Il gruppo consiliare Anima Perugia ha diffuso un comunicato per rispondere alle accuse del centrodestra sulle Zone 30. Lunedì 25 agosto il Consiglio comunale aveva approvato un ordine del giorno che dava indicazioni al Comune per introdurre il limite di 30 km/h in aree urbane ad alta incidentalità. Una misura pensata per aumentare la sicurezza di pedoni e ciclisti. Tuttavia, il centrodestra ha parlato di provvedimento pensato “per fare cassa” con le multe.
Il gruppo civico ha definito “gravi, false e profondamente diseducative” le dichiarazioni della destra. “La sicurezza stradale non è un bancomat elettorale: è una priorità civile che riguarda la vita delle persone”, si legge nella nota. Anima Perugia sottolinea come il centrodestra, invece di votare contro, abbia scelto l’astensione, assumendo un atteggiamento definito “pilatesco”.
Le opposizioni hanno diffuso numeri e scenari giudicati falsi, come la presunta multa da 695 euro per chi supera di poco i 30 km/h. In realtà, il decreto Autovelox del 2024 vieta l’installazione di dispositivi fissi su strade con limite inferiore a 50 km/h. Inoltre, non esiste alcun dato che dimostri un incremento delle sanzioni nelle città dove le Zone 30 sono già attive.
Le statistiche europee e italiane confermano benefici netti. A Bologna, nel primo anno del modello “Città 30”, gli incidenti sono calati del 13,1%, i feriti dell’11,1% e i morti del 48,7%. Uno studio europeo presentato a Trento nel 2024 ha certificato un -23% di incidenti, -37% di decessi e -38% di feriti. Secondo l’OMS, entro il 2035 queste misure potrebbero salvare 25.000 vite nel continente.
Il caso di Bologna è diventato un punto di riferimento nazionale. Nel 2023 la città ha esteso i limiti di 30 km/h a quasi tutte le strade urbane, ottenendo una drastica riduzione degli incidenti e zero pedoni morti in un anno. Per Anima Perugia, questi numeri dimostrano che non si tratta di ideologia ma di civiltà.
L’esperienza delle Zone 30 non riguarda solo le amministrazioni progressiste. A Treviso, dal 2023, sono state introdotte aree a velocità ridotta in 38 vie residenziali. A Verona, i quartieri periferici hanno visto misure analoghe. Anche Cagliari, Olbia e Orbetello hanno intrapreso scelte simili, segno che la sicurezza stradale non ha colore politico.
Secondo l’OMS, l’impatto di un’auto a 50 km/h con un pedone ha l’80% di probabilità di essere mortale. A 30 km/h, la probabilità scende al 10%. È la differenza tra vita e morte, tra civiltà e barbarie. Questi dati rappresentano la base scientifica a sostegno della misura.
Anima Perugia punta il dito anche contro l’ex assessora Scoccia, accusata di incoerenza. Quando era in giunta Romizi, sosteneva i progetti di moderazione della velocità a Fontivegge e Bellocchio. Oggi invece parla di “fare cassa”. Per il gruppo civico, è un esempio lampante di strumentalizzazione politica.
Il dibattito sulle Zone 30 si intreccia con un bilancio critico dei dieci anni di governo del centrodestra: tolleranza verso la sosta selvaggia, tagli alle corse degli autobus, assenza di politiche di mobilità sostenibile. Perugia, sostengono da Anima Perugia, è rimasta più congestionata, più rumorosa e più inquinata. L’obiettivo ora è costruire una città vivibile e sicura, dove la mobilità torni a essere un diritto e non un rischio.