili. Le richieste del Cal riguardano innanzitutto l’incremento delle risorse nei bilanci futuri e una maggiore attenzione alle realtà marginali, in modo da evitare che i bandi premiano solo gli enti più strutturati.
La Giunta ha recepito le indicazioni del Cal tramite un emendamento che introduce tre modifiche significative. La prima chiarisce che saranno rappresentate le richieste dei comuni relative all’aumento delle risorse. La seconda prevede lo scorrimento della graduatoria nel caso in cui nel 2026 vengano stanziati ulteriori fondi. La terza permette la riapertura dei termini del bando qualora, al termine delle procedure, restino somme non assegnate e comuni ancora esclusi.
Il capitolo più rilevante è tuttavia quello del cofinanziamento. Per i comuni con meno di 30mila abitanti la quota scende dal 25 al 15 per cento. La riduzione è ancora più incisiva per i progetti presentati in forma associata, per i quali il cofinanziamento cala al 5 per cento. Il 25 per cento viene mantenuto solo per le città di dimensioni medio grandi. Una scelta che punta a riequilibrare l’accesso ai bandi, riconoscendo le difficoltà amministrative delle realtà più piccole.
Nel dibattito seguito alla presentazione dell’emendamento, la consigliera Pernazza ha proposto di rivedere ulteriormente la soglia demografica che definisce i comuni “piccoli”, ipotizzando un abbassamento a 15mila o addirittura 5mila abitanti. L’assessore De Rebotti ha lasciato intendere una disponibilità al confronto, affermando che “la Commissione e il Cal potranno individuare la soglia più coerente con l’effettiva struttura del territorio”.
Il nuovo atto di programmazione propone un modello che combina continuità degli interventi avviati negli anni precedenti e ampliamento dell’accesso ai fondi regionali. L’impegno annunciato dall’assessore De Rebotti per incrementare le risorse nel 2026 va nella direzione di un rafforzamento dell’architettura regionale della sicurezza urbana, mirando a non lasciare indietro i comuni con minori capacità organizzative.
Il passaggio successivo sarà l’approdo in Aula, dove il testo potrà essere ulteriormente affinato. Le aspettative dei territori sono alte: dalla capacità dei nuovi criteri di premiare i progetti realmente strategici dipenderà la possibilità dei comuni umbri di migliorare la qualità della vita urbana e la percezione della sicurezza nelle comunità locali.